Anche oggi un qualche media è riuscito a portarsi a casa la giornata con una “galleria fotografica” del vandalismo su una voce di Wikipedia; stavolta ha vinto l’Espresso con la pagina sul Partito Democratico che è diventato “di centro-sinistra, ma anche di centro-destra” e avente come segretario “Silvio Berlusconi”.
Beh, si sa che la mamma degli idioti è sempre incinta e che evidentemente non deve essere così difficile modificare Wikipedia – mi chiedo solo come mai allora ci siano così pochi contributori. Ma c’è qualcosa di più. La schermata mostrata nella foto è stata online, come si può vedere dalla cronologia della voce, tra le 3:32 e le 6:43 di stamattina: chiunque l’abbia salvata doveva sicuramente soffrire d’insonnia. O forse bisogna considerare l’intervallo di tempo tra l’1:30 e l’1:55, prima del primo rollback (il ripristino alla versione corretta)… Ma noi di Voyager non crediamo che sia successo così: se guardate l’insieme delle modifiche dell’autore anonimo tra l’1:20 e l’1:30, scoprireste anche un titoletto modificato in «Le dimissioni di Pier Luigi Bersani e Rosy Bindi e l’inciucio col PDL di Berlusconi», e nella galleria questo titoletto non si vede. Quindi posso supporre che sia il secondo intervallo di tempo quello in cui è stata presa la schermata. Tra l’altro quella modifica è stata un contro-rollback, unico intervento sull’enciclopedia di un IP statico proveniente da… una rete governativa brasiliana, se il traceroute online è corretto. Interessante, no?
Ma magari la vera risposta è ancora un’altra. Voi che ne pensate?
Governo Letta
Il mio giudizio personale sul governo Letta? Poteva andare peggio. Lo so, c’è molta gente che mi lincerà per questo commento, e la conosco anche bene – non sono necessariamente tra i miei ventun lettori. D’altronde, costoro si sarebbero anche lamentati di un governo PD-SEL-SC, e probabilmente anche di un governo PD-SEL; quindi non ha un grande senso considerare quello che dicono :-)
No, non è bello vedere Angelino agli Interni, o se preferite la Lorenzin alla Sanità – vabbè, vederla si può, pensarla un po’ meno. Non è nemmeno bello vedere questa proliferazione di ministri senza portafoglio – ma non c’era una legge che fissava il numero massimo di ministri? – con gente che sarà anche brava ma mi pare messa lì come ciliegine sulla torta. Resta il fatto che il PD la maggioranza non ce l’ha, e M5S non ha intenzione di fare da stampella, e ha tutto il diritto di farlo. Insomma, o così o pomì, nel senso di scioglimento delle camere e nuove elezioni, che sicuramente non verranno vinte dal PD… e lo sapete già chi sarà il nuovo Presidente della Repubblica, vero?
Intendiamoci: massimo rispetto per l’elettore PD (o anche SEL) a cui è chiaro questo scenario e ritiene che sarebbe comunque meglio così che questo pateracchio. Solo che non penso che questa sia una posizione maggioritaria anche tra chi mugugna (se la fosse, si potrebbe ancora fare qualcosa). Aggiungo poi quella che sembra una banalità: l’iniziativa legislativa è parlamentare in primis, non solo governativa. Cari pentastellati, invece che accanirvi sull’ineleggibilità di Berlusconi (tanto se aveste letto la legge avreste scoperto che Silvio formalmente non ci entra) perché non proponete una legge seria sul conflitto di interessi e convincete il PD a votarla? Perché non proponete una seria legge sulla corruzione e convincete il PD a votarla? Potete farlo anche all’opposizione, sapete? Almeno vedremo se il governo oserà porre la fiducia sugli emendamenti depotenzianti, e se in effetti il PD è composto da ameboidi. Ma parlare e basta non serve a nulla.
salvate il cittadino Vittorio
Vittorio Bertola lo conosco da quasi vent’anni. Abbiamo fatto cose assieme, abbiamo fatto cose contro. Non perdo occasione di sbertucciarlo quando possibile (abbastanza spesso), e concordo pubblicamente quando sono d’accordo con lui (non troppo rararmente). Sono anche convinto che in questi anni di attivismo pentastellato abbia affinato la sua nativa abilità di cerchiobottista. (Cosa poi io penso di M5S, i miei ventun lettori lo sanno fin troppo bene).
Detto tutto questo, mi schiero esplicitamente al suo fianco, senza se e senza ma, contro l’attacco fattogli in primis da Repubblica (ah, anche loro lanciano il sasso e nascondono la mano… non sono loro a chiedere le dimissioni di Bertola, ma gli altri); attacco però visibile anche sul Corriere, dove le sue frasi sono state definite “ambigue”. Ma cosa ha scritto esattamente Bertola? Ecco lo status incriminato – e ricordate che su Facebook si possono modificare i commenti ma non gli status.
«Il vero problema non è che qualcuno, magari uno squilibrato, vada davanti a Palazzo Chigi e spari durante il giuramento del governo. Il vero problema è che in questo momento, ne sono assolutamente certo, ci sono alcuni milioni di italiani che pensano “peccato che non abbia fatto secco almeno un ministro”.»
