Leggo su La Stampa che Marco Zatterin prende in giro non ho ben capito se Google o più probabilmente coloro che si stanno lamentando perché su Google Maps il Kosovo non è ancora indicato come stato indipendente. Quando leggo queste cose, penso sempre al buonanima di Beppe Viola, che scrisse per Enzo Jannacci le immortali parole “quelli che l’ha detto il Telegiornale!”. Il telegiornale del ventunesimo secolo è Google, non c’è storia.
Fosse tutta qui, la notiziola sarebbe così minuscola che non avrebbe meritato altro che una tumblrata. Però, giusto per curiosità, ho provato a fare una ricerca su Google Maps per la striscia di Gaza, e ho trovato questo. Notate nulla di strano? No, non parlo del fatto che il confine con Gaza e con la Cisgiordania è tratteggiato e non continuo: diciamo che quella è una banale soluzione laviamoci-le-mani. Il punto è che Israele (e i territori occupati) non sono mappati. Ingrandite pure la mappa, e non troverete assolutamente nulla. Visto che non credo che non esistano cartine di Israele e che almeno le strade principali delle nazioni confinanti sono indicate, posso solo immaginare che ci sia un accordo tra il governo israeliano e Google per evitare di dare “informazioni potenzialmente pericolose”. Insomma, se vogliamo fare dietrologia, facciamola per bene, no? :-)
Giornata della Riappropriazione Pedonale
È lunedì mattina. C’è una giornata di sole (ovviamente che mi va negli occhi mentre pedalo al mattino), nemmeno fredda nonostante siano le otto del mattino. Pedalo verso l’ufficio, schivo al solito un po’ di auto guidate da gente che non pensa che sarebbe opportuno svegliarsi prima e andare in ufficio poi, e mentre svolto da via Melchiorre Gioia in via Braga mi trovo un pedone che sta percorrendo la via esattamente al suo centro, e che si ferma sorpreso mentre prendo la curva: non che gli sarei comunque passato al pelo, una bici occupa relativamente poco spazio. Bah, penso, strano.
Ma molto più strano è stato trovare, nel breve percorso verso l’ufficio, una seconda, una terza, una quarta e una quinta persona sempre in mezzo alla strada. Erano tutte su vie piuttosto strette e teoricamente non troppo trafficate, viale Monza ad esempio era scevra da questa epidemia, ma ad ogni modo mi sono chiesto se per caso non avessero indetto la Giornata della Riappropriazione Pedonale delle strade urbane e non mi fossi accorto di nulla. O magari è solamente il tepore primaverile che sveglia le anime e appisola i neuroni. Voi ne sapete qualcosa in più?
Ci vuole poco a farmi contento
Anna e io siamo entrati in questa casa cinque anni fa, una volta finita di costruire e rimesso a posto il parquet che avevano montato a soletta non ancora asciugata, con intuibile risultato. Il costruttore ci aveva consegnato 2 (due) radiocomandi per il box: uno che apre solo la saracinesca del box e uno che apre anche il cancello. Come è giusto, la spartizione è stata fatta in maniera sfacciatamente sessuale: in fin dei conti io generalmente mi muovo in bicicletta, e quindi non è che abbia tutti questi problemi a tirare fuori la chiave del cancello. Io ci avevo anche tentato, di duplicare il radiocomando: niente da fare, sembrava proprio che quel modello a codice rotante fosse assolutamente bloccato, e occorresse modificare la centralina.
In un momento di decisionismo, chiesi all’amministratore di mettere all’ordine del giorno dell’assemblea del mese scorso la possibilità di chiamare una volta per tutte il radiocomandista, visto che non eravamo gli unici con questo problema. Arriviamo a discutere quel punto, e il nuovo condomino appena arrivato fa “ma dov’è il problema? Sono andato alla ferramenta qui a cinquecento metri, e mi hanno fatto arrivare il radiocomando con tutte le istruzioni del caso”. Ah, faccio io. La scorsa settimana sono così andato a ordinarlo (38 euro), e giovedì mi è arrivato. Tutto felice, vado a eseguire le istruzioni come da foglietto allegato: mettere i due radiocomandi NUOVO e VECCHIO – nel foglietto scrivevano in maiuscolo, io eseguo obbediente – l’uno di fronte all’altro, tenere schiacciato per cinque secondi il radiocomando NUOVO, poi schiacciare per tre volte di fila il VECCHIO e ancora una volta il NUOVO per conferma. Niente. Riprovo una seconda volta: niente. Ieri torno al negozio, e chiedo lumi: il tipo mi dice “guardi, provi a mettersi il più vicino possibile alla ricevente, a meno di un metro; se proprio non ci riesce, al limite mi dia poi un colpo di telefono e arrivo quando torno a casa la sera.
