Terza e ultima raccolta della rubrica tenuta da Martin Gardner sull’Isaac Asimov Science Fiction Magazine, il risultato finale di questo libro (Martin Gardner, Riddles of the Sphynx, MAA 1987, pag. 164, $15, ISBN 978-0-88385-632-1) è però a mio parere un po’ inferiore rispetto alle raccolte precedenti: non tanto per i problemi basati sui giochi di parole, che sono sempre stati una caratteristica di questa serie, quanto per quelli matematici che spesso mi sono sembrati davvero troppo semplicistici.
Sono pochi i giochi per cui vale davvero la pena di mettersi su a studiarli, anche se queste eccezioni meritano comunque il lavoro. Detto questo, non dovrebbe comunque essere necessario aggiungere che la prosa gardneriana è sempre così piacevole da essere un valore aggiunto di suo. Il libro è praticamente fuori catalogo, però; solo Amazon USA sembra averne qualche copia, forse recuperata da un wormhole. L’unica speranza, oltre che andare sul mercato dei libri usati, è che la MAA decida di ripubblicarlo, probabilmente a prezzo più elevato – ma non si può pretendere tutto dalla vita, no?
con i libri si guadagna
Le meraviglie della PEC
Dovendo inviare una comunicazione all’INPS, la scorsa settimana ho pensato di sfruttare la bellissima casella di Posta Elettronica Certificata che il ministro Brunetta ha gentilmente fornito a chiunque sopravvivesse alla procedura di attivazione.
Entro nel sito, e scopro che ci sono già più di 110.000 caselle attivate: niente male, davvero. Sì, per altre 130.000 è stata richiesta ma non perfezionata l’attivazione; ma come dicevo sopra è chiaro che la procedura è stata studiata come prova di iniziazione. Entro nella mia casella, cerco l’indirizzo dell’INPS milanese, e scopro che c’è giusto la casella del direttore. Vabbè, penso, sarà poi lui a smistare.
Mi accingo a scrivere un messaggio, allego i due PDF della documentazione (meno di 300 KB, sono due semplici scansioni); ma all’atto dell’invio mi appare uno strano messaggio di errore. A quanto pare, c’è un timeout brevissimo: se non si completa il messaggio in un minuto o giù di lì la sessione scade e bisogna ricominciare da capo. Vabbè, penso, è giusto: magari qualcuno lascia il proprio PC incustodito e qualcun altro gli fa uno scherzetto.
Preparo tutto fuori linea, copio il testo, aggiungo gli allegati, premo invio. Nuovo messaggio di errore: “il messaggio non può essere inviato”. Punto. Nessuna spiegazione mi viene data di cosa ho fatto di male per non poter spedire un messaggio a un ente pubblico. Alla fine mi sono trovato costretto a prendere la mia bicicletta, andare alla sede INPS, che per fortuna non è lontana né dalla casa né dall’ufficio, e farmi la mia simpatica coda per avere protocollata la mia comunicazione.
Post Scriptum: questo messaggio originariamente l’avrei voluto inviare al ministero per la pubblica amministrazione e l’innovazione. Peccato che non sembra proprio che il ministero abbia alcuna casella di Posta Elettronica Certificata. Innovator innova te ipsum?
Aggiornamento: (9:30) Come Capitaneus mi fa notare nei commenti, se uno sa cercare bene scopre che nella presidenza del Consiglio dei Ministri (on. cav. lav. dott. Silvio Berlusconi) c’è la voce
Dipartimento della Funzione Pubblica
Antonio Naddeo
ROMA – Corso Vittorio Emanuele 116
protocollo_dfp@mailbox.governo.it
Brunetta no, e il povero signor Naddeo è uno dei pochi della lista che non è neppure almeno cons., ma tant’è. Alla Funzione Pubblica qualcuno potrebbe rispondere, e immagino che sia quello il posto giusto. Che dite, scrivo a lui?
Ubi maior
I giudici hanno escluso il concorso esterno in associazione mafiosa di Dell’Utri dopo la nascita di Forza Italia. Non ce n’era più bisogno.
coerenza
Se qualcuno è felice della decisione della Corte Suprema USA di non decidere, e quindi di ammettere le cause civili contro il Vaticano nei casi di pedofilia, non ci sono problemi. Da quanto leggo qua e soprattutto qua, però, mi sembra che la causa sia solamente civile e non sia mai stata tentata una causa penale. Se è così, mi immagino che il qualcuno sia felice quando i nostri politici e uomini importanti intentino cause civili milionarie per presunta diffamazione.
(Io non ho nulla contro le cause civili, basta che siano precedute da una causa penale quando i comportamenti sono illegali per il codice penale. La pedofilia è sicuramente uno di questi casi)
Pubblicità morbosa
Oggi le agenzie hanno battuto la notizia che Pietro Taricone era gravissimo per una caduta col paracadute. Oggettivamente la cosa non mi ha toccato molto: datemi pure del cinico, ma non vedo perché io debba essere interessato a tutte le disgrazie. Poi Layos mi segnala che su Wikipedia l’attore è già indicato come morto. La cosa mi interessa già di più; controllo che non sia effettivamente morto, e blocco momentaneamente la pagina in scrittura per gli utenti non registrati, dopo averla corretta.
