Bulgaria, DC

Occhei, ho ciccato completamente le previsioni elettorali. Amen. Ma avrei potuto facilmente vincere una scommessa su chi avrebbe conquistato i tre Grandi Elettori del District of Columbia. Già quattro anni fa, infatti, nella città di Washington Kerry prese il 90% dei voti, contro il 9% di Bush e qualche voto disperso.
Ma quest’anno le percentuali finali sono state OBAMA: 93% – MCCAIN: 7%. Nemmeno in Kazakistan si arriva a questi livelli!

Un posto al sole

Una piccola curiosità: la pagina sul sito BBC dove si raccolgono le reazioni dei leader europei alla vittoria di Obama. Nell’ordine si riportano le affermazioni del presidente francese Nicolas Sarkozy; del primo ministro britannico Gordon Brown; del cancelliere tedesco Angela Merkel; del presidente UE Jose Manuel Barroso (!)l del viceministro degli Esteri (!!) russo, Grigory Karasin. Fine.
Dal punto di vista dell’Italia, la cosa non è così negativa per almeno due ragioni: che non sono state raccolte le dichiarazioni di Gasparri, e che non hanno nemmeno intervistato Zapatero :-)

E un bel tacere, proprio no?

Maurizio “chi? io?” Gasparri lo conosciamo tutti. Secondo me, Silvio B. lo apprezza perché lo fa sentire un uomo di cultura. Insomma, non c’è per nulla da stupirsi se stamattina è riuscito a dire che «Su Obama gravano molti interrogativi; con Obama alla Casa Bianca forse Al Qaeda è più contenta», dimostrando tra l’altro di non avere nemmeno chiaro come funzionino i meccanismi di un terrorismo guerrigliero.
Cosa fare in casi come questo, se appartieni allo schieramento politico opposto? Evidenzi quella frase, ed eviti di commentare: tanto quelli che non riescono a capire le conseguenze di una frase simile non li schiodi certo con un discorso articolato. Anna Finocchiaro no. Se ne va ad affermare che «si tratta di parole che rischiano di minare i rapporti dell’Italia con il nostro maggiore alleato e che il governo con questa affermazione si trova in una gravissima situazione.» (ah: in questa legislatura Gasparri è il capo dei senatori PdL, quindi non fa parte del governo: ma si sa che queste minuzie costituzionali sono solo fastidiose.) Immagino che (lo staff di) Gasparri non abbia creduto alle proprie orecchie e abbia esultato per la possibilità di rigirare la frittata.
Poi ci stupiamo di chi abbiamo al governo: non è che da noi il cambiamento porterebbe chissà cosa!

