In questo libretto davvero smilzo (Carlo Rovelli, Che cos’è il tempo? Che cos’è lo spazio?, Di Renzo “I Dialoghi – Scienza”, pag. 59, € 8.50, ISBN 9788883230820) l’autore, fisico teorico e uno dei cosiddetti “cervelli all’estero”, racconta le sue ricerche sulla natura dello spazio-tempo. Spero di non rovinare la sorpresa a nessuno se vi dico che secondo la sua “teoria dei loop” (da non confondersi con la più nota teoria delle stringhe) non esiste né spazio né tempo. Ciò detto, devo anche rassicurare il lettore allergico alla matematica: qui di formule e robacce del genere non ne troverà affatto; piuttosto leggerà una specie di rapida autobiografia dove qua e là si parla anche di fisica. Magari la cosa può anche interessare, ma di una divulgazione così all’acqua di rose non me ne faccio molto.
quanto è lungo il tuo anulare?
Checché ne dica la vignetta odierna di UserFriendly – in pratica, sembra che chi ha l’anulare più lungo dell’indice ha maggiori probabilità di essere bravo in matematica – ho appena fatto una verifica sperimentale e questo non è il mio caso.
Magari è la volta che riuscirò a convincermi che io e la matematica non andiamo in realtà d’accordo.
Più seriamente, andando a leggere qualche articolo in giro, sembra che il tutto sia legato ai livelli realtivi di testosterone (abilità matematiche) ed estrogeni (abilità verbali), il che da un lato spiega perché il mio anulare non sia poi così lungo, ma ha la piccola controindicazione che le donne non dovrebbero essere poi così brave in matematica. La statistica è sempre una brutta cosa.
Altro che Fatah contro Hamas!
Mentre davo una rapida occhiata al phishing che mi è arrivato oggi, mi è saltato all’occhio un avviso di “CartaSi”. Devo dire che era anche scritto in un italiano corretto, per quanto si possa definire “corretta” una frase tipo «Le ricordiamo che ogni estratto conto rimane in linea fino al terzo mese successivo all’emissione».
La cosa interessante è che il sito phisher è http://psyu.ps/titolari.cartasi.it/portal/server.php: il dominio .ps, per chi non lo sapesse, corrisponde all’Autorità Nazionale Palestinese e a suo tempo è stato creato con mille difficoltà, perché l’Autorità Nazionale non è una nazione; la gabola usata per la creazione è “ah, ma noi non facciamo i domain nazionali guardando le nazioni, ma i codici ISO a due lettere – che forse corrispondono alle nazioni, ma per noi è irrilevante”. La politica c’entra anche con Internet, insomma.
Ma la cosa ancora più interessante è un’altra. A giudicare dall’url, questo non è un sito che è stato bucato, ma uno che ha messo su apposta il tutto. D’altronde, la home page è tutta rossa, con titolo SITE DU PS HANNUT e un file flash che non vedo. Però, se uno va a chiedere alla Naming Authority palestinese lumi sul sito, gli viene risposto «The domain “PSYU.PS” has not been registered», anche se il suo indirizzo IP è 66.235.184.156. Un territorio, due nazioni, non si sa quanti siti.
(p.s.: chicca da un più banale phishing di BancaIntesa. La chiusa del messaggio era
«Francamente, Reparto Di Rassegna Di Conti Di Banca Intesa»)
Quanto serve la Bibbia!
Due articoli odierni parlano entrambi, più o meno, di religione. Tony Blair si vuole fare cattolico, secondo molti: sta giusto aspettando di non essere più primo ministro britannico, perché non sarebbe molto fine – è vero che solo i regnanti britannici non possono essere “papisti”, però si sa come vanno le cose. Naturalmente ci si chiede quanto epocale sia la portata di questa notizia, raccontata da tutti i quotidiani: credo però che sia più o meno lo stesso concetto dei miniserial televisivi sulla vita di un qualche santo moderno.
