C’è anche chi ha riso

Il Corsera ha messo online il video con il frammento dell’intervista rilasciata da S.E. il Cav. Silvio Berlusconi a Mosca, con la frase incriminata sull'”abbronzatura” di Barack Obama. Ascoltatela: si sentono distintamente delle risate. Quiz: di chi sono?

(per i curiosi: le risposte che avete dato si vedono qua)

so di essere imbecille, ma…

… ma lo so che nonostante tutto mi volete bene e quindi mi spiegherete tutto.
Leggo su Repubblica che il PD romano ha preparato un manifesto con la foto di Gasparri, la sua dichiarazione di mercoledì, una fascia rossa con scritto “Vergogna!” e la frase “Il mondo esulta, la destra diffama”. Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati PD PdL, tuona: «Un manifesto incredibile, con tanto di fotografia per indicare un bersaglio da colpire. Un manifesto di autentica barbarie che può provocare pericolosissime conseguenze.»
La mia povera mente, come dicevo, è limitata. Però non riesco proprio a capire quali siano le “pericolosissime conseguenze” (a parte che forse qualcun altro avrà un’idea di quale sia il Gasparri-pensiero) e soprattutto perché una foto dovrebbe “indicare un bersaglio da colpire”, o come dice Maurizio “chi? io?” Gasparri stesso «È uno stile più da Brigate Rosse che da partito democratico. Indicare un obiettivo con una foto in un momento in cui nelle piazze ci sono tensioni è irresponsabile». A parte che io tensioni in piazza non ne vedo, non mi pare proprio che in quel testo ci sia scritta una qualunque cosa che possa far pensare a qualcuno di prendere una pistola e andare a sparare. Né credo che il problema sia la parola “vergogna”, anche se forse la fascia rossa sì. E non sto nemmeno a prendere in considerazione i manifesti del loro Fedele Alleaten celtico per fare un confronto.
Ma come ho detto, aspetto di essere illuminato da voi: sicuramente sono sulla cattiva strada.

mic.roso.ft

Ho scoperto per caso l’esistenza di Microsoft TechNet Social, un sistema di gestione e condivisione dei propri bookmark made in Microsoft. Non essendomici iscritto non posso dire con sicurezza se ci sono dei vantaggi implementativi rispetto a del.icio.us, ma così ad occhio non mi pare. Bisogna dire che questa voglia di fare tutto non è solo della casa di Redmond: Google e Yahoo! fanno esattamente lo stesso, e non è sempre detto che il vincitore sia lo stesso per ciascun servizio. Ad esempio, del.icio.us è appunto di Yahoo!, e a mio parere è il vincitore. Però una clonazione pura come quella che mi pare essere Microsoft TechNet Social non mi sembra una grande idea… Qualcuno che lo usa mi sa dire di più?
(però è divertente vedere che tra i dieci link in prima pagina in quest’istante quattro puntino a Firefox :-) )

Medice…

Silvio B, a proposito della sua battuta su “Obama abbronzato”: «Pensavamo ci fossero tanti imbecilli in circolazione, quello che non immaginavamo è che fossero così imbecilli da autodichiararsi pubblicamente». (O come riporta la BBC, «God save us from imbeciles»)

Grande conquista della tecnica

Leggo sul Corsera che con la modica spesa di 450000 euro (700 a persona, insomma…) dal prossimo febbraio i voti alla Camera si faranno col riconoscimento dell’impronta digitale dei singoli deputati, per stroncare una volta per tutte il fenomeno dei “pianisti”.
Tre rapide considerazioni. Innanzitutto mi chiedo se finalmente fiorirà il mercato delle maschere in lattice con le impronte digitali. In secondo luogo ricordo che il sistema è già in uso nei parlamenti di Messico, Brasile e Albania, giusto per dare un’idea della portata di questa innovazione. Infine c’è la nota positiva di una certa qual sinergia; nel caso un deputato venga poi incriminato, le impronte gliele hanno già prese.

E sarei io ad avercela con Silvio?

Sono stato accusato (in privata sede) di essere fissato contro Berlusconi, e non perdere l’occasione di parlare male di lui, anche quando scrivo di tutt’altro. In realtà non è vero: mi capita spesso di parlare del PresConsMin per l’ottima ragione che lui è un presenzialista estremo, e sicuramente non penserei mai di votare per lui, ma non c’è nulla di più.
D’altra parte, il fogliaccio scandalistico scalfariano, AKA Repubblica, mi pare messa molto peggio di me. Basta vedere questo articolo, dove l’anonimo estensore riporta che il nostro PresConsMin, durante un incontro col presidente russo Medveded, definisce il prossimo presidente USA «giovane, bello e “abbronzato”» e commenta che la frase «sfiora pericolosamente i confini del razzismo. Dimenticando che storicamente il razzismo si nutre non solo di violenza e discriminazione, ma anche e sopratuttto di battute a doppio senso».
Questa è sicuramente una battuta che non fa per nulla ridere. Io la definirei semplicemente “inutile”, nemmeno stupida. Ma da qui a considerarla criptorazzista mi pare ce ne voglia davvero tant. Ecco: diciamo che io inizio a preoccuparmi se il secondo quotidiano d’Italia si abbassa a fare “analisi politiche” di questo livello. Davvero in confronto io sono un editorialista gigante.
Aggiornamento: (7 novembre) Di per sé non è stata solo Repubblica a sbattere il tutto come prima notizia, come ho mostrato sugli Archivi. Notate che ieri sera Radio Popolare ha preferito metterla come terza notizia, facendola precedere da robettine tipo il taglio di mezzo punto del tasso di sconto e le nuove stime al ribasso del Fondo Monetario. Non mi sembrava poi così difficile.

linguaggio sessista

Dopo la storia di Susanne Klatten e del suo amante a pagamento svizzero Helg Sgarbi (che razza di cognomi strani hanno gli elvetici!), si direbbe che la parola gigolò sia tornata prepotentemente d’attualità. La parola, ovviamente, non il concetto che è sempre stato ben noto anche se solitamente non appare nei media.
Se si leggono però notizie come questa, si scopre un’asimmetria nel linguaggio usato. Mentre la “persona di sesso maschile che dietro pagamento di congruo compenso allieta le serate di non più giovani persone di sesso femminile, con un tipo di attenzione non trovato nella prostituzione comune” è detta gigolò, la “persona di sesso femminile che dietro pagamento di congruo compenso allieta le serate di non più giovani persone di sesso maschile, con un tipo di attenzione non trovato nella prostituzione comune” è chiamata invece squillo. Può darsi che sia colpa mia, ma quest’ultima parola suona “più cattiva” dell’altra. Chissà quando si potrà tranquillamente parlare degli squillo.

Più fumetti per tutti

Scopro da Pensieri spettinati che United Features, una delle grandi agenzie americane di fumetti, ha deciso di rendere gratuita l’iscrizione al sito (compreso il feed RSS, il messaggio con le strisce del giorno, e tutti gli archivi). Il fumetto più noto sono sicuramente i Peanuts, ma probabilmente ne conoscete tutti degli altri, tipo Get Fuzzy. Può essere un ottimo metodo per ripassare lo Street American English, quello insomma che il vostro insegnante non vi ha mai insegnato… a meno ovviamente che non scegliate Ferd’nand!