Ieri ero convinto che fossero rientrati tutti a Milano, a giudicare dal traffico. Come tutti gli anni, mi ero dimenticato che i lunedì milanesi sono delle giornate relativamente tranquille: ogni tanto mi chiedo se siano tutti parrucchieri o qualcosa del genere. Stasera il ritorno a casa è stato un disastro, e dire che in bicicletta non dovrebbe nemmeno essere così difficile muoversi: solo che l’inscatolamento automobilistico sta raggiungendo vette che sembra di fare il gioco dei 15… Altro che ticket di ingresso: bloccare la città alle auto, o almeno vietare il parcheggio su tutte le strade, sembrerebbe l’unica soluzione possibile per riuscire a sopravvivere!
pile alcaline ricaricabili
Un altro dei miei acquisti compulsivi della scorsa settimana è stata una luce da bicicletta a energia solare. Quell’acquisto è stato molto compulsivo, soprattutto considerando che ieri mi sono accorto che un annetto fa me ne ero comprata un’altra che è ancora nella sua custodia… lasciamo stare.
La cosa che mi ha colpito è che nella confezione c’erano due pile ricaricabili, e fin qua nulla di strano: però le pile sono alcaline. Ora, una decina di anni fa avevo comprato (strapagandole…) delle ricaricabili alcaline, che in teoria avrebbero avuto un vantaggio competitivo sulle normali ricaricabili: la loro tensione è di un volt e mezzo, invece degli 1.2 volt delle Ni-MH che si trovano in giro. Peccato che quelle pile siano durate una carica; alla prima ricarica loro sembravano aver recuperato la differenza di potenziale, ma si scaricavano immediatamente e quindi erano inutilizzabili.
È vero che sono appunto passati dieci anni e la tecnologia sarà migliorata, ed è anche vero che il consumo di un led è molto basso e quindi magari non ci sono problemi per l’assorbimento di energia. Ma mi devo fidare? Per il momento, sto cambiando la lampadina della dinamo :-)
Una torcia con una personalità
Tra gli acquisti compulsivi della scorsa settimana al Lidl, ho comprato una torcia a led (Osram) con magnete e tubo flessibile, per la serie “non si sa mai nella vita”. Oggi mi sono ricordato che avevo delle pile AAA in ufficio, e ho provato a farla funzionare. Dopo qualche difficoltà a inserire le pile, a un certo punto il led si è acceso, ma l’interruttore non funzionava. Tolgo e rimetto il tutto per vedere se avevo spostato male le pile, e niente da fare: non si accendeva nemmeno più. Ho chiesto a qualche collega di provare anche lui: nulla. Vabbè, dico io, tanto ho lo scontrino: torno al Lidl e chiedo di cambiarla. Pedalo, arrivo, vado dalla commessa pronto a raccontare tutta la storia, tiro fuori la torcia… ed era accesa. E naturalmente il pulsante funzionava perfettamente.
Non ho avuto il coraggio di riaccenderla adesso, per evitare di scoprire che la torcia funziona solo e unicamente all’interno del negozio :-)
portarsi avanti col lavoro
Sabato sono andato in palestra per vedere com’erano i prezzi quest’anno. Il tipo mi ha detto che c’era una bella promozione da 6 mesi più uno a 350 euro invece che 550, promozione che però sarebbe scaduta ieri. Ero abbastanza indeciso, visto che io sono notoriamente un palestrista invernale; ma alla fine mi sono convinto dopo che mi ha detto che di per sé l’importante era sganciare i soldi subito, ma avrei potuto iniziare l’abbonamento anche più tardi. Un rapido conteggio con le dita, e l’affare è stato fatto: ho strisciato il bancomat per un abbonamento che partirà il 3 ottobre, mercoledì.
Diciamo che la buona volontà e il portafoglio ce li ho messi.