Più interessante, almeno a prima vista, è leggere come Bernardo Provenzano usasse la Bibbia per scrivere i suoi pizzini. Peccato che, almeno da quello che si può leggere nell’articolo di Rep.it, non si capisce bene perché gli sarebbe voluta proprio quell’edizione della Bibbia, visto che le annotazioni sono puramente generiche e le sigle – lungi dall’«indicare gli autori del Vecchio e del Nuovo Testamento» come l’anonimo giornalista suppone – sono assolutamente indipendenti.
Però volete mettere l’indubbio successo della campagna “riscoprite il libro per antonomasia”?
economia grammaticale
Mi chiedo cosa stesse pensando chi è finito sul mio blog facendo la ricerca “tfr congiuntivo”. Insomma, le ricerche su “insulti in latino” e “parolacce latino”, che portano a un mio vecchio post dove segnalavo questo sito, mostrano come ancora oggi il latino sia sentito parte vitale della cultura nostrana; però qua proprio non riesco a capacitarmi di cosa volesse cercare. “Congiunturale”? “Confindustria”? “Congiunzione”? Magari pensava che il “tfr indicativo” è quello della certezza, mentre il congiuntivo è quello della possibilità e chessò il gerundio è quello del lento accumularsi? Chi ha altre idee le può segnalare tra i commenti!
(però non vale leggere la notiziola e provare a fare la ricerca “tfr congiuntivo mau”…)
Disinformazija
Repubblica annuncia con fanfara la relazione di Giuseppe Grechi, che afferma che le trascrizioni delle intercettazioni a D’Alema, Fassino e Latorre (degli italoforzuti non si sa, ma tanto si sono già dimenticati tutti di Luigi Grillo & co) erano arrivate ai giornalisti ben prima che la Forleo le rendesse consultabili “senza uso di dispositivi elettronici”.
Prima che tutti salgano su a urlare contro questi cattivoni che hanno rubato le intercettazioni, vorrei far notare che non è un caso che l’articolone sia in prima pagina di rep.it, mentre La Stampa e il Corsera no (beh, in realtà ce l’ha anche il Messaggero). In questo modo, infatti, si cerca di far passare il concetto “le trascrizioni delle intercettazioni sono fuorilegge, quindi non contano nulla”. È vero che dal punto di vista della legge non hanno rilevanza penale, ma è anche vero che cercare di coprirle in questo modo è ancora meno bello.
Blogstar Death Match
È troppo tardi per riuscire a farmi fuori: ho aspettato apposta a parlarne fino ad oggi. Però se c’è qualche blog che vi sta proprio sulle palle, potreste provare un qualche picosecondo di gioia facendolo (virtualmente) morire in questo sito. Buon voto.
un teorema sul sudoku
(Una versione più ampia e spero più completa di questa notiziola si trova sul mio sito. Commenti sempre benvenuti!)
È un po’ che non scrivo di “matematica leggera”: però lo spunto che GaS mi ha mandato in un messaggio privato mi pare interessante, e spero che anche per voi sia lo stesso.
Il punto di partenza è questa recensione – che non è mia, mi affretto a precisare – dove viene enunciato il seguente teorema: Se nello schema iniziale di un sudoku appaiono solo sette numeri diversi (ripetuti quanto si vuole: magari lo schema ha 24 numeri preinseriti, ma solo sette di questi ), allora il sudoku non ha una soluzione unica. (e quindi, aggiungo io, non apparirà mai sui giornali).
Per uno che è abituato a masticare un po’ di matematica, la dimostrazione è immediata, quindi è inutile che me la scriviate: mi fido. Sono più interessato a sentire commenti di persone che si divertono a risolvere i sudoku, ma sono convinti di non capire nulla di matematica. Non ci sono premi, ma nemmeno gogne pubbliche; il vantaggio di moderare i commenti è che non debbo necessariamente renderli pubblici. Se qualcuno non si fida delle sue capacità, posso anche dargli un aiutino, basta che me lo chieda privatamente.
Perché tutto questo? beh, mi piacerebbe sfatare qualche mito. Perché diciamocela tutta: la matematica è come qualsiasi altra cosa. Ci sono cose difficili se non impossibili, e cose alla portata di tutti. L’importante è non darsi per vinti in partenza.