Un po’ di tempo fa, Lidl ha pubblicizzato anche in Italia la sua carta revolving, Lidl Card. Nemmeno troppo una sòla, visto che comunque potevi pagare in rata unica il cinque del mese senza interessi, e i tassi erano comunque inferiori al 10%.
Oggi, mentre passavo a comprare le similCampagnole, ho notato un cartello scritto al PC che comunicava che dal primo settembre non sarebbero più state emesse Lidl Card, e che quelle esistenti sarebbero state valide fino alla scadenza naturale.
Chissà come mai c’è stato questo improvviso cambio di strategia… così improvviso che a oggi il sito non dice nulla.
piccolo infermiere
Per la profilassi dopo la sua gestosi, Anna deve farsi ogni sera un’iniezione di eparina. Ieri sera però non c’erano a disposizione né suo padre né Simona, e quindi c’era qualche piccolo problema a farle la puntura. Io in teoria avevo osservato il funzionamento del tutto – è una sottocutanea, quindi non è che ci sia chissà quale cosa da fare – ma giustamente Anna non si fidava troppo del sottoscritto; così abbiamo provato ad andare alla farmacia notturna vicino a casa… solo per scoprire che il farmacista non può fare iniezioni.
Risultato finale? un grosso respirone da parte mio e di Anna, e un ago da me conficcato nel suo braccio. La stoica non ha nemmeno urlato… però stasera, con la scusa che c’era suo padre, se l’è fatta fare da lui :-)
gioco della domenica: Max Damage
Questo Max Damage della Armor Games è un altro dei cosiddetti “giochi basati sulla fisica”. Il nostro Max – almeno immagino si chiami così – è uno che vuole distruggere tutte quelle belle cose che abbiamo in casa. Ha a disposizione un cannone il cui alzo e la cui potenza possono variare: nei quarantanove livelli del gioco serviranno tutte quelle possibilità. Quando non potete lanciare nulla addosso al vostro collega/compagno potrebbe essere una buona idea farci una partitina!
(via Passion for Puzzles)
Dino Boffo
Ma capita solo a me che non appena sento il nome del direttore di Avvenire mi venga subito in mente Terry Pratchett?
domanda affermativa
Cito (via voglioscendere) una parte del testo con cui il nostro PresConsMin di sua propria mano ha accompagnato la querela al gruppo editoriale l’Espresso per le famigerate “dieci domande” che tutti i giorni appaiono su Repubblica.
«Il lettore è indotto a pensare che la proposizione formulata non sia interrogativa, bensì affermativa ed è spinto a recepire come circostanze vere, realtà di fatto inesistenti.»
Traduciamo dal legalese in italiano: secondo i silvioavvocati, anche in cima alla lista ci sia scritto “Dieci domande” e che ciascuna delle frasi termini con un punto interrogativo non significa nulla: i telespettatori medi – quelli che in tempi non sospetti il signor B. definì “undicenni neppure troppo intelligenti” – non si accorgono della cosa e pensano che quelle siano delle realtà vere e proprie. Mi domando se l’undicenne italiano sia così poco sveglio: ma se lo dice Lui allora dev’essere vero.
E adesso non venitemi a dire che Berlusconi avrebbe potuto semplicemente rispondere alle domande e farla finita lì, ché tanto non è sotto giuramento e comunque può sempre spergiurare di essere stato frainteso. Io sono ragionevolmente convinto che la querela sia stata fatta solo e unicamente perché il PresConsMin ha visto troppi film e vuole avvalersi della facoltà di non rispondere :-)
Virgilio Savona
Chissà perché il Corsera ha deciso di mettere la notizia della morte di Virgilio Savona nell’edizione napoletana del quotidiano online.
Il nome di Savona magari non vi dirà molto, ma ancora per la mia generazione il Quartetto Cetra è stato uno degli accompagnamenti musicali dell’infanzia. Lasciamo perdere il divertissement “Nella vecchia fattoria“, che poi è la versione italiana di non so quale brano popolare irlandese; ma in genere ho trovato sempre piacevole il loro modo garbato di raccontare le cose e gli arrangiamenti vocali – generalmente proprio di Savona – che davano un certo stile alle parodie musicali in cui erano bravissimi, come nella Biblioteca di Studio Uno. Sì, era la televisione degli anni ’60, forse addirittura la rivista degli anni ’50, e non vorrei certo tornare a quei tempi; però perché buttare via indiscriminatamente tutto quello che c’era allora? (E poi attenzione: nel 1970 Savona ha scritto per Gaber delle canzoni tratte da poesie di Ovidio, giusto per far presente che non è che qua ci fossero solo canzonette)
Vi lascio un link da YouTube, un successo dei Cetra della fine degli anni ’50: Un disco dei Platters. Se non sapete nemmeno chi siano stati i Platters… vabbè, tornate a sentire i Tokio Hotel.
la musica innata
Gelia mi ha segnalato questo video. Bobby McFerrin (“Don’t worry, be happy!”) inizia il suo show cantando una nota e invitando il pubblico a cantarla con lui. Poi si sposta un po’ in là e ne canta una un po’ più alta; dopo un po’ di allenamento, e partendo con solo quattro note, inizia a spostarsi su e giù per il palco, armonizzando il coro del pubblico. Ma la cosa più stupefacente è quando si sposta oltre le quattro note iniziali: il pubblico indovina (o magari sa dentro di sé?) qual è la nota giusta da cantare.
Per la cronaca, la scala utilizzata è la pentatonica: le note cantate inizialmente sono – a meno di trasposizione – do, re, mi e la basso. McFerrin dice poi che ha sempre avuto la stessa reazione dal pubblico dovunque si trovasse, come se la scala pentatonica fosse effettivamente innata in noi. Sarà vero? non lo so, però garantisco che il video dà da pensare.
Grande distribuzione: più concentrata di quanto sembri
Tutto è partito da questa notizia sul sito della BBC, che segnalava come il gruppo Carrefour aveva chiuso il primo semestre 2009 in perdita a causa di operazioni straordinarie in Italia. Che esistesse Carrefour Italia lo sapevo, che i supermercati GS siano comunque del gruppo Carrefour lo sapevo pure, ma la storia non finisce lì.
A quanto sono riuscito a scoprire, già nel 2000 Carrefour era entrata con un 20% nel capitale di Finiper (la società che gestisce i supermercati Iper); Finiper a sua volta si era presa il controllo dei supermercati Unes. La cosa è continuata più o meno così negli anni (vedi 2005, dicembre 2008, lo scorso luglio), il tutto naturalmente all’oscuro del consumatore che pensa di avere una differenziazione dei punti vendita. Probabilmente i 400 milioni segnati a perdita dal gruppo Carrefour serviranno per acquistare la quota di maggioranza in Finiper.
Infine una chicca: chi è il presidente di Carrefour Italia, nonché patron di Finiper e Unes? Tal Marco Brunelli, giovinotto classe 1927 il cui nome non dirà nulla a nessuno ma è stato il cofondatore di Esselunga assieme a Bernardo Caprotti e poi di quelli che ora sono i supermercati GS insieme al fratello di Caprotti, Guido. In pratica, quello che rimane della grande distribuzione italiana è nelle mani di due ultraottantenni.