_Psicobufale_ (libro)

[copertina] Dalle barzellette con psicanalista e relativo lettino ai film hollywoodiani, la professione dello psicologo è sempre stata vista con un misto di timore e rispetto quasi magico. In fin dei conti non possiamo vedere quello che c’è dentro la nostra testa, e se immaginiamo che ci sia qualcuno in grado di farlo allora come prima cosa ci mettiamo sulla difensiva, ma subito dopo vediamo se riusciamo a carpirne i trucchi. In questo libro (Silvia Bianconcini, Psicobufale, Rizzoli 2008, pag. 180, € 15, ISBN 978-88-17-02553-9) l’autrice, psicologa, spiega quali sono le cose che noi tutti “sappiamo” riguardo alla psicologia e agli psicologi ma che in realtà sono false: le psicobufale, per l’appunto. Lo stile di scrittura è leggero, e i vari argomenti sono trattati ciascuno in poche pagine – si capisce che l’autrice è abituata a scrivere sul suo blog. Diciamo che dopo un po’ si nota una certa ripetitività, anche perché il messaggio di base – che gli psico-cosi non sono degli indovini, non possono lavorare a macchinetta, e che ogni persona è un caso a sé – non è che possa essere detto in chissà quanti modi diversi. Probabilmente il modo migliore per gustare il libro è leggere un capitoletto ogni tanto: a questo punto sarà più semplice capire che la depressione tanto di moda al giorno d’oggi non è poi altro che l’esaurimento nervoso di qualche lustro orsono e che entrambi i termini non significano in realtà nulla!

mamma, ho vinto il mutuo!

Probabilmente avete sentito parlare della lotteria-mutuo che si sono inventati a Torino. Il comune, di concerto con Intesa-Sanpaolo, hamesso a disposizione cento mutui a tasso agevolato con assicurazione di non essere buttati per strada anche in caso di insolvenza. Visto che le domande sono state più di 1400, si è deciso di sorteggiare i cento fortunati.
Personalmente non sono d’accordo con Galatea, o meglio con una parte del suo post. Non ho nulla in contrario, infatti, al principio “non facciamo una graduatoria, ma sorteggiamo i vincitori”. Una volta stabilita una “soglia d’idoneità”, in effetti, una graduatoria porta a una guerra tra poveri che può essere anche più deleteria. Quello su cui sono perfettamente d’accordo è che il metodo usato non solo è una pagliacciata, ma cancella anche la dignità delle persone. Perché bisogna fare tutto il teatro dell’estrazione tenuta in un teatro, manco fosse un reality show di serie C? non sarebbe bastato fare l’estrazione negli uffici comunali, davanti a un notaio, e comunicare direttamente il risultato? Ecco: è triste vedere che per tanta gente c’è bisogno di ricorrere alla fortuna per ottenere quello che dovrebbe essere un diritto, ma è anche triste vedere come sia importante apparire.

parole matematiche: radice

(la lista delle parole matematiche si trova qua!)
Questa volta sono arrivato a un punto morto (nessun gioco di parole implicato). In effetti, la parola “radice” ha sicuramente una sua orogine latina: radix, -icis che sembra derivare dallo stesso ceppo di “ramo” ed è subito entrato nell’italiano, già a metà del XIII secolo.
Ma anche il significato di “radice” imparato a scuola, quello insomma di “radice quadrata, cubica” cioè del numero che elevato al quadrato o al cubo dà il numero iniziale, ha più di sette secoli di vita nella lingua italiana. La prima citazione attestata in italiano è infatti «Lo numero del tre è la radice del nove, però che sanza numero altro alcuno, per se medesimo fa nove, sì come vedemo manifestamente che tre via tre fa nove» ed è tratta nientemeno che dalla Vita Nuova di Dante!
A questo punto immagino che il significato matematico arrivi attraverso il senso figurato di “origine”; pensando come i greci antichi, dove il quadrato e il cubo di un numero erano delle entità fisiche vere e proprie, il segmento che le generava era in effetti la loro origine, quindi la loro radice. Sarebbe interessante sapere se già in greco o in latino esistesse il termine.
Nei secoli, poi, i matematici come al solito hanno iniziato a usare la parola a loro piacimento: è abbastanza moderno il parlare di radice numerica per indicare il numero ottenuto sommando le cifre di quello dato e ripetendo l’operazione finché non si ottiene una singola cifra, mentre è del ‘700 l’introduzione del termine radicale, che non c’entra con Pannella ma riguarda le soluzioni delle equazioni usando solamente le quattro operazioni e l’estrazione di radice n-sima.