Più tardi Layos mi avvisa di questa pagina di youreporter.it, dall’eloquente titolo “Wikipedia dà già per morto Taricone” con tanto di screenshot della schermata in questione. Già l’idea di segnalare un errore di questo tipo in Wikipedia mi sembra piuttosto macabra, ma c’è di più: come si può vedere dalla cronologia, c’è un singolo indirizzo IP (95.246.181.48, indirizzo dinamico abruzzese per la cronaca) che ha continuato a rimettere la notizia della morte, nonostante gli venisse sempre tolta praticamente subito.
La mia sensazione è che l’anonimo modificatore è la stessa persona che ha pensato di scrivere a youreporter.it; statisticamente è difficile pensare altrimenti. Beh, se è così mi domando come faccia una persona a essere così meschina.
Aggiornamento: (23:15) mi fanno notare che anche il Corriere (nella sua edizione del Mezzogiorno) racconta della “gaffe di Wikipedia”, mettendolo nell’occhiello, facendo delle scuse pelose e sballando completamente i tempi in cui la voce ha riportato Taricone come morto. Ribadisco quanto scritto sopra.
a ciascuno il suo
Anche in Islanda fanno le leggi ad personam.
due barzellette matematiche
Non so se sia una cosa bella o brutta, iniziare la settimana con due (vecchissime) barzellette matematiche. Tant’è.
Vincere alle corse
C’era una volta un boss mafioso newyorkese rispettato e temuto da tutti, ma che aveva un cruccio: non riusciva mai a vincere alle corse dei cavalli. Certo, poteva usare ottimi argomenti per convincere gli altri fantini a non tagliare per primi la linea del traguardo; ma quello sarebbe stato per così dire lavoro, e allora il boss non si sarebbe certo divertito.
Pensa che ti ripensa, alla fine gli viene un’idea geniale. Rapisce un matematico di prim’ordine, lo fa portare in un laboratorio nascosto, e gli fa un bel discorsetto. “Guarda, hai due mesi di tempo per trovarmi un metodo sicuro per vincere alle corse. Ti darò tutto quello che ti serve, ma voglio un metodo sicuro. Se ci riesci, sarai ricco e tranquillo per tutta la vita; altrimenti non dovrai più preoccuparti del tuo futuro. Chiaro?” Il matematico non ha molte scelte, e tremando come una foglia si accinge all’opera.
Bisogna dire che il boss non era affatto convinto del micromanagement, e lasciò in pace il matematico per tutto il periodo. Solo alla fine dei due mesi tornò al laboratorio, fece chiamare il matematico, e gli chiese: “Allora? Questo metodo?”
L’altro balbettò “Sì, ho ottenuto qualche risultato preliminare…”
“Quali risultati?”
“Beh, che la soluzione esiste ed è unica.”
Dopo essersi assicurato che l’ormai fu matematico fosse diventato un’ottima armatura per un pilone di cemento, il mafioso pensò che forse avrebbe dovuto scegliere uno scienziato un po’ meno teorico e face rapire un fisico, a cui ripeté lo stesso discorsetto. Anche quest’ultimo si mise al lavoro di buona lena, chiedendo ogni tanto fondi per acquistare varie componenti meccaniche. Alla fine dei due mesi, quando il boss tornò nel laboratorio, il fisico era scarmigliato ma felice, con un pacco di fogli in mano e un non meglio identificato macchinario su un lato.
“Ci siamo! Non posso garantire la vittoria sempre, ma dai miei conti si evince che la simulazione raggiunge almeno il 99% di successo!”
“Va bene”, commentò il mafioso, “una volta ogni tanto posso permettermi il lusso di non vincere. Simulazione, hai detto?”
“Sì, per mezzo di questa macchina qua. Ho solo dovuto fare qualche approssimazione per riuscire a portare avanti i conti…”
“Approssimazione? Cosa vuoi dire?”
“Beh, in questo modello si suppone che i cavalli siano sferici…”
Contare le pecore
Durante una gita in campagna, un tizio vede un pastore che bada a un gregge di pecore e si ferma a scambiare qualche parola con lui.
“Certo che non dev’essere facile accorgersi che manca una pecora, vero?”
“No, non è un problema. Basta contarle ogni tanto.”
“Sì, ma sono così tante! Ad esempio, quante ce ne sono in quel gruppo là alla nostra destra?”
Il pastore si gira, dà un rapido sguardo, e risponde “settantanove”.
Il tizio si mette a contarle a una a una, e dopo un paio di minuti si gira e fa “Perdinci, è proprio vero! Ma come ha fatto?”
“È semplicissimo. Ho contato il numero di zampe e ho poi diviso per quattro…”