Se vi dico “Mastella”, pensate subito a Clemente; ma in questo caso parlo di suo figlio Elio. Se dico “Sortino” probabilmente non pensate a nulla, oppure – se guardate la TV – pensate a Sebastiano, inviato delle Iene.
Detto così, sembrebbe esserci una asimmetria; però, se avete visto questo video, saprete voi che le cose si possono aggiustare. Infatti, dopo essere rimasto un po’ a rispondere alle incalzanti domande della Iena, alla fine non ce la fa più e fa amabilmente notare come il contrattista per Mediaset sia il figlio di Sebastiano, uno dei commissari dell’Autorità Garante per le Comunicazioni. Insomma, tutto torna perfettamente.
Vorrei aggiungere che Mastella jr. ci ha fatto un’ottima figura, anche perché già quello stile di intervista così amato a Mediaset in realtà è l’equivalente moderno di essere messi al Colosseo a combattere contro i leoni, e anche la persona più innocente di questo mondo può essere disegnata come un sanguinario bruto se non ha una capacità di controllo ben oltre la media, e poi perché comunque non era lui quello che c’entrava in tutta la storia. Poi, essendo io curioso e non guardando la TV, mi chiedo come mai Sky avesse la registrazione dell’intervista :-)
(via Vittorio Bertola)
Gattositteraggio
La scorsa settimana Anna è stata a lavorare a Napoli, e mi ha lasciato così relativamente solo: relativamente perché lunedì c’erano i miei zii friulani ospiti, ma in ogni caso le incombenze della casa sono toccate a me. Tali incombenze, come sapete, consistono principalmente nel gestire le nostre due gatte. Generalmente la cosa è relativamente semplice: basta tapparsi le orecchie quando Ariel reclama a grandi miagolii la pappa, come se non fosse una gatta obesa che avrebbe bisogno di perdere un paio di chili, evitare Momo, gatta nera che tende a salire per la scala nera mentre sto scendendo al buio, e pulire la loro cassetta al mattino.
Purtroppo però Momo aveva un’infezione all’occhio, partita a fine anno dall’altro occhio e che il nostro veterinario online Fabio ha diagnosticato come dovuta alla clamidia. La cura di per sé è semplice: al mattino e alla sera si pulisce l’occhio con dell’acqua borica, e poi si mette un’apposita pomata sulla pupilla. La pratica però riveste qualche piccolo problema, se a fare tutto questo non è Anna – che in fin dei conti ha allevato Momo da quando aveva due o tre giorni – ma il sottoscritto. In pratica, dovevo preparare tutta la roba pronta, poi andare alla caccia della micia, portarmela in cucina, tenerla con un braccio mentre con l’altro le pulivo l’occhio, e poi tenerle aperta la pupilla per metterle la pomata. Mi sono subito accorto che il buon Dio si era dimenticato di dotarci di un terzo braccio per queste operazioni. Risultato? Contorsioni (mie e sue) assurde, e pomata messa genericamente in direzione dell’occhio, sperando in bene: in effetti sembra poi essere andato tutto a posto. Unico vantaggio: stranamente Momo non graffiava né si dimenava più di tanto.
Mai più senza: la sveglia con bersaglio laser
Non preoccupatevi: quello che vedete qui a fianco (e di cui potete avere qualche scarna informazione in più su UrbanTrendHK) è solo un concept, vale a dire qualcosa che in realtà non esiste. Almeno io non ho trovato da nessuna parte un prezzo, o qualcosa del genere.
Anche perché altrimenti sarebbe davvero una tortura: in pratica, l’unico modo per spegnere la sveglia – oltre naturalmente che sbattere violentemente a terra l’oggetto fino a che non si spacca – è prendere la pistola laser e colpire il centro del bersaglio posto sopra la sveglia. Vi lascio immaginare cosa potrebbe succedere al mattino con una persona normalmente mezza addormentata.
Eppure mi sa che un certo qual mercato ce l’avrebbe anche, perlomeno qui da noi. In fin dei conti siamo un popolo pronto ad accettare qualunque novità, soprattutto se qualcuno ci spiega che è una cosa così importante che non possiamo proprio farne a meno…
(via storiedime)
ePolis again (quotidiano)
Avevo già parlato di ePolis (o meglio, “e Polis”) quando era uscito. Però in questi mesi, se non ve ne foste accorti, il giornale non è uscito per qualche tempo per mancanza di soldi, salvo ritornare con nuovi finanziatori (Marcello Dell’Utri e Alberto Rigotti), cambiare direttore (dal 2 gennaio Enzo Cirillo ha preso il posto di Gianni Cipriani) e perdersi una sfilza di collaboratori (vedere qua oppure qua, anche se c’è stato chi si era già sfilato).