Parabola
Come buon proposito per l’inizio di quest’anno (lo sappiamo tutti che l’anno inizia il primo lunedì di settembre…) ho riesumato il mio progetto di parlare delle parole matematiche usate in un altro contesto, e già che c’ero ho messo su Wikispaces un wiki apposta, così posso editarmelo con calma. La parola di oggi è parabola: se qualcuno ha una richiesta al solito basta chiedere :-)
La storia della parola (ah, lo sapete che “parola” deriva proprio da “parabola”?) è un po’ complicata. Naturalmente la parabola con cui si vede la tv via satellite è una parabola nel senso matematico, o più precisamente un paraboloide di rotazione: quindi non conta in questo mio racconto.
Però c’è anche un’altro tipo di parabola, quello “evangelico”, che a prima vista non ha nulla a che fare con la figura geometrica dallo stesso nome. Ma in effetti non è proprio così! Entrambe le accezioni derivano dal greco parabol? che significa “io confronto, metto in parallelo”. Nel caso della parabola intesa come figura geometrica, il nome è stato probabilmente dato perché se si facesse un tavolo da biliardo a forma di parabola e si colpisse – senza effetto – una biglia messa nel fuoco della parabola, dopo avere rimbalzato su un punto qualunque della parete la sua traiettoria sarebbe sempre nella stessa direzione. Per il racconto con la morale, invece, il parallelismo deriva dal fatto che prima dei vangeli i greci stavano già usando la parola con il significato di parallelo che serviva a chiarire un argomento più difficile mettendolo a fianco di uno più chiaro e noto: insomma, quello che oggi chiameremmo un esempio. Da lì il termine è stato riciclato dagli estensori del Nuovo Testamento, e come è capitato spesso il significato traslato dato dagli evangelisti è diventato quello principale.
Ah, a proposito dei significati traslati: quando si parla di “parabola di un potente” ovviamente si pensa alla figura geometrica, anche se un po’ distorta. Insomma, l’importante è che qualcosa prima cresca e poi cali, anche senza avere la forma specifica di una parabola. Però non mi sento di cassare questo significato: ci sono cose molto peggiori!
Aggiornamento: (5 settembre) Ho aggiunto “iperbole” e “quadruplicare”.
le vacanze a Marettimo
Sono pigro, lo so. Però nel weekend sono riuscito a catalogare le (troppe) foto scattate a Marettimo, che trovate su Picasa. (tra l’altro, sapete se è possibile fare un sottoalbum, mostrando solo gli highlight?). Naturalmente ci sarebbe anche il diario di viaggio, almeno in una versione beta.
Non so quando riuscirò a fare lo stesso con le foto della Norvegia, però :-(
_L’uomo che sapeva contare_ (libro)
Il sottotitolo di questo libro (Malba Tahan, L’uomo che sapeva contare [O homem que calculava], Salani settembre 1996 [1990], pag. 190, € 13, ISBN 9788877824813, trad. Lucio Zannini), “una raccolta di avventure matematiche”, è un po’ fuorviante. In realtà ci troviamo di fronte a una serie di problemi matematici sotto forma di racconti, un po’ come Le Mille e una Notte: il tutto viene ambientato a Baghdad nel periodo del Califfato. Beremiz Samir, l’Uomo che Sapeva Contare, è in primo luogo un buon musulmano, ma anche una persona che ama i numeri sotto tutte le sue forme. I problemi che dovrà via via risolvere sono tutti piuttosto noti, ma devo dire che il modo in cui l’autore li ha proposti dovrebbe renderli accattivanti anche per chi non apprezza la matematica, e che forse potrà capire, nonostante quanto Tahan stesso scrive, che è sì vero che per il matematico “la ricerca della verità non ha fini pratici”, ma dalla vita pratica si arriva comunque spesso alla matematica.
Nuovo posizionamento
In viale Zara c’è un negozio che fino a luglio aveva l’insegna, in stile anni ’70, “Spinelli – Elettrodomestici da incasso”. Ci sono passato davanti, e adesso ha un’insegna più “cattiva”, stile anni ‘0, che recita “Spinelli – Home Entertainment”. Naturalmente il contenuto del negozio è restato assolutamente lo stesso tra luglio e oggi, ma volete mettere un posizionamento di questo tipo con la mia generazione?