confinamento

Non so se ci avete fatto caso, ma nel discorso di ieri sera Sergio Mattarella non ha usato l’anglicismo “lockdown” ma il termine italiano “confinamento”. Io non so chi effettivamente scriva il testo di questi discorsi: posso immaginare che i concetti e l’ultima revisione siano del presidente, ma magari c’è in mezzo un editor. È però carino vedere come ci sia stata un’attenzione anche a questi minimi particolari.

(Poi, come hanno notato al Corsera, Mattarella ha detto «Tra pochi giorni si concluderà il mio ruolo da presidente». Ruolo, non mandato (che può essere rinnovato). È da questi piccoli particolari che si giudica un oratore.

The Lost Page (ebook)

copertina [Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]

Questo libro ha due sottotrame interallacciate. La prima è la ricerca di quello che potrebbe essere il manoscritto originale del vangelo di Marco, che si troverebbe nelle montagne della Siria; il tutto all’inizio della primavera araba e della guerra civile in quella nazione. La seconda è la storia di Marco
(Giovanni Marco, per la precisione, come del resto viene chiamato negli Atti degli Apostoli) a partire dalla sua fuga dalla Gerusalemme assediata dai romani nel 70 fino all’ultimo suo nascondiglio, per l’appunto nelle montagne siriane; il tutto pensando a come terminare il suo vangelo, perché nessuno dei testimoni che ha intervistato ha voluto o potuto parlare della resurrezione di Cristo.

L’autore è un pastore metodista in pensione; anche se non l’avesse specificato è facile accorgersene, perché le parti con protagonista Marco sono una specie di saggio teologico piuttosto pedante, soprattutto nei primi capitoli dove racconta cose fin troppo note. Andando avanti, la lettura migliora, perché Morris si occupa più di mostrare le differenze di prospettiva tra il vangelo di Marco – molto più asciutto e fondato sulla necessità di avere fede anche al di là dei miracoli – e quelli di Luca e Matteo. Si può dire qualcosa di simile sull’altra storia che racconta il libro; i primi capitoli sono piuttosto scialbi, e bisogna aspettare quasi la fine del libro perché la trama diventi interessante. In definitiva, se non vi interessa la religione probabilmente è meglio non leggiate questo libro; altrimenti può valerne la pena, anche se non è certo un capolavoro.

(Joe Edd Morris, The Lost Page : An Archaeological Thriller, Black Rose Writing 2021, pag. 242, € 4,30, ASIN B09BNS85LZ)

Escher (mostra)


Abbiamo approfittato di un salto rapidissimo a Genova per far vedere ai ragazzi la mostra di Escher (noi l’avevamo già vista nel 2014 a Roma). Gli spazi a palazzo Ducale sono come sempre ristretti – ma siamo a Genova, che volete farci? – ma direi che c’è comunque molta roba, sia del periodo giovanile più descrittivo che di quello per cui è più famoso; nelle ultime sale ci sono poi vari omaggi ad Escher, dal mobile Ikea Paradöx ai guanti di Bernie. La gioventù ha apprezzato alcuni degli esperimenti illusori, soprattutto quello della stanza dove sembravano più grandi di me :-)

Algebra (libro)

Un allora giovanissimo Bruno D’Amore aveva inaugurato la collana “Lineamenti propedeutici di matematica” di Zanichelli con questo volumetto sull’algebra che comincia praticamente in medias res, con la definizione di un monomio. Devo dire che mi sono molto divertito a vedere come D’Amore aveva preso per le corna definizioni e teoremi, con una particolare attenzione agli esempi fuori norma che naturalmente sono quelli che permettono meglio di farsi una vera idea di quello che succede in pratica. Le uniche sezioni che ho trovato un po’ pesanti sono le ultime della seconda parte, sui sistemi di equazioni e la loro risoluzione: non ci ho visto nulla di diverso da quanto si trovava sui libri di testo liceali del periodo, come lo Zwirner. Il libretto resta però in genere godibile, e dà un’idea di come poi lo stile di D’Amore si sia evoluto con gli anni.

(Bruno D’Amore, Algebra, Zanichelli 1976, pag. 139)

Diabolik (film)

locandina Il film dei Manetti Bros su Diabolik è un perfetto remake dell’avventura a fumetti apparsa nel numero 3 degli albi, quello in cui appare per la prima volta Eva Kant. Su questo non c’è nulla da eccepire; persino gli effetti speciali sono in stile anni ’60, tanto che si potrebbe quasi pensare a una parodia dei telefilm su Batman con Adam West che sono apprezzati dai fan proprio per questa ragione. Anche lo svolgersi della trama, con tutte le lunghissime spiegazioni delle varie trovate di Diabolik, ricordano quelle dei primi albi che mi ricordo di avere letto. Fin qui tutto bene, anche se devo dire che fa un certo effetto vedere come Clerville sia stata trasportata in Italia, con le vedute di Bologna, Milano e Trieste perfettamente riconoscibili: mi chiedo solo dove siano state trovate le ville rigorosamente in stile. (dicono sui colli bolognesi: i panorami li avevo riconosciuti, ma le ville ovviamente no)

Poi però si passa alla recitazione, e qui cominciano gli alti lai. Nulla da eccepire su Valerio Mastandrea nella parte di Ginko. L’aspetto fisico di Miriam Leone come Eva Kant è anche perfetto. Ma finiamo qui: la sua recitazione è meccanica. Sempre meglio comunque di Luca Marinelli ha un’unica espressione da pesce lesso con voce corrispondente; per fortuna che è spesso in maschera e muto. Alessandro Roja che ha la parte del viceministro Giorgio Caron è una macchietta. È anche vero che i testi dei dialoghi non li aiutano certo: potremmo dire che in fin dei conti i fumetti non erano così diversi, ma non so quanto abbia senso riprenderli così alla lettera anche in questo. In fin dei conti noi che li leggevamo da ragazzi siamo cresciuti.

