Ho visto le ronde!

Stamattina, mentre prendevo il caffè al bar, sono entrati due tipi con la pettorina azzurra nota a chiunque legga le cronache milanesi: l’A.P.I., Associazione Poliziotti Italiani, è sbarcata in forze anche in via Giacosa, il giorno prima della loro istituzionalizzazione formale (ma per un paio di settimane erano già stati assunti per pattugliare le metropolitane, a dire il vero)
Occhei, “in forze” è forse un po’ esagerato: i due si sono semplicemente presi un caffè, spiegando al barista che loro sono solo dei volontari e non fanno nulla di male. Non so se il caffè sia stato loro offerto: me ne sono uscito prima :-)

quiss: il tuo spettro politico

[sso' dde sinistra?]Questo questionario lo stanno facendo tutti su FacciaLibro, ma io sono andato direttamente sul sito originale.
Dopo essermi spupazzato 55 domande fatte evidentemente per gli ammericani – ma non credo che nessuno avesse dubbi su quello – con la doppia definizione “quanto sei d’accordo”/”quanto te ne può importare”, il risultato finale è quello mostrato qui in alto. Per la cronaca, io sono la crocetta rossa (komunista), mentre la crocetta blu è la media degli italiani che hanno provato il test. Limitandomi agli italiani ANZYANI come me la differenza non sarebbe cambiata molto, ad ogni modo; forse più strano vedere che se si prende il risultato globale per la mia decade demografica ci si sposta molto più verso il centro degli assi. Insomma, sarei uno sporco komunista liberal, o qualcosa del genere; immagino che gli sporchi komunisti tendano a collocarsi nell’angolino in alto a sinistra della mappa.
Forse sono più interessanti i punteggi parziali: sono un antimilitarista-non interventista puro e duro (-9.02 su una scala -10:+10) e un intellettuale liberale ma non troppo (-3.97). Lascio a voi decidere quanto questi risultati coincidono con quello che pensate di me :-)

Cecità cromatica selettiva

D’inverno a casa mia si spremono le arance (meglio: io spremo le arance) per colazione. D’estate a casa mia io spremo i pompelmi rosa per Anna, la mia religione mi vieta di berli.
Ieri mattina, dopo aver preso i due pompelmi-du-jour, guardo il ciotolone e vedo che ne sono rimasti solo tre, oltre a un melone e un paio di limoni. Strano, penso, sono sicuro che ce ne dovrebbero essere quattro. Chissà chi si è preso quello mancante. Ieri sera riguardo il ciotolone e, non senza un certo sforzo, mi accorgo che in effetti i pompelmi sono quattro. Solo che uno di essi ha un colore molto più chiaro degli altri, quasi giallo; a quanto pare i miei neuroni non riescono a distinguerlo dallo sfondo dell'”altra roba gialla”. Non so come sia possibile, visto che non scambiavo il pompelmo pallido con null’altro; però sto iniziando a preoccuparmi…

SymmetriSketch: giocate con la simmetria

Anche chi non ama la matematica è spesso attratto dalle forme simmetriche: chi ha la mia età si ricorderà sicuramente dei caleidoscopi. Probabilmente la simmetria è una delle cose più apprezzate dagli esseri umani, e credo che persino i sofisticatoni che dicono di preferire l’asimmetria la vedono come il negativo della simmetria stessa.
Al riguardo, Paolo mi segnala SymmetriSketch, una semplice applicazione multipiattaforma che permette di “giocare con la simmetria”, creando figure complesse a piacere ma sempre con una simmetria rotazionale (si può scegliere l’ordine della simmetria: pentagonale, esagonale…) ed eventualmente una simmetria speculare. Le figure possono divenire intrecciate, creando effetti piacevoli; le si possono poi salvare in formato PDF creato con un tratto continuo, al limite autointersecantesi, che può essere facilmente dato in pasto a un plotter.
Buon divertimento!

Quanto volete cresca Wikipedia?

