Grande distribuzione: più concentrata di quanto sembri

Tutto è partito da questa notizia sul sito della BBC, che segnalava come il gruppo Carrefour aveva chiuso il primo semestre 2009 in perdita a causa di operazioni straordinarie in Italia. Che esistesse Carrefour Italia lo sapevo, che i supermercati GS siano comunque del gruppo Carrefour lo sapevo pure, ma la storia non finisce lì.
A quanto sono riuscito a scoprire, già nel 2000 Carrefour era entrata con un 20% nel capitale di Finiper (la società che gestisce i supermercati Iper); Finiper a sua volta si era presa il controllo dei supermercati Unes. La cosa è continuata più o meno così negli anni (vedi 2005, dicembre 2008, lo scorso luglio), il tutto naturalmente all’oscuro del consumatore che pensa di avere una differenziazione dei punti vendita. Probabilmente i 400 milioni segnati a perdita dal gruppo Carrefour serviranno per acquistare la quota di maggioranza in Finiper.
Infine una chicca: chi è il presidente di Carrefour Italia, nonché patron di Finiper e Unes? Tal Marco Brunelli, giovinotto classe 1927 il cui nome non dirà nulla a nessuno ma è stato il cofondatore di Esselunga assieme a Bernardo Caprotti e poi di quelli che ora sono i supermercati GS insieme al fratello di Caprotti, Guido. In pratica, quello che rimane della grande distribuzione italiana è nelle mani di due ultraottantenni.

Moria di librerie

È di questi giorni la notizia della chiusura di un’altra libreria milanese sufficientemente nota, la Libreria di Porta Romana; chiusura che segue quella degli Archivi del ‘900 (che mi ero perso, dopo il loro spostamento dalla parte opposta di Milano rispetto a casa mia) e quella della Libreria del Giallo.
Il Corsera ieri ha parlato un po’ più a lungo di questa moria di librerie, e aperto un forum dove come al solito è meglio lasciar perdere la lettura se non si ha il coraggio e la forza di tirare fuori le poche perle nel mare magnum dei commenti. Sapendo che qua nell’orticello il rapporto segnale/rumore è molto più alto, vi chiedo che cosa ne pensiate.
Da come la vedo io, il mercato dei libri, oltre che contrarsi, si è estremizzato; abbiamo da un lato i bestseller che trovi anche all’autogrill, da un altro lato le iperlibrerie tipo Feltrinelli e Mondadori, almeno nelle grandi città come Milano, e infine Internet per i divoratori di volumi e chi cerca opere della cosiddetta coda lunga (quorum ego). Forse nella cittadina da 20-30000 abitanti, diciamo anche 50000, una libreria “classica” – di quelle dove puoi chiacchierare con il libraio che ti consiglia il libro giusto per te e magari te l’ha anche tenuto da parte – può funzionare ancora. Ma mi sa che in una grande città il modello sia ormai irrimediabilmente superato. Il libro è un prodotto, e lo si vende come al supermercato. I gourmet ci sono ancora, ma l’offerta è così ampia che nessuna libreria standard può riuscire a gestire un magazzino decente.
Forse un print-on-demand davvero funzionante sarebbe una soluzione: mentre chiacchieri col libraio ti viene immediatamente stampata la tua copia. Ma questa mi sa sia troppo fantascienza.

Videocracy

C’è questo “documentario creativo” di Erik Gandini (nato e cresciuto in Italia, ora vive in Svezia) che racconta di trent’anni di un grande “esperimento televisivo” avvenuto in Italia. Che il sottotitolo sia “Silvio Berlusconi”, non c’è nemmeno bisogno di dirlo.
C’è questo trailer (due minuti e dieci, tante donne nude, qualche immagine di Silvio vestito, mai accoppiate nello stesso frame o in frame vicini) che non vedremo in tv: Mediaset, o meglio Publitalia, l’ha rifiutato dicendo che vedevano film e trailer come attacco alle tv commerciali; non posso dare loro tutti i torti. E la Rai?
Secondo Repubblica, la casa distributrice ha ricevuto una lettera in burolegalese di cui viene dato uno stralcio. Purtroppo non ho trovato la lettera originale, e il testo della Maria Pia Fusco che accompagna il virgolettato sembra uno dei miei post scritti mentre sto facendo tre altre cose; quindi non posso garantirvi la correttezza. Ve lo lascio comunque per il vostro sollazzo: “dato il proprietario delle reti e alcuni dei programmi «caratterizzati da immagini di donne prive di abiti e dal contenuto latamente voyeuristico delle medesime si determina un inequivocabile richiamo alle problematiche attualmente all’ordine del giorno riguardo alle attitudini morali dello stesso e al suo rapporto con il sesso femminile formulando illazioni sul fatto che tali caratteristiche personali sarebbero emerse già in passato nel corso dell’attività di imprenditore televisivo»”.
Io non so chi di voi abbia mai usato la parola “latamente”. A parte questo, raducendo in italiano il tutto direi che il risultato è più o meno “dal trailer non solo sembra che il PresConsMin sia un puttaniere, come sono in tanti ad affermare in questo momento; ma che lo sia stato in tutti questi decenni”. Onestamente, è possibile, oserei quasi dire probabile, che il film presenterà una tesi del genere; ma dal trailer io non me ne sono proprio accorto. Solo che in Rai sono tutti amici del giaguaro, e quindi avranno pensato che è meglio non fare nemmeno sapere che un film del genere esista; meglio perdere un po’ di soldi rifiutando di far passare il trailer.
Purtroppo la possibilità più semplice per rifiutarlo “ci sono troppe donne nude” se l’è giocata già da troppo tempo :-)