Stamattina, visto che in panetteria c’erano delle copie del giornale, ne ho presa una per verificare se e cosa era cambiato. Così ad occhio, per il momento relativamente poco. La foliazione mi sembra ridotta – sono 48 pagine, mentre mi pareva fossero 64; sono aumentati i redazionali, che però sono facilmente distinguibili perché usano un font molto diverso; le lettere al giornale sembrano le solite, quindi genericamente qualunquiste se non proprio destrorse; ci sono molti piagnistei perché il papa non ha potuto parlare oggi alla Sapienza, ma in effetti questo non è poi così diverso dal 90% degl’italici quotidiani :-)
Insomma, direi che la prevista rigida svolta a destra è per il momento iniziata in tono molto minore, anche se l’editoriale (sì, su Ratzinger) dà già l’idea di quello che dovrebbe accadere. Ma aspetto quattro o cinque mesi per verificare effettivamente se ho ragione…
punizione divina
Il discorso che il papa non terrà
Occhei, il papa domani alla Sapienza non ci sarà, ma ormai il suo discorso l’aveva scritto, e quindi ha pensato bene di pubblicarlo, addirittura in anticipo in modo che potesse essere stampato e distribuito. Rep.it, apprezzabilmente, l’ha presentato integralmente. Ho come il sospetto che non saranno in tanti a parlare, quindi tanto vale lo faccia io, anche se per forza di cose (mie) un po’ rapidamente.
Il punto chiave di tutto il discorso è quasi all’inizio: «Nell’università “Sapienza”, l’antica università di Roma, però, sono invitato proprio come Vescovo di Roma, e perciò debbo parlare come tale». Non posso dargli torto: il problema non è suo, ma del rettore Guarini che appunto non solo decide di invitare all’inaugurazione dell’anno accademico il vescovo locale (nulla di male), ma vuole anche che faccia una lectio magistrali.
Proseguendo, Ratzinger, seguendo John Rawls di cui io ovviamente non avevo mai sentito parlare, afferma che «Di fronte ad una ragione a-storica che cerca di autocostruirsi soltanto in una razionalità a-storica, la sapienza dell’umanità come tale – la sapienza delle grandi tradizioni religiose – è da valorizzare come realtà che non si può impunemente gettare nel cestino della storia delle idee». È un discorso un po’ sul filo del rasoio, anche se non ha affermato che la sapienza delle grandi tradizioni religiose è ipso facto una vera sapienza, ma semplicemente che bisogna tenerne conto. Notate che non ha parlato specificatamente della religione cristiana e della confessione cattolica :-)
Da qui passa, attraverso una citazione di Socrate che a me sembra piuttosto fuori tema, ad affermare che già i primi cristiani erano convinti che per la loro fede serviva anche la ragione, per potersi interrogare su Dio: direi un tema a lui caro. Personalmente però non sono affatto d’accordo con la successiva citazione di Agostino, che «ha affermato una reciprocità tra “scientia” e “tristitia”: il semplice sapere, dice, rende tristi. E di fatto – chi vede e apprende soltanto tutto ciò che avviene nel mondo, finisce per diventare triste.». Si può discutere se la scienza fatta per sé stessa non sia una manifestazione di misantropia, ma da qua ad arrivare a dire che “è triste” ce ne va parecchio.
La lectio magistralis continua parlando della divisione quadripartita dell’università medievale, partendo dalla Medicina che pur essendo vista quasi come un’arte era però considerata avere della “ratio” al suo interno, e continuando con Giurisprudenza. Qui fa un lungo inciso, tornando al giorno d’oggi e parlando delle teorie sulla democrazia di Jurgen Habermas (lui almeno l’avevo già sentito nominare). L’accenno alla spiegazione della «forma ragionevole in cui i contrasti politici vengono risolti» secondo Habermas – non bastano le maggioranze aritmetiche, ma ci vorrebbe un purtroppo ben difficile da ottenere «processo di argomentazione sensibile alla verità» – è a mio parere molto bello, assolutamente generale, e quindi verrà accuratamente evitato da tutti i nostri politici.
Parlando di verità, ritorna poi all’università medievale e alle altre due facoltà, Filosofia e Teologia, che considera come «una peculiare coppia di gemelli, nella quale nessuna delle due può essere distaccata totalmente dall’altra e, tuttavia, ciascuna deve conservare il proprio compito e la propria identità.», ricordando come già san Tommaso d’Aquino [nota: Agostino non aveva il “san” davanti, Tommaso sì. Si vede subito a chi vanno le sue preferenze] affermasse l’autonomia della filosofia dalla teologia.
Il Papa reitera il suo punto: anche se «Varie cose dette da teologi nel corso della storia o anche tradotte nella pratica dalle autorità ecclesiali, sono state dimostrate false dalla storia e oggi ci confondono.», comunque rivendica per la teologia il diritto di dare degli input alla filosofia, proprio perché parte da una conoscenza comune dell’umanità. Da qua in poi c’è il punto più debole di tutta la lectio, almeno a mio parere. Infatti, va bene dire che «Il messaggio cristiano, in base alla sua origine, dovrebbe essere sempre un incoraggiamento verso la verità e così una forza contro la pressione del potere e degli interessi.» (notare il condizionale…) ma avrei qualche dubbio sul «il messaggio della fede cristiana [è] una forza purificatrice per la ragione stessa, che aiuta ad essere più se stessa». Questo implica infatti che non può esistere ragione senza fede (sì, lo so, un altro punto fermo del pensiero ratzingeriano), però mi sembra un’affermazione assolutamente indimostrabile.
