Wikipedia 2.0

Ormai l’avete capito tutti: da grande io voglio fare il tuttologo. Già qui su Voices mi capita di scrivere praticamente su ogni cosa, ma poi ci sono anche gli altri miei blog… Bene, in questi giorni sto cercando materiale per parlare di un teorema matematico sul blog del Post, e ho fatto quello che fanno tutti, anche se spesso si vergognano a dirlo: sono andato a prendere la voce di Wikipedia sul teorema, per usarla come base di partenza. Mal me ne incolse!
Quello che io mi sarei aspettato dalla voce è semplice: l’enunciato del teorema con una breve spiegazione del suo oggetto, la traccia di una dimostrazione, le conseguenze – non tanto matematiche quanto più generali: in questo caso ci sono per esempio implicazioni filosofiche – del teorema stesso. Che cosa ho invece trovato? Un’introduzione corretta, anche se con una chiusa secondo me inutile in quel contesto; una sezione di background del problema, che posso ancora accettare; un’ampia sezione sulle conseguenze non molto comprensibile; la traccia della dimostrazione con una notazione ben poco comprensibile per i non iniziati; un’ulteriore formalizzazione; infine una discussione sulle soluzioni parziali del teorema. Dal mio punto di vista non ho avuto soverchi problemi, visto che in fin dei conti sapevo quello di cui parlava la voce; ma sfido una persona moderatamente acculturata a cavarne un ragno dal buco.
Qual è il problema di base? Semplice: la voce è stata scritta da molte persone, e questo è normale in un wiki, ma soprattutto da persone che hanno un’idea di cosa dev’essere Wikipedia ben diversa da quella che ho io. Per me l’enciclopedia libera non è qualcosa dove si scrivono sì e no due parole male assortite per una voce: spero che sia ben di più. Ma non è neppure un manuale scolastico, né un testo a livello universitario: per quelle cose ci sarebbe un progetto apposta, Wikiversity (che poi non riesca a decollare, come anche Wikibooks, è un altro problema, ma magari ne parlo un’altra volta). Tanto meno è una raccolta di saggi: questo lo si leggerebbe anche tutte le volte che si inizia a editare una voce, ma mi sa che spesso quella frase finisce proprio sul punto cieco dell’occhio dei contributori.
Scrivere un’enciclopedia, insomma, non è facile come cercano di convincervi! È facile correggere un’enciclopedia, rimettendo a posto un refuso o aggiungendo una citazione, ma per fare le cose per bene occorre aver studiato lo stile enciclopedico, un po’ come per scrivere una lettera commerciale occorre aver studiato lo stile commerciale e per saper fare un discorso occorre aver studiato l’arte oratoria: non si nasce imparati. Ammetto che Wikipedia dà un problema ulteriore, che è quello della ipotrofia dell’ego (ho controllato: non ci credevo, ma la parola esiste davvero). Mentre si può ovviare al fatto che gli autori di Wikipedia sono fondamentalmente anonimi col mostrare su quante voci uno ha lavorato, saper (ri)scrivere bene una voce non finisce nel proprio curriculum e quindi tende a essere snobbato: anch’io a volte preferisco divertirmi su uno dei miei blog dove posso far vedere come sono arguto piuttosto che perdere tempo a riaggiustare una voce oscura sia come lemma che come stesura, e mi applico solo quando trovo delle vere castronerie. Però resto convinto che la vera sfida per l’enciclopedia libera sia il diventare davvero “enciclopedica”, e non un semplice contenitore di fatti e fattoidi tutti belli linkati tra di loro. Una sfida difficile, e che non darà a nessuno la fama. Chi se la sente?
Post Scriptum: per i curiosi, la voce è questa.

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