Treni rallentati

La notizia di oggi è che Trenitalia dà l’allarme: Col caldo, dobbiamo rallentare i treni. Per chi non ha voglia di leggerselo, in pratica in questo periodo ci sarebbero larghi tratti della rete dove la temperatura delle rotaie supera i 58 gradi, e quindi i treni verrebbero fatti rallentare per sicurezza sotto i 100 Km/h.
Devo dire che l’articolo mi ha fatto imparare una cosa nuova: la calce bianca sopra traversine e pietrisco serve per ridurre il problema del riscaldamento delle rotaie, il che a posteriori mi pare perfettamente ovvio. Detto questo, ci sono molte cose che non mi tornano. Innanzitutto, non è che stia facendo così caldo rispetto agli anni scorsi; e soprattutto al sud credo che quelle temperature siano raggiunte molto spesso. È anche vero che non è detto che al sud i treni viaggino comunque al di sopra dei cento all’ora :-(
Ma a parte questo, mi chiedo: è possibile che ad esempio nelle linee per l’alta velocità – con tutto quello che sono costate e che costano – a nessuno sia venuto in mente di pensare a un sistema di raffreddamento delle rotaie? Insomma, qual è la vera verità?

Velocità

Nel servizio del TG3 di sabato 21 luglio 2007, alle 19.16, il giornalista ha raccontato dell’incidente in prova di Hamilton, mentre era “lanciato sul filo dei 660 chilometri orari“. È riuscito a dirlo senza nemmeno mettersi a ridere.

Ancora sulle pensioni

Per una volta, non mi trovo d’accordo con le opinioni espresse da Tito Boeri sulla Stampa di sabato, La buona e la cattiva notizia. La prima sua affermazione su cui discuto è che “è meglio avere minimi anagrafici che quote basate principalmente sugli anni di contributi”. Per chi va in pensione adesso, quindi col metodo retributivo, forse la cosa è relativamente vera: ma col contributivo in realtà non ci sono problemi… se fatto in maniera seria, chiaramente. Sul fatto che i costi dell’abolizione dello scalone e delle esenzioni dei lavoratori usuranti andranno a finire sui contributi pagati da tutti… beh, sono abbastanza d’accordo per la parte dei pensionati “normali” (che in tutte queste riforme delle pensioni hanno perso molto meno che quelli della mia età, per non parlare di quelli più giovani; però non mi pare così strano affermare che ci sia una quota di solidarietà. Infine non vedo che cosa ci sia di male a decidere di aumentare i contributi, invece che contenere la spesa previdenziale. Il metodo contributivo dice in pratica “i soldi che metti come contributi ti tornano come pensione”. Si può benissimo dire “bene, pago di più così lavorerò per meno anni, oppure avrò più soldi”. Chi dice che non si può?

Il mito continua a crollare

Tre anni dopo questa notiziola, la situazione è vieppiù peggiorata.
Ieri ero in montagna da mia mamma, che nel pomeriggio aveva la televisione accesa. Tra gli spot me ne sono visto uno… della Settimana Enigmistica. Ero convinto che non avrebbero mai avuto bisogno di fare pubblicità:, tanto meno in estate quando tutti si comprano i vari giornaletti. Sarebbe interessante scoprire se c’è una diminuzione del numero totale delle riviste, oppure è il sudoku che sta erodendo il predominio assoluto della Settimana Enigmistica.
(Quelli che invece sembrano resistere sono i miei processi mentali. Non solo – mentre me la scrivevo sul palmare in attesa di tornare a Milano a postarla – avevo intitolato questa notiziola “Mi crolla un mito”, il che al limite indicherebbe poca fantasia da parte mia; ma ero certo di avere già scritto qualcosa al riguardo anni orsono, e in effetti la ricerca sul blog mi ha dato ragione!)