san Lorenzo e sant’Eustorgio

Domenica scorsa il tempo a Milano era stranamente primaverile, a differenza dei giorni precedenti e seguenti. Così Anna e io abbiamo pensato bene di andare a farci un giro turistico-culturale nella grande metropoli padana dove ormai da parecchi anni vivo. L’idea iniziale era andare a vedere il museo diocesano; strada facendo abbiamo pensato che forse era meglio dedicare alla visita una giornata più uggiosa, e ci siamo così mossi a piedi nella zona del Ticinese.
La basilica di san Lorenzo è più che altro nota per il colonnato al suo esterno, con le polemiche da un lato per i rifiuti buttati per terra tutte le notti e dall’altro perché non si vuole che il tram passi lì a fianco. Detto tra di noi, c’è un’alta correlazione tra queste cose, e non perché la gente getti bottiglie dal tram :-) Domenica però non ci siamo interessati al sagrato e siamo entrati a vedere l’interno, un curioso misto di pezzi in epoche che spaziano per più di un millennio e una tendenza all’accrezione simile a quella che avevo notato a Torino, alla Consolata. Per la cronaca, l’organo (in fase di restauro) è un Bernasconi-Bossi, quindi direi della scuola lombarda a cavallo tra il XIX e il XX secolo.
San Lorenzo ha anche l’equivalente ecclesiastico di una bonus track: la cappella di sant’Aquilino (ingresso 2 euro) che risale anch’essa al V-VI secolo e conserva alcuni resti di affreschi e soprattutto mosaici. Purtroppo i resti sono pochi, ma meritano davvero, soprattutto il Cristo con gli apostoli (e san Paolo al posto di Giuda..) che è in stile bizantino, mostrando come ci fossero comunque degli scambi culturali tra l’impero di Oriente e quello che era rimasto in occidente dopo la caduta di Roma.
Proseguendo su corso di Porta Ticinese, o se si preferisce passando dal parco delle Basiliche, si arriva all'”insigne basilica di sant’Eustorgio“, altro bell’esempio di chiesa antica: in questo caso romanica, come si vede anche dai resti di mattone a spina di pesce sul lato della basilica. L’interno è stato rimaneggiato relativamente poco nei secoli, il che è molto bello; tra le cappelle laterali quella viscontea conserva ancora buona parte degli affreschi, con un san Tommaso in trono – se non ho capito male – un po’ strano. Sganciando ben sei euro a cranio si può andare a vedere la cappella Portinari, che non c’entra nulla con Dante ma prende il nome dal committente, un banchiere del XV secolo. La cappella è dedicata a san Pietro abate, quello che vi trovate spesso raffigurato con un’ascia in testa e che ho scoperto essere un domenicano (Anna l’aveva intuito da saio e scapolare, mentre io mi ostinavo a crederlo del X-XI secolo. Ben mi sta). Oltre ad alcune raffigurazioni, si può anche vedere l’arca dove era contenuto il corpo del santo, e scoprire che oltre alle sette virtù cardinali e teologali stavolta è stata aggiunta l’obbedienza per pareggiare il numero di colonne.
Per i curiosi, ho scattato qualche foto – rigorosamente senza flash per ovvie ragioni – che si può vedere qua.
Aggiornamento: (19:30) Galliolus nei commenti mi fa notare che a sant’Eustorgio c’è la tomba dei Magi. È vero (è in fondo a destra, per la cronaca), ma almeno dal mio punto di vista era così poco interessante che me n’ero proprio dimenticato, anche perché non è che ci sia chissà quale valore architettonico… diciamo che è l’equivalente altomedievale di un rifugio atomico.

Piove. In ufficio.

Anche oggi, come ieri, sono andato in ufficio in bicicletta. Anche oggi, come ieri, a un certo punto è attaccato il diluvio universale.
Oggi un po’ più di ieri, in effetti: ho fatto il percorso verso la mensa col bellissimo cappello giallo che Anna mi ha regalato, e l’ho trovato vieppiù utile.
Non so poi se perché oggi piove più di ieri oppure c’è semplicemente un effetto di accumulo, ma dopo quattordici mesi nel nostro open space è ripresa a scendere acqua dal soffitto. In due punti distinti (nessuno dei quali vicino alla mia postazione, mi affretto ad aggiungere).
Posso dire “Piove, elezioni USA ladre”?

La Stampa l’ha già fatto

[ad hoc? significa genuino!] Stamattina La Stampa ha pubblicato questo articolo, immagino “di costume” – sempre meglio che le donnine seminude, lo ammetto – a proposito della decisione di alcuni consigli comunali britannici di eliminare alcune espressioni latine, immagino dai loro documenti ufficiali, e indicando un loro equivalente inglese. Per la cronaca, immagino che l’articolo abbia preso spunto da questo testo del Daily Mail, sicuramente più divertente da leggere; anche USA Today ne parla, con la favolosa citazione «Many readers do not have English as their first language so using Latin can be particularly difficult.». Bisogna anche dire che ancora cinquant’anni fa nel Regno Unito era considerato assolutamente normale imparare e usare una quantità abnorme di locuzioni latine.
Ma la cosa più divertente a mio giudizio è l’occhiello dell’articolo della Stampa: per riuscire a tenerlo in due righe nonostante la foto a fianco, la frase Così «ad hoc» diventa «improvvisato», «bona fide» «genuino» è stata compattata in ’ad hoc’ diventa genuino. In effetti, questa è la prova che da noi il latino non è proprio più (grosso modo :-) ) riconoscibile, e forse fare le pulci agli albionici non è il massimo!