Teoria degli insiemi e analisi (libro)

copertina Visto il successo che la collana Matematica Moderna ebbe negli anni ’60 del XX secolo, e anche all’inizio degli anni ’70, Zanichelli commissionò ad alcuni giovani autori italiani testi che nelle intenzioni dell’editore sarebbero dovuti servire ai giovani universitari che si ritrovavano a studiare cose non solo mai viste ma anche spiegate in modo completamente diverso. La collana, “Lineamenti propedeutici di matematica”, era diretta dall’allora giovanissimo Bruno D’Amore e doveva appunto fare da ponte per questi studenti e tutti i curiosi della materia. Beh, con questo libretto direi che non ci sono riusciti. Nonostante i tanti esempi, la parte iniziale del testo di Alberta De Flora risulterà del tutto incomprensibile a chiunque non sappia già ciò di cui si sta parlando; la seconda parte, quella sulle nozioni di base di analisi, è un po’ migliore: ma anche in questo caso mi sembra più che altro di leggere un testo universitario del prim’anno, solo senza buona parte delle dimostrazioni. Non faccio fatica a capire perché la collana pare essersi estinta con i primi tre libri.

(Alberta De Flora, Teoria degli insiemi e analisi, Zanichelli 1976, pag. 157)

I tamponi che mancano

Il nostro pranzo di Natale vedeva a tavola solo noi quattro. Avrei dovuto prendere i miei suoceri ultraottantenni, ma giustamente mio suocero ha detto “forse sarebbe meglio fare un tampone per sicurezza”; peccato che in questi giorni tutti abbiano pensato la stessa cosa e il risultato è stato “niente tamponi faidatè da nessuna parte”. Vabbè, almeno c’è stata un po’ di attennzione sul tema che non mi pare affatto una brutta cosa, visto l’aumento dei casi. (Per chi leggesse qua per caso: Anna, io e i suoceri abbiamo tutti tre dosi di vaccino e i gemelli ne hanno due per l’ottima ragione che di più non ne possono fare. Però siamo tutti consci che il vaccino aiuta a ridurre il rischio ma non lo blocca certo)

Però ci sono anche altri problemi. Domenica Cecilia parte per il campus montano di trampolino elastico, ed è stato chiesto un tampone (oltre naturalmente al green pass vaccinale) da farsi al più tardi 48 ore prima dell’arrivo, previsto per le 18 del 2 gennaio. Venerdì 24 Anna e io siamo andati in farmacia e abbiamo fortunatamente trovato un posto per le 17.10 del giorno di Capodanno. Il 31 era tutto prenotato, immagino da quelli che sarebbero andati a fare il veglione se non fosse stato bloccato all’ultimo momento. Domenica 2 mattina era anche tutto prenotato, immagino dai novax che il 3 devono portare un tampone per andare a lavorare. Ora, è vero che chi non è vaccinato ha una probabilità maggiore di essersi contagiato e quindi ha senso fare più tamponi “preventivi” a loro. Ma siamo sicuri che la percentuale di tamponi ai non vaccinati sia in linea con questa statistica? Mi sa di no, che ne fanno molti di più. A questo punto ha senso creare una scarsità nel numero di tamponi che si possono fare? Di nuovo, mi sa di no. Insomma, i tamponi continueranno a mancare fino a che rimarremo in questa situazione, mi sa.

I grafi e le loro applicazioni (libro)

[copertina] Questo libretto ha la mia età, e lo si sente anche nella traduzione piuttosto arcaica di Luigi Maracchini. Quello che ho trovato interessante è stato il tipo di approccio di Ore, che presenta la teoria e i suoi sviluppi in modo molto più legato agli esempi pratici di quanto si faccia al giorno d’oggi. Il lettore insomma può vedere che alcuni teoremi fondamentali non nascono per caso ma arrivano in modo naturale. Il capitolo 7 sulla dualità della teoria dei grafi con quella sulle relazioni è stato per me illuminante; molto interessante, pur se piuttosto compressa, la dimostrazione che cinque colori bastano per colorare una mappa, unita al motivo per cui un approccio di quel tipo non è sufficiente per dimostrare il teorema dei quattro colori (che all’epoca della pubblicazione del libro non era ancora stato dimostrato).

(Øystein Ore, I grafi e le loro applicazioni [Graphs and Their Uses], Zanichelli 1976 (1963, 1965), pag. 156 trad. Luigi Maracchini)