Questo non è uno spoiler

Non scriverò sul finale del settimo (e spero ultimo) libro della saga di Harry Potter… salvo linkare la vignetta di User Friendly, cosa che garantisco non dare problemi di sorta. Non che la cosa sia importante, dato che a quanto ne so tutti i quotidiani italiani e tutti i servizi di news italiani e tutti i siti italiani si sono messi a spiattellare il tutto il prima possibile: La Stampa di ieri aveva un’intera paginata, con highlight in prima pagina, e mi dicono sia anche stata uno dei più sobri. (Anche se devo aggiungere che nella versione online ti racconta l’ultimo capitolo)
Ogni tanto credo di essere davvero fuori dal mondo, visto chi si rinchiude pur di non sapere nulla e quelli che invece spergiurano che a loro non gliene può fregare nulla e non hanno mai letto una riga dei libri del maghetto. Io mi comprerò il libro quando uscirà in edizione economica inglese, quindi tra un annetto: non tanto per risparmiare, visto che in pratica mi costerà lo stesso, quanto per ragioni estetiche di libreria. Me lo leggerò con calma, pur sapendo come finisce: in fin dei conti, l’importante non è il luogo dove si arriva ma la strada che si fa per arrivarci.
Resta da capire come mai i media italiani abbiano fatto tutto questo casino, e se la stessa cosa è capitata all’estero oppure no: nel secondo caso il nostro pianeta ha qualche speranza, altrimenti siamo davvero messi male.

Antonio, fa caldo!

Il ciclocomputer della mia bicicletta ha un termometro incorporato. Oggi alle 17, quando sono uscito dall’ufficio, segnava 29 gradi. Alle 17.15, mentre scendevo la rampa dei box, segnava 40 gradi.
È vero che ho pedalato al sole, e la temperatura si misura all’ombra. Ma è anche vero che per l’appunto mi muovevo, e soprattutto che di ombra non ce n’è. Stasera sarà molto bello andare in montagna dalla mia mamma, mi sa tanto.

I sindacati sanno fare di conto?

Io sono uno di quelli che credono che l’accordo del 2004 tra Maroni e i sindacati sia stata una truffa vera e propria: si sono accordati tutti per mettere sotto il tappeto il problema dell’età pensionabile, spostando il problema al governo successivo e dimenticandosi dell’aggiornamento dei coefficienti di rendita. In pratica ci guadagnavano quelli che vanno in pensione con il metodo retributivo (che potevano andare in pensione prima) e quelli che andranno in pensione con il metodo contributivo (che vivranno più tempo di quello per cui in teoria si sarebbero pagati la pensione con i contributi).
Ciò detto, per me lo scalone era iniquo non per l’innalzamento dell’età pensionabile ma per farlo tutto di colpo, e quindi sono d’accordo per il suo addolcimento. Però guardiamo il testo dell’accordo: scopriamo che ci sarà uno scalino di un anno subito, e altri due scalini a distanza di un anno e mezzo ciascuno, oltre a un quarto nel 2013; inoltre ci saranno le famigerate “quote”, cioè la somma di età anagrafica e di anni di contribuzione, che dovrà essere sufficientemente alta. Che succederà?
In pratica, uno nato nel primo semestre del 1951 rispetto alla riforma Maroni guadagnerà due anni e mezzo; uno nato nel secondo semestre del 1951 guadagnerà due anni ma dovrà fare i conti con la “quota 95”; uno nato nel 1952 guadagnerà un anno ma avrà una quota ancora più alta. Inoltre i coefficienti di rendita (che, ripeto, a chi va in pensione adesso non importano una cippa) verranno aggiornati ogni tre anni e non ogni dieci, e soprattutto l’aggiornamento sarà automatico.
Tradotto in pratica, ci perderanno un po’ meno quelli già più fortunati che hanno pagato relativamente pochi contributi, mentre gli altri saranno sempre più penalizzati. Toh. Mi ricorda qualcosa… forse allora i sindacati sanno davvero fare di conto.

per gli amanti dell’arte

In questo blog trovate un video in cui un centinaio di volti femminili ritratti nei quadri più famosi si trasformano l’uno nell’altro via morphing. L’effetto è assolutamente ipnotico, ve l’assicuro!
(la fonte di questa notiziola è nientemeno che Douglas Hofstadter, che però dovrebbe stare attento a inviare messaggi intitolati “?a quite amazing Web site that Kellie just sent to me” e testo costituito solo dal link. Un sistema antispam serio lo butterebbe via immediatamente)