Predizioni elettorali USA

Oggi si vota negli USA per eleggere il presidente. È vero che in tutto il mondo se ne parla, mostrando come gli americani nel bene e nel male siano sempre il centro del nostro pianeta: è anche vero che da noi se ne parla quasi più delle nostre elezioni, non so se per la nostra esterofilia standard, perché sogniamo di essere il cinquantunesimo stato dell’Unione, o perché sia meglio non pensare ai nostri politici. La mia ragione per parlarne è semplicemente il non avere null’altro da dire :-)
Secondo me, Barack Obama probabilmente vincerà. Per essere più preciso: eliminando dal conteggio finale tutti gli stati in cui il margine tra i due candidati sarà inferiore al 2%, nessuno otterrebbe il numero magico di 270 grandi elettori, e su margini così ridotti non me la sento di fare previsioni. Per quanto riguarda il voto popolare, ci saranno cinque punti di vantaggio per Obama su McCain, ma chiunque sa di cosa si sta parlando dovrebbe sapere anche che questo non conta un tubo in un’elezione dove ci sono cinquanta (più uno: il District of Columbia, non l’Italia) scelte secche. Un’ultima cosa: i primi risultati saranno più favorevoli a Obama rispetto all’esito finale (il famoso “effetto Silvio” che abbiamo visto nelle ultime nostre elezioni)
Perché dico questo? Il punto di base non è il cosiddetto Bradley Effect, che tradotto in brianzolo fa più o meno “Obama l’è un negher, dico che voterò per lui perché mi non sun razzista, ma poi voto l’altro”. (A proposito, avete notato come negli USA si possono pubblicare sondaggi fino al giorno prima delle elezioni, mentre da noi scatta il Blocco Ufficiale in modo che si possano solo far filtrare notizie – vere o false che siano – senza nessun controllo?) Il vero punto di base è che i media USA sono in buona parte schierati per i democratici, e quindi mostrano le notizie da un certo punto di vista. Lasciamo poi perdere i siti come quello di cui mi sono dimenticato l’URL che mostrava come in tutto il pianeta avrebbero votato per Obama. Il loro “sondaggio” è l’equivalente di quelli di Cor&Rep;: mostra solo che tra quelli che hanno un PC, una connessione a Internet e la voglia di votare, la maggior parte vorrebbe il candidato democratico. Chi conta è chi vota davvero. E nonostante tutta la crisi, sono sempre dell’idea che l’America rurale non sia stata così rappresentata in questi mesi, e si muoverà compatta per la coppia McCain-Palin. Non perché Obama sia mulatto, ma perché lo ritengono esattamente uguale a Kerry: uno che non potrebbe né saprebbe dare loro nulla. Così le grandi città daranno un ampio margine a Obama, ma non è detto che gli basterà.
Per la cronaca, io sceglierei Obama, ma non mi faccio certo chissà quale idea su un vero cambiamento della politica estera USA. Ci sarà giusto un po’ meno di isolazionismo imperialista, ma nemmeno troppo, fidatevi. Hanno troppo bisogno di materie prime per non avere la tentazione di “aggiustare” un minimo le cose.
PS: Per inciso, Real Clear Politics dà al momento 278 seggi sicuri o quasi per Obama (contro 132 per McCain e 128 in bilico), quindi sono più sicuri di me. Vedremo :-)
PPS: Il nostro PresConsMin tifa per McCain per due motivi. Uno, Obama è troppo alto. Due, McCain è un mese meno giovane di lui.
Aggiornamento: (5 novembre) Ho sbagliato praticamente su tutta la linea. Il margine totale di vantaggio per Obama è stato dell’8%, c’è stato un solo stato con un margine risicato (l’Indiana: Missouri e North Carolina sono ancora adesso in bilico, ma anche finissero a McCain non cambierebbe nulla) e i primi risultati CNN davano in vantaggio McCain. Insomma, potrei fare l’opinionista televisivo in Italia :-)