Stamattina c’era un bel sole, faceva caldo, ero di ottimo umore, e mi sono rimesso di buona lena, alzando i radiocomandi al cielo in offerta sacrale e contando fino a sette invece che a cinque perché tanto io sono sempre frettoloso. Ebbene sì: ci sono riuscito! Ora sono il prode proprietario di un radiocomando a due pulsanti, esattamente identico a quello di Anna! (A dire il vero stavo programmandolo invertendo i due pulsanti, ma me ne sono accorto subito e ho pensato che forse non era esattamente il caso). Come ho scritto nel titolo, mi accontento di poco, no?
più tasse per tutti
Rep.it l’ha scritto in fondo in fondo al suo articolo intonante peana sul risultato 2008 dei conti pubblici italiani, “Deficit/Pil all’1,9% nel 2007 – Mai così basso dal 2000”. Il Corsera lo scrive nell’occhiello, confidando sul fatto che il titolone “Istat: l’Italia cresce poco, ma cala il deficit” lo copra. Solo La Stampa, forse in ricordo di quello che avrebbe fatto trent’anni fa, titola a tutta pagina: “Il 2007 è l’anno delle tasse record”. (Per la cronaca: ho guardato anche Il Giornale, ma non ho trovato nulla). In pratica, la pressione fiscale nel 2007 è stata del 43.3% del PIL, il dato più alto dal 1997 con la famosa eurotassa e i salti mortali per riuscire ad acciuffare i parametri di Maastricht ed entrare nell’euro. Per dare un’idea, tra il 2001 e il 2006 la pressione è oscillata dal 40.5% al 41.7%. Ma che vuol dire tutto questo?
Sull’edizione cartacea de La Stampa c’erano degli articoli interessanti, che però non parlavano esplicitamente delle ragioni di questo impennarsi della pressione fiscale. Una possibilità è in effetti quella della lotta all’evasione fiscale, che ha fatto sì che la gente pagasse più tasse; potrei aggiungere che un mio amico – notoriamente non di sinistra – afferma che in realtà quella storia è una balla, e c’è semplicemente stata una pletora di misure formali unite a obblighi di pagare “per evitare accertamenti, che non si sa mai cosa portino” forfait ben superiori a quello che si sarebbe dovuto fare.
Ovviamente non sono un economista e quindi non so dare risposte precise al riguardo, ma sono un matematico e una cosa la vedo facilmente. Anche partendo dal punto di vista che l’aumento della pressione fiscale dipenda interamente dai soldi emersi, non è che questa sia una buona notizia per chi è sempre stato onesto. Questi numeri sono infatti calcolati facendo il rapporto tra il Prodotto Interno Lordo globale e i soldi pagati globalmente di tasse, il che significa che gli onesti pagavano già prima troppi soldi, solo che le percentuali ufficiali non lo mostravano. E questo, come immaginate, non capita solo con quest’ultimo governo, ma arriva da ben più lontano. La vera colpa di Prodi, piuttosto, è stata quella di non ridurre le spese, il che avrebbe in effetti permesso una riduzione delle tasse senza farci bacchettare dall’Europa; ma la cosa più divertente, almeno secondo l’articolo della Stampa cartacea di oggi, è stato che nel 2007 Prodi ha anticipato delle spese correnti (e non bruscolini, si parla dell’1% del PIL) per non avere troppo poco deficit e rischiare quindi che l’anno prossimo l’UE gli chiedesse di fare ancora di più. Ciò significa che i conti di quest’anno respireranno un po’ di più, ma che l’abbassamento delle tasse proposto dal Partito Uno e Bino, e che sembrerà così fattibile visto lo stato della spesa lo pagheremo pesantemente dal 2009 in poi.
Ma deve ancora nascere il politico che riuscirà davvero a contenere la spesa pubblica.
pubblicitari in modalità write-only
Giovedì pomeriggio, attraverso il form che permette di scrivermi un messaggio, mi è arrivata la seguente richiesta: (non metto i nomi perché non sono poi così importanti.
Gentile Staff di Xmau,
mi chiamo [deleted] e mi occupo della gestione pubblicitaria del sito [deleted], azienda di e-commerce specializzata [deleted].
Ho preso visione del vostro sito e sarei interessato a pubblicizzare i nostri prodotti attraverso le vostre pagine. Pertanto vi chiedo i riferimenti del vostro responsabile della pubblicità. [ecc. ecc.]
Credo che chiunque abbia davvero “preso visione del mio sito” si sia accorto che qua non ci sono nemmeno i Google AdSense. Bene, invece che buttare via il messaggio mi sono messo a rispondere, scrivendo
>Ho preso visione del vostro sito
no, non l'ha affatto fatto.
Da qui è seguito un botta e risposta da commedia:
lui: Scusami ma non ho capito cosa intendi :) puoi spiegarti meglio?
io: se tu “avessi preso visione del mio sito”, avresti letto (dalla home page) “chi paga per questo sito”.
lui: Scusami ancora ma non risco a risalire alla tua email e quindi al tuo sito.
Questo perchè o mi stai scrivendo da una email diversa da quella dove ti ho contattato o il tuo sito aveva una form per il contatto.
