Strimma tu che strimmo anch’io

La parola di moda in politica in queste settimane è “streaming”. Parola usata a sproposito (per correttezza bisognerebbe parlare di “diretta streaming”, e addirittura il fatto che sia streaming è ininfluente); parola inglese – se ci fosse ancora Lui [*], si parlerebbe di “scorrente”, ne sono certo; parola che sembra dare chissà quale nobilità a discussioni al cui confronto le tribune elettorali condotte da Jader Jacobelli sembravano di un interesse estremo.
Però io sono un bastian contrario, e continuo a pensare che gli accordi si stipulano in pubblico ma si preparano in camera caritatis, con meno pressioni e più libertà di parola. Voi che ne pensate?
[*] Gabriele D’Annunzio. Che pensavate?

Ultimo aggiornamento: 2013-03-26 12:51

8 pensieri su “Strimma tu che strimmo anch’io

  1. delio

    in generale sarei d’accordo con te, e lo sono per quanto riguarda il pd, che avrebbe tutto da guadagnare dal parlare riservatamente. ma nel caso del m5s forse le dirette non sarebbero male, visto che dall’osservanza o meno dei diktat politici elaborati nelle riunioni deriva/può derivare l’espulsione dal gruppo.

  2. mestesso

    Ni.
    Nel senso che (la vita parlamentare) non è a logica binaria tutto|niente. Alcune cose (riunioni dove si raccolgono le idee ed in generale il confronto) sarebbe un bene fossero strimmate :-). Altre cose no…
    In generale dato che nessuno (in Italia) strimma niente, anche qualcosa in più fa solo bene ;-).

  3. .mau.

    le riunioni dove si raccolggono le idee sono quanto di meno strimmabile dovrebbe esserci! Un conto è decidere di rendere pubbliche le idee che non sono state approvate, se le si ritiene comunque valide; altra cosa è tarpare le proposte. Io voglio il diritto di poter dire una cazzata in segreto!
    (che poi io pubblichi le mie cazzate qui sul blog non è una contraddizione: un conto è avere un diritto, un conto è decidere se esercitarlo)

  4. mestesso

    @.mau.: in politica è molto più importante sapere le cazzate che uno fa, che in parte dipendono da quelle che dice solamente e sopra tutto per noi elettori è *molto* importante sapere le scemenze anche solo dette.
    Io (elettore) voglio avere il diritto di sapere tutte le cazzate (di un mio eletto)!

  5. Bubbo Bubboni

    Il tema mi ricorda di quando c’era la DC e da un lato era un fioririre di ragionamenti sofisticati e complessi sui valori e dall’altro era considerata normale la più bassa macelleria spartitoria perché “la politica si fa così”.
    Il punto non è la preparazione dell’accordo, con le sue ipotesi che in mano ai media diventerebbero “tizio impone il tale diktat” oppure “tale apre responsabilmente alla tale richiesta”, ma il contenuto integrale dello stesso.
    Guardando a ritroso potremmo ritenere che gli accordi non si chiudevano con la loro presentazione e votazione rigorosamente verbalizzata e “inviata in rete bit a bit”. Gli accordi comprendevano consulenze, sinecura in società quotate, immunità per criminali del partito sparpagliati su base regionale, leggi per amici e parenti, ecc. ecc.
    Non è che lo stream impedisca questo tipo di negoziazione e di crimini ma non è male se si diffonde l’idea che quel tipo di accordi spartitori non sono la normalità della politica ma ne rappresentano la patologia e la degenerazione.
    Analogamente non troverei corretto discutere in pubblico i curricola per l’assegnazione di una sinecura pubblica (perché ci sono giudizi su persone) ma trovo appena necessario che i CV siano presentati secondo regole certe e che siano pubblici nel loro contenuto (perché lo stipendio di uno sono le tasse di tutti gli altri).
    E ora, per riprendermi dopo tanta “saggezza”, vado a leggermi qualche articolo sull’importanza del programma affinché l’elettore voti responsabilmente e sulla scarsa democrazia interna al tale partito :-)

  6. marcoxa

    Dipende….
    Le “preparazioni” in camera caritatis possono generare mostri che poi vengono “stipulati” in pubblico. La trasparenza esige che almeno si *sappia* cosa è stato preparato *prima* (e con tempistiche utili) della stipulazione.
    Baci
    Ntuniott

  7. mfp

    Secondo me invece si preparano in pubblico con tutta la libertà di espressione desiderata e gradirei anche un po’ di parolacce ma senza pericolose metafore, così da poter sintetizzare efficacemente i concetti chiave; al piu’, se ci sono troppe parolacce, o costrutti inintellegibili, o parosodia estremamente pallosa che si aggiunge a materia estremamente pallosa … si cambia canale.
    Ti diro’ di piu’: visto che fino a prova contraria esiste ancora la Legge Anselmi, darei una Pena Mitnick a tutti gli eletti (ie: divieto di possedere un computer, un qualunque telefono diverso da quello fisso analogico disponibile in ufficio, e il braccialetto carcerario come unico dispositivo digitale ma su cui grava il divieto assoluto di manomissione… pero’ se vogliono possono mozzarsi una mano per toglierselo, oppure dimettersi).

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