Una cosa che mi ha stupito dei millemila commenti sulle dimissioni di papa Benedetto XVI (dimissioni e non abdicazione: mica ha nominato il proprio successore!) è che praticamente nessuno ha notato la data in cui ha comunicato la sua scelta: l’11 febbraio è dedicato alla Madonna di Lourdes, ma soprattutto è la Giornata del Malato, e come ho già scritto la voce di Ratzinger, che mai è stata vibrante, era ancora più debole del solito. L’unico opinionista che ha citato la secondo me non-coincidenza è stato Vittorio Messori sul Corriere: Messori che probabilmente ha ragione a dire che la presenza di cardinali durante la cerimonia di canonizzazione di tre martiri è sembrato a Ratzinger il miglior consesso per esternare la sua decisione, e che quasi sicuramente non ha capito per nulla il perché della scelta di esprimersi in latino (con qualche errore di concordanza, notava piccato Luciano Canfora sempre sul Corsera). Il latino è la lingua ufficiale della Chiesa Cattolica Romana: perché avrebbe dovuto parlare in italiano?
proverbi aggiornati
lingue morte
Per Repubblica, «Benedetto XVI ha annunciato le proprie dimissioni in latino». Come se qualcuno lo capisse davvero, il latino.
Facebook e passatite
Ieri sera una mia amica ha postato su Facebook una foto di gruppo di più di venticinque anni fa, con un po’ di amici (quorum ego) a Napoli in occasione dell’ordinazione sacerdotale di un salesiano che mentre studiava a Torino faceva l’animatore nella mia parrocchia.
Nella foto ero taggato anch’io. Nulla di male: io non sopporto che mi tagghino in una foto dove non ci sono solo perché io la guardi, ma mi pare logico taggarmi quando effettivamente ci sono. Al limite posso dire di essere molto più bello adesso. Quello che mi stupisce è però che tra i like (non tra i commenti) ce ne siano alcuni di persone che ho conosciuto ben dopo quella data. Di nuovo nulla di male, ma mi chiedo la logica dietro. Piaceva loro la mia faccia di ventiquattrenne? Volevano semplicemente segnalare che avevano visto il post? O c’è qualcos’altro nelle dinamiche di interazione via rete che mi sfugge (non è il mio campo specifico, anche se lo faccio da quasi trent’anni)?
Quizzino della domenica: Quadrati ordinati
I numeri che vedete nella successione qui sotto sono tutti quadrati perfetti. Riuscite a scoprire in che specifico ordine sono stati scelti, e dire qual è il successivo?
1 – 9 – 16 – 4 – 36 – 25 – 121 – 196 – 64 – 169 – ?
(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p083.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì.)
_How to Draw Funny_ (libro)
Che io non sia capace a disegnare è una cosa nota a chiunque. Che io ogni tanto tenti disperatamente di fare qualcosa al riguardo è pure abbastanza noto. Ho riprovato con un libro della Klutz (David Sheldon, How to Draw Funny, Klutz Press 2009, pag. 49, Lst 9,99, ISBN 9781591746492), stavolta comprato nuovo e non usato. La cosa ha senso, perché il libro non è fotocopiabile (i disegni di base su cui lavorare sono stampati in celeste, mica scemi gli amici: però è un po’ una palla) e quindi la copia è al momento intonsa: inoltre con il libro vengono fornite matita, pennarelli e gomma oltre al normografo per i fumetti, insomma tutti gli ammenicoli vari.
Bisogna dire che i libri della Klutz sono sempre scritti in maniera divertente: quello di cui io mi lamento è che in un certo senso questo è un volume 2 e io non ho un volume 1 di partenza. David Sheldon spiega come modificare le espressioni facciali per ottenere un effetto piuttosto che un altro, e direi che lo fa anche piuttosto bene: però 49 pagine sono davvero pochine, e avrebbero potuto mettere un po’ di cose in più per l’educazione del futuro fumettista.
Vi farò sapere se mi sarà servito a qualcosa :-)
falle di sicurezza
Ricordate la storia della scorsa settimana con le porte tagliafuoco in ufficio tutte messe sotto allarme? Bene, da ieri pomeriggio la porta (c) non si chiude più perfettamente. Immagino che abbiano anche disattivato l’allarme: in fin dei conti un allarme che non si allarmi quando una porta sta aperta per troppo tempo è allarmante. Insomma, la situazione sta lentamente tornando alla normalità.
giornalisti
Ho ascoltato l’intervista che Giovanni Floris ha fatto a Silvio Berlusconi nella puntata di martedì di Ballarò (sì, sono in ritardo. Ho anche altre cose da fare nella vita). Non ho problemi a dire che mi sono deciso a farlo dopo aver visto la vignetta di Makkox: ognuno si sceglie i propri opinionisti politici.
A priori era chiaro che Berlusconi è messo male, se è costretto a infilarsi nella tana del nemico. Il nemico non era Santoro: Santoro è della stessa pasta di Berlusconi, ha bisogno di raccattare consensi, e lo si è visto nella puntata di Servizio Pubblico. Floris è schierato, su quello credo siano tutti d’accordo: ma dopo questa intervista l’ho rivalutato parecchio, perché ha fatto quello che uno si aspetterebbe faccia un giornalista in un paese civile: fare domande. Per fare domande non bisogna urlare – e io già non ci riuscirei, quando mi trovo dall’altra parte uno che quando attacca non la smette più: secondo me un qualunque confronto con Berlusconi può solo essere fatto usando gli orologi da scacchisti e azzittendo il microfono dopo che il tempo concesso per la risposta è scaduto. Per fare domande bisogna essersi preparati sull’argomento, e Floris lo è stato: il tormentone del cartello da mostrare non appena Berlusconi diceva qualcosa è stato rivelatore, ma lo è stata ancora di più la faccia che ha fatto per un istante quando ha detto all’ex PresConsMin che stava confondendo la riduzione del debito con le operazioni di cassa e l’altro gli ha risposto che tanto è la stessa cosa, basta mettere i soldi dall’una o dall’altra parte. Per fare domande bisogna essere in grado di mostrare le contraddizioni nel ragionamento altrui, come il chiedere quale sarebbe la differenza oggi rispetto al passato, visto che dice che non ha potuto govoernare a causa degli infidi alleati che guarda caso sono gli stessi (ah, questa legge elettorale non l’ha voluta Lui)
Poi intendiamoci, non credo che queste interviste spostino voti o sveglino in un senso o nell’altro possibili astenuti; i fan di una parte e dell’altra rimarranno sui loro spalti. Però è bello vedere per una volta un tentativo di fare parlare i fatti.