Potresti gentilmente indicarmi il sito?
io:xmau.com, il che significa appunto che il sito non l’hai visto se non
per l’esistenza del form.
Poi più nulla.
Probabilmente dopo tutto quello che aveva scritto, aggiungere una parola di scusa per avere lavorato in modo write-only convinto che nessuno avrebbe potuto rifiutare la sua favolosa offerta gli avrebbe fatto sforare la sua temporizzazione…
Word Connect
Non garantisco su quanta gente avrà voglia di lanciarsi con questo giochino, ma qualche pazzariello c’è sempre.
Il gioco è in stile Tetris, nel senso che ci sono dei pezzi che cadono dall’altro e si possono spostare durante la caduta: i pezzi però sono dei quadrati con una singola lettera, e lo scopo del gioco è creare – e automaticamente distruggere – delle parole di senso compiuto. C’è una lista di animali, ma anche altre parole inglesi vanno bene; le lettere non sono generate troppo a caso, e probabilmente una persona con un po’ più di pazienza di me riuscirebbe anche a completare la lista (poi non so cosa succede… lascio a voi l’ebbrezza di scoprirlo!)
(via Puzzlinks)
Wikipedia, Domenici e le campagne elettorali
Un paio d’ore fa, mentre stavo facendo finta di fare il mio secondo lavoro di questi ultimi mesi, mi sono visto sull’aggregatore RSS del Corsera la notizia che il sindaco di Firenze querela Wikipedia. Oltre ad avere scoperto che il nome del sindaco è Domenici e non Dominici come credevo da anni, sono andato a vedere la voce: c’era il pezzetto mostrato nel riquadro all’interno dell’articolo, poca altra roba, e in cima alla pagina l’avviso a chiare lettere Questa voce o sezione non riporta fonti o riferimenti, il che dimostrava che nessuno credeva più di tanto alla qualità della voce. Anche la sezione dove si accusava Domenici dell’affidamento dei parcheggi cittadini alla società "Firenze Parcheggi" del cui cda fanno parte le mogli di Domenici e dell'assessore Cioni., chiamata “Critiche”, era stata messa in dubbio, come si può leggere nella pagina di discussione relativa (ogni voce su wikipedia può avere una parallela pagina per discutere sulla voce stessa). Non c’era nemmeno stata una vera e propria “guerra di modifiche”, e probabilmente la cosa si sarebbe rimessa in quadro per conto proprio in qualche giorno, anche considerando che è difficile affermare che le mogli di Domenici e Cioni siano nel CdA di Firenze Parcheggi, quando di donne ce n’è una sola :-) Né Domenici o qualche zelante funzionario si è messo a fare quella singola modifica alla voce, che probabilmente avrebbe risolto tutto. Ma magari sarebbero rimaste le altre critiche, che non erano poi così belle per l’immagine del sindaco… e dire che nella voce sono state cancellate cose ben peggiori, senza nemmeno che venisse minacciata una querela.
Ad ogni modo, i sysop di it.wiki hanno compiuto l’operazione usuale in questi casi: se provate a cliccare sulla voce che riguarda Domenici, troverete solo l’asettica nota Attenzione: questa pagina è stata bloccata ed oscurata a scopo cautelativo. Verrà eventualmente ripristinata alla fine della vicenda che la riguarda. Insomma, le malignità e le possibili calunne su Domenici non si possono leggere, ma non si leggono nemmeno le cose buone che ha fatto. Non so se alla fine lui ci guadagnerà o no da tutta questa storia; mi sa tanto che però questo sia solo l’inizio di una campagna elettorale che sarà davvero pesante, e le accuse contro di lui – con dei giganteschi disclaimer per evitare altre querele – cominceranno a vedersi in giro per la rete :-)
P.S.: chissà come hanno fatto quelli del Corriere ad avere lo scoop in esclusiva!
Aggiornamento (1. marzo): la voce è stata rimessa in chiaro, senza tutto il paragrafo “Critiche” (cancellato del tutto), il che mi pare che sia un po’ esagerato: scrivere ad esempio che i cittadini ce l’hanno con la tranvia non è mica peccato, no?
Offerte speciali a cascata
Stasera siamo andati a fare spesa all’Esselunga. Tra le altre cose, c’era un'”irripetibile” offerta delle pastiglie per lavastoviglie Finish: due confezioni da 32 tabs impacchettate insieme al prezzo di una (occhei, era ben più del prezzo normale di una confezione, diciamocela tutta). Però c’era anche l’offerta speciale dell’Esselunga stessa: su quel prodotto, c’era il “paghi uno e prendi due”. All’atto pratico, sono dunque arrivato in cassa con quattro confezioni di pastiglie, che tanto non vanno a male e inquinano allo stesso modo se prese in un colpo solo o nei mesi.
Se devo dire una cosa, però, mi chiedo quale sia il ricarico, e pertanto il guadagno, sui detersivi.