Calcolatori e codifiche

Quando ho parlato di calcolatori e alfabeti ho barato. Più precisamente, ho omesso di parlare dei vari insiemi di caratteri che assomigliavano vagamente all’ASCII, nel senso che lettere e numeri stavano al loro posto ma altri caratteri no. Chi è vecchio come me forse ricorda ancora l’Apple ][, con i suoi caratteri in negativo (ma solo maiuscoli! O erano quelli lampeggianti? Chi se lo ricorda più…) Chi ha giusto qualche anno in meno invece dovrebbe riuscire a ricordarsi il font semigrafico dei primi PC IBM: la cosiddetta “code page 437“, che per mezzo di magheggi vari permetteva anche di usare le posizioni riservate ai caratteri di controllo per fare le cornicette. E comunque Windows aveva la sua propria codifica a otto bit, Windows-1252 (no, non ne avevano provate altre 1251! Semplicemente, i vari Windows 125x corrispondono logicamente agli ISO-8859-y, e permettono di scrivere in alfabeti diversi da quelli latini standard). Anche Apple andava avanti per conto proprio, e fino a OS X aveva il suo charset, Mac OS Roman. Ma anche ora che siamo più o meno tutti d’accordo a usare Unicode in una versione o nell’altra non è che le cose funzionino così bene…
[una schermata tipica di un gioco Apple - da http://www.fadden.com/techmisc/cassette-protect.htm] [Il font dei primi PC IBM - da Wikipedia, File:Codepage-437.png]
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