Zanzare (tema ricorrente)

Io non ce l’ho così tanto contro le zanzare. Diciamo che se avessi un Super Catturatore di Zanzare e questa meraviglia della tecnica ne catturasse viva una che non ha ancora lautamente pasteggiato, non avrei alcuna obiezione a che la macchina le facesse un corso accelerato dal gruppo di autoterapia Succhiatori Anonimi e la convincesse a nutrirsi da quel momento in poi solo di sangue sintetico. La stessa macchina però, nel purtroppo più probabile caso in cui l’alato suchiatore avesse già lautamente pasteggiato, dovrebbe innanzitutto ammazzare le larve, togliere poi le ali alla salassatrice e lasciarla morire così, indifesa. So bene che una tale tortura non serve assolutamente a nulla, ma sono convinto che ogni tanto un po’ di soddisfazioni morali toccano anche a me. Non è possibile che già alle 18.30 io inizi a grattarmi come un dispertato, e alle cinque del mattino le senta ancora!
In una notizia correlata, com’è che ieri a casa mia c’erano tante di quelle mosche che sembrava di essere in una stalla? È un nuovo piano dell’assessore milanese al traffico per valutare quali sono i flussi preferenziali?

non tutti gli scontrini sono uguali, ma…

Qualche giorno fa sul dorso locale di Repubblica è apparso questo articolo, dove due giornalisti (uno finto-straniero e l’altro finto-milanese) chiedevano a due tavolini distinti le stesse cose, per vedersi spesso fare due prezzi diversi, oppure perché la “straniera” non si vedesse dare lo scontrino fiscale. Tra i vari locali visitati c’è stato il Caffè Mercanti in via dei Mercanti (per i non milanesi: praticamente in Duomo) dove lo scontrino “straniero” è stato praticamente il doppio di quello “locale”; o se preferite, lo scontrino al bauscia è stato praticamente la metà di quello fatto alla turista.
No, non è la stessa cosa. Come il bloggher d’inchiesta mfisk ha verificato di persona, il prezzo fatto pagare alla sedicente turista estera era esattamente quanto indicato nei cartelloni appesi all’esterno del negozio. Tre euro e mezzo per una bottiglietta d’acqua da mezzo litro portata al tavolo secondo me è un furto, ma una volta che tu puoi saperlo in anticipo sei tu che scegli di essere rapinato, cosa di cui hai tutto il diritto. Se poi il barista vuole fare uno sconto a quello che potrebbe essere un futuro consumatore abituale, di nuovo quella è una sua scelta; l’Unico Prezzo Imposto – Milano (o era Unione Per Imbrogliare Meglio?) lo deve fare un ente pubblico, non certo un privato.
Faccio pubblica ammenda per esserci cascato anch’io ed essermi fermato alla prima lettura dei fatti, senza pensare a possibili altri fatti di contorno che avrebbero cambiato il quadro generale.

credenze causali feline

In uno dei libri che sto leggendo (Sei cose impossibili prima di colazione) l’autore afferma che gli animali non sono capaci di credenze causali, cioè di pensare che da A segua B (che in effetti lo segua o no è irrilevante ne contesto del libro e nel mio). Ha qualche dubbio sui primati superiori, ma nulla di più. Sarà.
Io mi sono accorto già da un certo tempo che la nostra gatta Ariel va a mangiarsi una felce – per vomitarla subito dopo – quando ha della pappa che non le piace e noi non ci decidiamo a cambiarla pur essendo a casa. Oggi a pranzo mangiavamo del filetto, mentre il suo petto di pollo era rimasto praticamente intonso. Ariel ha iniziato a piazzarsi speranzosa vicino alla sedia di Anna, poi alla mia, poi di nuovo a quella di Anna: vedendo che facevamo gli gnorri, è partita diretta verso la felce.
Decidete voi.

DeferredSender: manda oggi una mail per domani

A volte può essere necessario inviare delle email non immediatamente ma dopo un certo periodo: chessò, siete in ferie ma volete far vedere al vostro amichetto del cuore che vi siete ricordati del suo compleanno.
DeferredSender è un sito che vi permette di farlo anche se la vostra religione vi vieta di usare Outlook e non siete così esperti di Linux da crearvi un task crontab all’uopo. Basta iscriversi al sito e inviare loro una mail a uno speciale indirizzo, iniziandola con alcune righe che spieghino a chi debba effefttivamente andare, e via! Beh, almeno dovrebbe funzionare così: quando l’ho testato dalla webmail Virgilio, mi è stato detto che il dominio non esisteva e sono dovuto passare via Tiscali.
Una volta inviati i messaggi, è possibile vedere il loro stato, e quindi sapere quali sono stati spediti e quali ancora in coda, cancellando evidentemente questi ultimi se le condizioni al contorno sono cambiate :-)
(via Free Download a Day)

out of order (fannullone brunettiano)

Oggi e domani sono a casa in mutua. D’altra parte, dopo aver scritto questo messaggio torno a letto :-)
Per le buone notizie, Anna è rientrata a casa. Per i gemelli, ci vorrà un mesetto ma noi sappiamo attendere.