Ho fatto due etti e mezzo di bit. Lascio?

Ieri su Slashdot c’era la segnalazione di questo sito croato, che afferma di avere in linea un generatore di bit casuali ottenuti con processi quantistici, e quindi casuali per davvero.
Come forse non sapete, nella vita odierna i numeri casuali servono più o meno ovunque. Tanto per darvi un’idea, anche i sistemi di cifratura moderni hanno bisogno di un generatore di numeri casuali. Come si fa in genere? beh, ci sono algoritmi che permettono di generare una successione di numeri pseudocasuali: che cioè non sono per nulla casuali, visto che il successivo è perfettamente determinato dai precedenti, ma che all’atto pratico vanno bene per la maggior parte degli utilizzi.
Ma a volte devi essere più paranoico del solito, e usare dei numeri davvero casuali: in questi casi, visto che lanciare un dado o prendere i numeri alla roulette sono sistemi scomodi e comunque non sicuri al 100%, il sistema tipico consiste nel prendere un qualche processo atomico tipi o tick di un contatore Geiger, e convertirli in numeri casuali. Bene, i croati dicono di avere fatto la stessa cosa a partire dalle emissioni di fotoni da parte dei semiconduttori. Non posso garantire la cosa, anche perché non ho scaricato da loro dei numeri, però potrebbe essere un’idea regalare un numero davvero casuale, no?
PS: per registrarti al servizio devi calcolare un integrale definito… altro che digital divide!

Quando il nome è un programma

Non so se è a causa del caldo torrido che ammoscia, ma il trend dello spam in questo periodo si sta di nuovo spostando dagli orologi falsi ai sistemi di ingrossamento del pene. Devo ammettere che delle pillole che si chiamano “MegaDik” hanno un nome che fa sempre un bell’effetto, anche se forse da noi fanno più venire in mente Diabolik. Mi spiace però di non potere completare la recensione: sul sito (kallimera.com, che è già un bel nome di suo, greco-come-lo-potrebbe-scrivere-un-americano, e registrato da un hongkonghese di healthworldwideinc.com) io non ci vado se non con lynx, e l’esperienza visiva rimane piuttosto tarpata, anche se a dire il vero c’erano solo tre cookie e di questi solo il DYNRED aveva un nome che non mi piaceva troppo.
Chi è più interessato di me può dare un’occhiata ai piselli (non in erezione, però) prima e dopo la cura: le figure sono /pics/before1.jpg e /pics/after1.jpg.

Siamo davanti all’Ucraina!

Leggo da Slashdot della nuova statistica sull’uso dei browser in Europa di cui avevo parlato tre mesi fa. Rispetto alla scorsa rilevazione, l’uso europeo di Firefox è passato dal 24.1% al 27.8%, un bel salto. E in Italia? Siamo saliti, si fa per dire, dal 15.5% al 18.3%, meno quindi della media europea. Però ci sono buone notizie. Tre mesi fa avevamo dietro solo Olanda e Danimarca, stavolta siamo riusciti a superare l’Ucraina. Qualcuno può farlo sapere a Prodi, che così potrà fare sapere a tutti il grande successo della nostra nazione?
Ah: le mie statistiche non fanno testo. In tutto il sito, Firefox fa il 32% contro il 33% di IE (più 5% di altri browser, il resto sono i programmi automatici di ricerca e fetch) mentre sulle notiziole Firefox fa quasi il doppio di IE, anche escludendo i macchisti.

Corsi e ricorsi

Leggo da Copiascolla, il motivo per cui in questi giorni ePolis non si trova in giro (e probabilmente anche la ragione per cui qualcuno era capitato nel mio blog con quella chiave di ricerca). In pratica, lo stampatore del giornale ha smesso di stamparlo perché Niki Grauso non lo stava pagando.
Conoscendo il lettore medio delle mie notiziole, so che parecchi di voi al nome di Grauso associano quello di Video OnLine, il famoso “accesso gratuito a Internet” di una dozzina di anni fa. E si ricorderanno anche che VOL venne ceduta a Telecom, che la unì alla sua Telecom OnLine (che era solo su ISDN, non per snobismo ma per evitare grane sulla posizione dominante) per creare tin.it. Il tutto con il beneplacito del Garante. Quello che si sentiva sottovoce (e naturalmente senza prove…) è che Telecom aveva 26 miliardi di lire di crediti verso VOL, che aveva un fatturato annuo di 5 miliardi. In pratica, la vendita è stata necessaria per non portare i libri in tribunale.
Chissà chi comprerà ePolis :-)