Potrei citare questo articolo del Corsera, ma la minacciosa scritta “© RIPRODUZIONE RISERVATA” dopo la firma mi preoccupa, quindi non cito nessuna delle parole dell’articolo, limitandomi a far notare che tutte le modifiche dei contribuori all’enciclopedia appaiono in linea, e al limite vengono (quasi) immediatamente annullate.
Prima di parlare a vanvera della solita cricca degli amministratori fascisti, vorrei però suggerire di dare un’occhiata al significato di malthusianesimo: una crescita non può andare avanti all’infinito, perché prima o poi inizieranno a mancare le materie prime, nel nostro caso gli argomenti da trattare. Aggiungo poi che – anche tralasciando il fatto che nel 2003 Wikipedia era relativamente poco nota, e quindi chi faceva modifiche alle voci era molto probabilmente più ben disposto di chi arriva adesso giusto per dire “ci sono anch’io” un po’ come i tagger sui muri – il livello medio della qualità delle voci è cresciuto. Penso vi ricordiate tutti che è molto più facile passare da un voto 4 a un 5 piuttosto che da un 8 a un 9, nonostante la differenza assoluta dei voti sia la stessa: chiaramente capita la stessa cosa anche su Wikipedia, almeno sulla versione in inglese che è stata oggetto dello studio in questione. Su quella italiana garantisco che si può fare ancora molto per migliorare non solo la prosa ma anche l’ortografia :-)
Aggiornamento: (16:45) se volete una spiegazione più dettagliata, andate dalla capa.

Guzzantone e cadreghino

Lascio più che volentieri ad altri il discettare sui problemi sessual-erettivi. Io personalmente trovo molto più interessante un altro punto dell’ultimo sfogo di Paolo Guzzanti: la sua spiegazione di perché non si è dimesso.
Intendiamoci: è verissimo che per la Costituzione italiana ogni parlamentare rappresenta solo e unicamente sé stesso. Ma è anche vero che il Porcellum non ci permette di scegliere nessuno, quindi il dettato costituzionale è già virtualmente invalidato. Ma soprattutto, anche se è vero che «per prassi consolidata le Camere NEGANO in linea di principio il voto favorevole alle dimissioni» se non in casi eccezionali, è anche vero che l’attuale maggioranza non ci penserebbe due volte su a sovvertire il principio, quindi non sarei così certo dell’affermazione guzzantesca «io avrei potuto fare il beau geste che sarebbe tanto piaciuto ai miei nemici, di proporre le mie dimissioni, per vedermele regolarmente respinte come da manuale» non è poi un teorema così certo.
Però Guzzanti riesce a dirlo molto bene, vero? ;-)
P.S.: non c’entra nulla, ma devo dire che da quando aprì il sito Guzzanti è riuscito a crearsi un suo stile, dai titoli wertmülleriani ai commenti con risposta puntuale in grassetto. Da questo punto di vista, un’ottima prova giornalistica.

attrattori automobilistici

Bisogna dire che questa settimana si vedono molte meno automobili in giro per Milano – almeno per la parte nord che mi tocca fare nel tragitto casa-ufficio. Soprattutto vedo molte meno automobili ferme a Milano: in una città dove il numero di automobili è superiore a quello dei posti auto questo è ancora più sconcertante, e mi fa pensare che la gente si sia davvero spostata via dalla città e non sia semplicemente nascosta dietro le tapparelle di casa propria.
C’è solo un’eccezione: via Padova. Lì a ora di pranzo la seconda fila è semplicemente continua. È vero che mi sa che questi parcheggianti artistici siano per la maggior parte italiani e quindi fuori dalla loro giurisdizione, ma non è che gli amici di Ignazietto La Russa (insomma, le ronde militari) potrebbero far qualcosa? va bene anche un blindatino che sfasci un poco le auto…

_Coincidences, Chaos and All That Math Jazz_ (libro)

[copertina] Scopo dichiarato degli autori di questo libro (Edward B. Burger e Michael Starbird, Coincidences, Chaos and All That Math Jazz, W.W.Norton 2006 [2005], pag. 276, $15.95, ISBN 978-0-393-32931-5) è presentare la matematica senza usare formule, al limite con un linguaggio che dovrebbe essere umoristico almeno per chi apprezza lo stile; non giochi di parole alla Ian Stewart, ma battute storpiando le frasi fatte, un po’ come nel titolo stesso del libro. Il contenuto è abbastanza classico per questo tipo di divulgazione, spaziando dalla sezione aurea alla matematica del caos per arrivare alla quarta dimensione e ai numeri transfiniti (con l’albergo di Hilbert dove sono andati gli infiniti giocatori della squadra dei Cardinals :-); molto apprezzabile il fatto che gli autori siano spesso riusciti a trovare un approccio diverso dal solito per la presentazione.
Insomma, materiale usuale ma presentazione insolita.