Il volantino elettorale di Fabio LUONI (cognome maiuscolo per spiegare all’elettore cosa deve scrivere, ma nome che correttamente precede il cognome) sono in realtà due volantini, su carta patinata da 180 g/m2. C’è il memento tascabile 10x7cm, probabilmente da portarsi in cabina elettorale nel caso si abbia qualche vuoto di memoria (ma non poteva farlo nelle classiche dimensioni 8,5x5cm di un biglietto da visita? aveva paura che non si vedesse la sua bella faccia?); e c’è il volantino vero e proprio, 10x21cm, per dare un’idea circa un terzo di un foglio A4.
Luoni è un bocconiano, avendo conseguitio la Laurea (maiuscola sua: ma d’altra parte ha anche il diploma di maturità Scientifica. Inizio ad avere l’impressione che per candidarsi occorra avere un Master in Maiuscolizzazione Assoluta) in Economia delle Amministrazioni Pubbliche. È probabilmente un mio vicino di casa, visto che ci tiene a far sapere che «Fare politica è la conseguenza dell’impegno di educatore nell’oratorio parrocchiale “L. Pavoni”» (no, qui niente maiuscole, l’oratorio si vede non conta poi così tanto, a differenza delle «radici Cristiane») e deve avere una moglie che è una santa donna, visto che il trentatreenne Luoni ha tre figli e oltre all’educatore all’oratorio fa il presidente del Movimento della Vita Ambrosiano, fa parte del Forum delle Associazioni Familiari e di Nuove Onde, e da dieci anni fa il consigliere circoscrizionale… anzi da nove, perché l’anno scorso è stato promosso a consigliere comunale (non c’è scritto nel volantino, ma ha preso il posto di Milko Pennisi, quello cuccato con la mazzetta della tangente. Mors tua, vita mea). E quando mai sta a casa? Io con i miei due unemezzenni non riuscirei a fare la metà di quelle cose! Ah sì, il nostro novello Bristow lavora «presso l’ufficio acquisti di una importante azienda italiana», quindi direi non la Chester-Perry… a meno che sir Reginald abbia una consociata italiana.
Il programma di Luoni è esplicito: yesman della Moratti su tutto quello che riguarda la famiglia, come «il buono libri, il bonus bebè, gli sconti tariffari nei nidi e delle materne» (sì, le preposizioni diverse sono sue. Però è l’unico punto, a parte le maiuscole, dove mi è cascato con l’italiano. E sì, per i miei due bimbi io pagherei solo 605 euro al mese); per il resto non si sa. Ad esempio nel suo sito afferma in grassetto «No alla costruzione di una moschea a Milano» e continua con «ho espresso in aula, concordando con la posizione del sindaco Letizia Moratti, la mia contrarietà alla costruzione a Milano di una grande moschea», ignaro che la sua capa ha risposto a Openpolis che lei è «molto favorevole» a «Garantire alla comunità musulmana della città adeguati luogo di culto, ove necessario attraverso la costruzione di nuovi edifici».
Ma del resto i 10x21cm proprio non permettono di sapere cosa ha fatto quest’anno come consigliere comunale, a parte essere sempre presente ma dimenticarsi ogni tanto di votare («100% di presenze e oltre il 94% di votazioni»); non ho nulla in contrario rispetto alla microgestione, ma scrivere «in questo anno mi sono impegnato effettuando numerose segnalazioni per cercare di risolvere alcuni piccoli problemi concreti che mi venivano segnalati (sistemazione piccole aree a verde con giochi per bambini, sistemazione buche nelle strade, pulizia di aree
)» è una presa per i fondelli. Se vuoi giocare in piccolo, mi metti la lista completa delle buche che hai fatto sistemare e delle piccole aree messe a verde.
Vabbè, il mio lavoro l’ho fatto. Contenti e votanti?