Anche l’accenno successivo all’università moderna, dove le “nuove dimensioni del sapere” sono valorizzate soprattutto «nelle scienze naturali, che si sono sviluppate sulla base della connessione di sperimentazione e di presupposta razionalità della materia» e «nelle scienze storiche e umanistiche, in cui l’uomo, scrutando lo specchio della sua storia e chiarendo le dimensioni della sua natura, cerca di comprendere meglio se stesso» fa molto arrabbiare il matematico che è in me e che si trova messo fuori gioco. Seriamente, la matematica (pura) non può proprio entrare nello schema indicato da Benedetto XVI, perché lo studio delle relazioni matematiche di per sé, e non quindi come modelli per quelle che lui chiama “scienze naturali”, richiede la ragione ma non ha assolutamente bisogno della sapienza delle religioni, grandi o piccole che siano. D’altra parte questa parte del discorso finisce con un’implicita ammissione di accerchiamento: «Detto dal punto di vista della struttura dell’università: esiste il pericolo che la filosofia, non sentendosi più capace del suo vero compito, si degradi in positivismo; che la teologia col suo messaggio rivolto alla ragione, venga confinata nella sfera privata di un gruppo più o meno grande.».
Fortunatamente nella parte finale, dove ricorda che il papa «Sicuramente non deve cercare di imporre ad altri in modo autoritario la fede, che può essere solo donata in libertà», è più tranquillizzante. Non rompiamo lamentandoci per l’invito alla ragione «a mettersi alla ricerca del vero, del bene, di Dio e, su questo cammino, sollecitarla a scorgere le utili luci sorte lungo la storia della fede cristiana e a percepire così Gesù Cristo come la Luce che illumina la storia ed aiuta a trovare la via verso il futuro.». Come dicevo all’inizio, il rettore ha chiesto la lectio magistralis al Papa: è come lamentarsi per avere invitato Luca Cordero di Montezemolo alla riunione annuale di Ciclobby, e sentirlo terminare dicendo “la bicicletta è bellissima, e messa sul tetto della vostra automobile quando andrete in vacanza vi farà sentire più liberi”.
Occhei. Penso che ormai lo sappiate che io preferisco di gran lunga le discussioni filosofiche di Ratzinger al misticismo di Wojtyla, e so benissimo che i veri motivi per le contestazioni da parte di studenti e professori romani rimangono intatti: però devo dire che – pur non concordando in vari punti con quanto da lui detto nella sua lectio magistralis – l’ho trovata una lettura interessante.
sotto prezzo
Sono passate le feste di fine anno e il relativo profluvio di volantini. Però mi sa che non è che poi i negozi di elettronica abbiano venduto chissà quanto, visto che ancora adesso mi ritrovo dei nuovi volantini in buca delle lettere, che promettono mirabolanti offerte.
Forse però non sapete che la disciplina della vendita sotto costo è rigidamente definita dalla legge italiana. Se vi interessa, trovate qua il testo del D.P.R. 6 aprile 2001 n. 218 (se volete il PDF ufficiale compreso di erore di stompa nelle prime righe, andate qua). In pratica la durata massima è di dieci giorni, non se ne possono fare più di tre l’anno, e occorre indicare il numero di pezzi disponibili, tra le altre cose. Insomma, bisogna stare attenti.
E in effetti il volantino di Marco Polo-Expert ha tutti gli stelloncini che evidenziano che i prodotti in offerta sono… “sotto prezzo”. Sotto prezzo non è sotto costo, quindi la disciplina non si applica e siamo tutti felici :-)
Phishing tosto per tutti i gosti
Ero rimasto fermo ai tentativi di sfruttare eBay per il phishing scrivendo una mail incazzata perché il tipo non aveva ancora ricevuto un oggetto che noi avremmo venduto all’asta. Mattia mi ha appena segnalato una variante ancora più “simpatica”.
Il messaggio, nel solito pseudoitaliano, è il seguente:
Salve, vorrei acquistare il navigatore elettronico che avete per la vendita
su eBay qui http;//cgi.ebay.it/ws/eBayISAPI.dll?ViewItem=3D879275541249
Esso è di nuovo? E la prego di dirmi quanto è la tassa di consegna a Trieste.
Grazie,
Luca
A parte il punto e virgola al posto dei due punti nell’URL, il vero link nascosto naturalmente non è ad eBay (anche perché non ci si riuscirebbe ad arrivare direttamente) ma al sito del phisher, http://kisheri.front.ru/sez/ che presenta una bella pagina di autenticazione della società d’aste. La parte più interessante è che ho provato a mettere username e password, e sono effettivamente arrivato a una pagina di eBay con l’asta per uno schermo per navigatore! Chissà se l’annuncio è stato scelto a caso (penso di sì)…
(ovviamente ho inserito come username e password delle stringhe casuali)