In questo settembre sembra che il nostro Presidente della Repubblica si sia improvvisamente svegliato. Ha iniziato mercoledi, chiedendo ai giornalisti che fine avesse fatto il disegno di legge sulle intercettazioni. Ha proseguito ieri, dicendo sempre ai giornalisti, mentre parlava della necessità per l’Italia di avere una politica industriale seria, che visto che al momento e negli ultimi quattro mesi il ministro in questione non c’è allora avrebbe “passato la voce
”.
Io ne ho accennato umoristicamente nella mia vignetta, ma vedo che anche il Post ha fatto almeno inizialmente lo stesso parallelo, pur non condividendolo. La cosa che mi stupisce è che sicuramente Napolitano sa che questo non è il tipo di battute apprezzate da Berlusconi (e da parecchi parlamentari PdL, anche se sono certo che molti di loro le capiscono perfettamente e magari di nascosto le apprezzano anche); non credo che abbia semplicemente voglia di scherzare un po’ con i giornalisti o divertire un po’ di italiani, quindi significa che ci dev’essere qualcosa dietro. Mi sa che il più preoccupato in questo momento è Gianni Letta :-)
Il parlar figurato (libro)
Bice Mortara Garavelli da decenni cerca di raccontare agli italiani come funziona la retorica. Stavolta con questo agile libretto (Bice Mortara Garavelli, Il parlar figurato – Manualetto di figure retoriche, Laterza 2010, pag. 178, € 12, ISBN 978-88-420-9213-1) forse ci è riuscita sul serio. Il problema principale quando si trattano questi temi, in effetti, è quello di trovare il modo per passare dall’esempio al nome; se qualcuno (qualcuno a caso…) parla infatti di anadiplosi si può sempre prendere il vocabolario e cercare il lemma corrispondente, ma partire dall’esempio per arrivare al nome è irrealizzabile. In questo caso invece l’indice serve proprio a dare un nome alla figura; nel testo c’è poi la spiegazione anche storica, terminata da una definizione vocabolariesca. Nel caso vi chiediate perché mai serva conoscere le figure retoriche, la risposta è banale: le dichiarazioni di politici e persone altolocate sono fatte apposta per nascondere la realtà per mezzo di esse, e quindi è opportuno accorgersi di quello che ci sta dietro.
primo settembre
A dirla tutta, qui in ufficio ieri è già stata una giornataccia. Però il Vero Inizio dell’anno, come si sa, è il primo settembre, cioè oggi.
Occhei, potrei dire che quest’anno per me c’è un motivo in più, visto che stamattina i giovini iniziano l’inserimento al nido; ma è indubbio che stamattina mi sia trovato molto più traffico di quello di ieri, il che significa che non sono l’unico a considerare il primo settembre come un vero spartiacque.
Ma a questo punto non si potrebbe fare una mozione per rendere lavorativo capodanno e festivo il primo settembre? :-)
paralleli
le circonferenze degli ombrelloni
La notizia è vecchiotta, anche se Sleepers me l’aveva spedita immediatamente; ma le vacanze sono vacanze, e non avevo voglia di mettere su l’armamentario per postare sul blog.
Tanto per cambiare abbiamo il solito pool di ricercatori (stavolta dell’università di Valencia, chissà se la ricerca l’hanno fatta a Ibiza) che ha studiato l’utilità degli ombrelloni per proteggersi non tanto dal sole quanto dai raggi ultravioletti. Si scopre così che gli ombrelloni usati per il test sono bianchi e blu, ma soprattutto «alti un metro e mezzo e con una circonferenza di 80 centimetri». Ottanta centimetri di circonferenza significa circa venticinque centimetri di diametro; non dico che siano ombrellini da aperitivo, ma nemmeno un ombrello tascabile da pioggia è così piccolo. In effetti Sleepers ha anche recuperato l’abstract dell’articolo originale, dove si scopre che gli 80 centimetri sono il raggio dell’ombrellone – e la cosa torna – e anche che l’altezza non è 150 cm ma un metro, il che in compenso dà qualche perplessità sull’altezza del turista vacanziero spagnolo. Resta il fatto che a volte non è nemmeno facile copiare i numeri, mi sa!
Il sistema informatico Auchan
Ieri Anna e io siamo andati all’Auchan di Cinisello Balsamo per fare la spesa. Per amor di precisione c’erano anche i bimbi e le casse Auchan sono strette, quindi io sono uscito e passato dall’altro lato mentre lei metteva la roba sul nastro. Alla fine porgo bancomat e carta fedeltà (la Nectar) e mi sento dire “mi spiace, ma doveva darla prima che io battessi il totale, adesso il conto è bloccato”. Al punto assistenza hanno confermato che non è possibile fare nulla, perché “i punti vengono caricati man mano che si passano i prodotti”; cosa che immagino sia totalmente falsa, a meno che il sistema informatico sia ancora più stupido di quanto uno possa immaginare.
Già non ha un gran senso che il sistema si blocchi nel momento in cui il cassiere pigi il tasto “totale”; nelle casse Esselunga, tanto per fare un esempio, la chiusura della transazione si ha solo dopo che l’utente ha pagato. Fateci caso: voi consegnate contanti e/o plastica, digitate eventualmente il pin, e solo allora lo scontrino appare. Nemmeno ha senso che il cassiere, che si immagina sappia di questa cosa, non chieda fin dall’inizio se uno ha la carta fedeltà; ma su questo sorvolo. Quello che però per me è proprio incredibile è che nessuno abbia pensato a un sistema di backup: lo scontrino ha un numero identificativo, basterebbe inserirlo e caricare i punti sulla carta. Il fatto che nessuno abbia pensato a una cosa simile la dice lunga su come si studino le interfacce oggidì.
gioco della domenica: Music in Motion
Copincollo, senza nemmeno tradurre, dalla descrizione di Music in Motion: «This is not your standard music based game. It is an experimental game to test how music and platformers can mix. You do not have to play to the rhythm, but rather the rhythm plays with you.»
Se ho capito bene, scopo del gioco è far correre l’omino saltando gli ostacoli… che nascono a seconda della musica che viene contemporaneamente suonata. Io sono uscito pazzo dopo trenta secondi, non so voi.
(via Passion for Puzzles)
Legends – volume 2 (libro)
A leggere questo libro (AA.VV., Legends – volume 2 [Legends], Sperling&Kupfer 2002 [1998], pag. 435, € 19, ISBN 978-88-200-3389-7, trad. Marina Deppisch e Francesco Di Foggia) ho scoperto una cosa: la fantasy (vera e propria, Harry Potter non c’entra) è una palla. Mettere insieme i racconti di vari grandi del settore mi ha fatto vedere come con tutte le variazioni possibili ci sia sempre la stessa storia dietro, e che quindi io debba prendere questa roba con le molle. Faccio eccezione per Terry Pratchett, il cui racconto apre il libro; ma Pterry notoriamente non scrive fantasy, anche se ne usa i personaggi. Granny Weatherwax e Nanny Ogg, le protagoniste del racconto, sono due streghe; ma la storia è a dire il vero un racconto di psicologia sociale.
Traduzione buona, tranne proprio nel racconto pratchettiano dove mi è rimasta la sensazione che la traduttrice abbia sbagliato registro linguistico; ma forse è perché sono abituato a leggerlo in inglese.