Boia chi molla: bugia, maledetta bugia o?

A fine gennaio il Cittadino Angelo Tofalo, pentastellato desideroso di un quarto d’ora di pubblicità, a un certo punto ha gridato “boia chi molla!” nella sordida e grigia aula del Parlamento italiano. Qualche ora dopo ha specificato su Facebook che il suo non era affatto un motto fascista, citando la corrispondente voce su Wikipedia che espliciterebbe che la frase venne pronunciata per la prima volta nel 1799 durante la Repubblica Napoletana dalla nobildonna Eleonora Pimentel Fonseca, e poi nel 1848 durante le Cinque Giornate di Milano. Potremmo aprire una discussione sul fatto che qualunque sia l’origine dell’espressione oramai essa è automaticamente associata ai fascismi vecchi e nuovi, ma QUI NON SI PARLA DI POLITICA… anche perché è molto più interessante mettersi a parlare di cosa succede quando si parla di fonti.

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