Abbassa la tua radio per favore

Ieri sera sono andato a prendere un aperitivo con Anna e Michela al Lelephant, di cui ho così scoperto lo spelling corretto. A parte l’aria condizionata a palla che non sarebbe poi un grande guaio se non fosse che poi devi uscire e ti ammazzi, ho avuto il mio solito problema: non riuscivo a sentire che cosa dicessero le mie compagne. Il tutto nemmeno perché la gente parlasse ad alta voce, ma per la musica a palla.
Ora, può darsi che il mio udito stia andando verso un rapido e inesorabile declino. Sicuramente sono un intollerante. Però mi sto chiedendo se in realtà il problema è da vedersi alla rovescia: i gggiovani, che poi sono quelli che frequentano questi posti, hanno un udito così rovinato dalle discoteche che non trovano per nulla rumorosi posti come quello. Che mi potete dire a riguardo?

Luglio (col bene che ti voglio)

Ho ascoltato in questo istante – via last.fm, inutile dirlo – Something Is Happening degli Herman’s Hermits. Alla prima battuta mi sono detto “ma questa è Luglio di Riccardo del Turco!”, canzone che penso di non avere sentito da qualche decennio, e ho pensato “stai a vedere che il simpatico cantante italiano aveva fatto una cover”. Poi per sicurezza ho fatto una ricerchina in rete e ho scoperto che era esattamente l’opposto: è il brano degli Herman’s Hermit ad essere una cover! (in effetti è imbarazzantemente uguale all’originale, secondo me hanno preso la base e gli hanno fatto cantare i simpatici manchesteriani sopra). Le cover estere di canzoni italiane, a quanto pare, hanno avuto una loro breve ma intensa stagione: io conoscevo solo quella de Il ragazzo della via Gluck e naturalmente In paradiso. Probabilmente Chartitalia può aggiungere qualcos’altro.
A questo punto mi chiedo solo se devo decidermi a comprare il loro CD coi best of, o posso accontentarmi di avere No Milk Today e There’s a Kind of Hush. Non mi preoccupo per nulla, invece, della mia addiction alla musica pop anni ’60, quella che Anna definisce senza mezzi termini “trash”. Rivendico le mie origini.
(ps: adesso c’è Jeff Beck che suona Love Is Blue… Mi sdilinquisco)

Anche a RadioPop è estate

Gli ascoltatori di Radio Popolare sono della gentaglia, come si può immaginare. Un paio di mesi fa è stata trasmessa per radio uno spot di Aquarius, e subito si sono levate alte grida contro la scelta di prendere soldi da una multinazionale invece che dalle Coop. La mia gola profonda in radio mi ha detto che sono arrivate telefonate inferocite ed è stato fatto un cazziatone a chi ha accettato lo spot senza avere fatto in precedenza una ricerca sul committente.
Può anche essere vero. Però ieri sera, prima del gr delle 22:30, lo spot l’ho di nuovo sentito. Magari stanno facendo come Gustavo Selva, sperando che gli affezionati ascoltatori siano troppo accaldati per protestare di nuovo :-)
Aggiornamento: (19 luglio) La mia gola profonda mi ha spiegato che quella pubblicità, come quella dell’Agip, è “in quota network”, dove probabilmente i puri e duri di Radio Popolare sono in minoranza, e quindi se la devono prendere…

L’estintore come strumento di pace

Quello di cui sopra sarebbe il titolo di un dibattito all’interno di una manifestazione promossa per il 20 luglio dal COISP (COordinamento per l’Indipendenza Sindacale delle forze di Polizia), uno dei principali sindacati della Polizia. Il tutto da tenersi a Genova, in piazza Alimonda. In realtà la manifestazione non è stata autorizzata dal questore di Genova, dato che sarebbe stata contemporanea a un corteo verso Piazza Alimonda già autorizzato in precedenza, giusto per la cronaca. Ma naturalmente il punto di base è un altro. Anche un moderato come me, che parte dal principio che uno non si tiene un estintore perché ha paura che si possa incendiare qualcosa in giro, trova che la “provocazione” del Coisp sia semplicemente un’idiozia, non saprei se voluta oppure no… né saprei quale delle due possibilità sia la peggiore.
A questo punto mi pare doveroso segnalare un Grande Concorso di OneMoreBlog, intitolato Conoscersi e scambiare divergenze culturali. In pratica, occorre postare il titolo di un dibattito “da abbinare (democraticamente) a quello del COISP”. La lista dei titoli pervenuti al momento si trova qui. Come ogni concorso che si rispetti, c’è un’Autorevole Giuria che premierà il vincitore: buona fortuna!