“Alcuni milioni” è un’iperbole. “Alcune centinaia di migliaia” è molto probabile, e chi non ci crede evidentemente è una persona così fortunata o così schizzinosa da non andare mai in giro non dico nei quartieri-ghetto ma banalmente nelle zone nemmeno tanto di periferia delle città, e non parliamo della provincia. Questo è un fatto. Se Preiti fosse andato a sparare a due carabinieri in piazza Castello a Torino sarebbe cambiato qualcosa? (ah: poi qualcuno mi deve spiegare perché una persona che avrebbe affermato “voglio sparare a un politico” abbia poi colpito i due carabinieri che l’hanno fermato per un controllo: erano emissari del Potere?). Bertola non fa nessuna analisi sul motivo per cui tanta gente ha pensato così: d’altra parte sono certo che se il fatto fosse capitato dieci anni fa (trent’anni fa probabilmente no, vent’anni fa forse) ci sarebbero lo stesso state tante persone a pensare così. Che avrebbe dovuto fare? Aggiungere che lui è contro l’attentato, vicino al povero carabiniere che rischia la vita, eccetera eccetera?
Tanto per curiosità: cosa è stato detto a chi ha insinuato che l’attentato sia stato voluto dal Palazzo, scrivendo «Il Paese devessere pacificato e attentati come quello di oggi spingono a dare tutto il sostegno possibile ad un governo che è privo di un programma politico adeguato ai bisogni del Paese, un inconcepibile governo Pd che persegue lunico scopo di salvaguardare gli interessi del Pdl dopo aver sbandierato la necessità di un cambiamento.»? (non cito la fonte apposta, ve la dovete cercare voi se proprio volete: ma non è così importante sapere il chi e il dove)
Gödel ai minimi termini
Avete presente il teorema di incompletezza di Gödel? Vi manca? Beh, qui George Boolos ve lo spiega usando solo parole monosillabiche.
Queste cose purtroppo funzionano purtroppo solo in inglese – ricordo che quando giocai agli Esercizi di stile blog alla fine mi risolsi a scrivere la mia versione del testo base in stile bisillabico.
Quizzino della domenica: Frutta di troppo
Alla grande Festa della Frutta è possibile comprare una cassetta di frutta di vari tipi. C’è la festa della Banana, quella della Ciliegia, e ancora quella del Pompelmo; ma anche la sagra delle Fragole e quella dei Lamponi. Peccato che tra questi frutti ci sia un intruso. Riuscite a scoprire qual è e perché è intruso?
(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p094.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì.
_Lavoro, dunque scrivo!_ (libro)
Scrivere non è semplice. No, non è vero: scrivere è semplice, basta vedere quanto tutti noi scriviamo, dagli sms ai twit agli aggiornamenti su Facebook, per tacere di chi ha un blog o pubblica un libro. Diciamolo allora meglio: scrivere bene non è semplice. Per “bene” non si intende essere Nobel per la letteratura, ma molto più terra terra riuscire a far passare al lettore i concetti che si vuole comunicare in modo semplice ed efficace. Luisa Carrada lo sa bene, visto che spiegare queste cose è il suo lavoro e da molti anni ha anche un sito e un blog sul tema, Il mestiere di scrivere. Con questo suo libro (Luisa Carrada, Lavoro, dunque scrivo! : creare testi che funzionano per carta e schermi, Zanichelli “comunicare” 2012, pag. 468, € 21, ISBN 9788808199171) la Carrada si occupa di testi di comunicazione standard: sia pubblicitari che aziendali, sia cartacei che elettronici. Il suo punto di vista è semplice: indubbiamente c’è una bella differenza, però i principi di base sono gli stessi e c’è anche una certa osmosi, perciò tanto vale studiarli assieme. La struttura del libro è molto sminuzzata; non solo i capitoli possono essere letti indipendentemente, ma anche all’interno del capitolo i concetti sono presentati in pillole, con dovizia di esempi “così non va bene / così è meglio”. Ogni capitolo termina con una ricapitolazione rapida dei temi trattati e con una sezione bonus con link di approfondimento; molte nozioni sono di puro buon senso – il che non significa che non sia bene averle nero (e rosso) su bianco! – altre sono meno immediate. Una volta abituatisi alle pagine che terminano a metà – la scelta di Carrada è stata evitare per quanto possibile di spezzare le unità di base del testo – la lettura è piacevole e comoda; inoltre acquistando il libro è possibile scaricare dal sito Zanichelli l’ePub da portarsi sempre dietro. Ottima idea!
Stran discount
Come probabilmente sapete, Lidl ha tutta una serie di marchi propri, che non sono mai riuscito a capire se producono in esclusiva oppure sono direttamente parte del gruppo aziendale, e che producono buona parte dei beni acquistabili in quegli hard discount. Ci sono però strane eccezioni, come Ferrero e Coca-Cola, che non disdegnano di entrare anche in quel mercato: confesso che non ho mai avuto voglia di verificare la differenza di prezzo rispetto a un supermercato normale.
Quello che mi ha stupito è vedere che lunedì scorso, tra le offerte settimanali, c’era la caraffa filtrante della Brita: insomma il top del mercato, il benchmark su cui si posizionano tutti gli altri concorrenti. Qualcuno ha qualche idea sul perché di questa scelta? Forse che Brita è “di lusso” solo da noi, e in Germania è assolutamente standard?
fascisti e fogne
Ho appena cancellato il solito commento del solito coglione sedicente fascista che ogni tanto copincolla i suoi sproloqui incurante di *dove* sta scrivendo (stavolta commentava sul giochino per il dì di festa, tanto per dire).
Per pura curiosità, ho fatto un traceroute e ho scoperto… che l’indirizzo IP era di Tor, e quindi anonimizzato; il che dimostra – come se fosse stato necessario – che certi figuri non hanno nemmeno il coraggio di metterci una faccia ancorché virtuale. C’erano forse dubbi?