niente grilleferendum

Oggi la Cassazione ha comunicato che i referendum proposti da beppegrillo™ non si terranno, perché non è stato raggiunto il numero richiesto di firme. Cosa è successo esattamente, visto che sembrava ci fosse tutta quella folla di firmanti? Mah, ci sono varie possibilità.
– I grillini non sono poi così tanti. Possibile, ma improbabile: anche se non sono moltissimi, sono molto convinti di quel che fanno, e quindi sempre pronti a mobilitarsi.
– La folla c’era, ma non andava a firmare per i referendum. Io non so esattamente come fosse la situazione (per la cronaca, a suo tempo avevo espresso il mio parere negativo su due dei referendum, quindi non mi straccio certo le vesti), ma non ne sarei così certo.
– La folla il 25 aprile ha sì firmato, ma quelle firme sono state considerate nulle, per i motivi che spiegai a suo tempo. (Per chi non ha voglia di cliccare: occorreva iniziare la raccolta il 6 maggio, cioè tre mesi dopo la convocazione dei comizi elettorali). Dalla scarna ricostruzione che il Corsera ha in questo momento, sembrerebbe di sì: l’altra ipotesi, che non ci fossero notai a certificare le firme, mi pare anch’essa imp[robabile,
Visto che, come avevo scritto ad aprile, beppegrillo™ sapeva perfettamente della nullità delle firme raccolte il 25 aprile già quando è andato a presentare i quesiti in Cassazione, diciamo che ipotizzo che in realtà non gli importasse più di tanto che i referendum si tenessero (e probabilmente non raggiungessero il quorum di votanti), e fosse solo interessato alla bufera mediatica che ne sarebbe sorta per la sua manifestazione. Insomma, il buon lavoro di uno showman quale in fin dei conti lui stesso afferma di essere. Mi spiace solo un po’ per chi ha firmato in buona fede: magari adesso hanno imparato qualcosa in più.

meno sette (autospam)

Ebbene sì. Come immagino che quasi tutti i miei affezionati lettori sanno, per i tipi di Mondadori il 18 novembre uscirà in tutte le migliori (ma anche in parecchie tra le peggiori) librerie Anelli nell’io, la traduzione italiana dell’ultimo libro di Douglas Hofstadter I Am a Strange Loop, che ho tradotto insieme ad altri due pazzi.
Del libro ho già scritto a suo tempo, e ne racconterò ancora quando sarà finalmente disponibile, e potrò mettere il link a ibs che almeno in teoria mi dà un euro per ogni copia acquistata passando da me: qui invece vorrei raccontare qualcosa in più su cosa ha comportato questa traduzione. Ah, se volete una visione diversa potete sempre prendere l’ultimo numero di Rudi Mathematici, ceh contiene una recensione della traduzione fatta dall’ottimo Piotr ‘Doc’ Silverbrahms
Il problema con i libri di Hofstadter è che sono scritti a molti livelli. C’è il significato letterale del testo naturalmente; ma c’è anche il significato reale, che può spesso essere diverso da quello letterale. Poi ci sono tutti i giochi di parole interni, che sono un tratto distintivo del buon Doug; e più in generale c’è il suo stile di scrittura brioso e piacevole, che permette di digerire il testo anche se uno non riesce a comprendere fino in fondo di cosa si sta parlando. Ecco, se si vogliono rendere in italiano, o se per questo in un’altra lingua tutti questi livelli bisogna essere preparati a percorrere un campo minato, dove a ogni passo bisogna decidere cosa si è costretti a tradire localmente per tradurre globalmente. D’altra parte Hofstadter queste cose le sa benissimo, visto che l’italiano lo parla perfettamente e i meccanismi che stanno dietro la traduzione sono uno dei suoi temi di ricerca. Non per nulla, quando cede i diritti per la traduzione delle sue opere, tra le varie clausole si riserva il diritto di scegliere i suoi traduttori, partendo dal principio che un “traduttore scientifico” appiattirebbe troppo il testo, e che quindi è meglio correre il rischio di avere un traduttore non di professione che però sia abituato a vedere le cose a più livelli.
Garantisco che la traduzione non è stata una passeggiata, oltre che averci impegnato da giugno 2007 allo scorso settembre. Lavorare in tre aumenta la probabilità che qualcuno riesca ad avere una buona idea per rendere in italiano un gioco di parole e aumenta la probabilità di vedere i giochi di parole nascosti, ma incrementa anche esponenzialmente le discussioni su come rendere i punti “minori”; chi mi conosce abbastanza non ci crederà per nulla, ma nella maggior parte dei casi ho preferito cedere per stanchezza. Devo poi dire che i redattori hanno fatto un lavoro fantastico. A noi pareva che la nostra seconda stesura – la prima è la traduzione diretta, che garantisco essere una schifezza – fosse scritta in un buon italiano; ma la quantità di migliorie stilistiche da loro apportate è stata enorme. Anche Mondadori ha sopportato tutte le nostre bizze e ha accettato molte delle nostre richieste, anche se il libro non l’ha composto in Baskerville come l’originale :-) Pensate solo che siamo arrivati a quattro bozze.
Tutto sommato, credo che abbiamo fatto un ottimo lavoro. Le note del traduttore, che sono il famigerato atto di resa una volta assodata l’impossibilità di compiere il proprio lavoro, sono solo sette, e così poco importanti per la comprensione del testo che ci siamo permessi il lusso di lasciarle a fondo libro, frammiste alle ben più numerose note dell’autore; addirittura, alcune di esse sono giusto nostri scherzi, come lo spiegare che il nome completo di W.A.I.Ted Enrustle (famoso drammaturgo britannico: non dite che non ne avete mai sentito parlare!) è William Archimedes Isaac Ted, ma essendo lui un tipo modesto preferiva abbreviarsi così. È vero che non abbiamo reso tutti i giochi di parole, o magari ne abbiamo semplificato qualcuno che nell’originale è a tre livelli distinti, ma ne troverete sicuramente a sufficienza, e alcuni di essi sono stati resi così bene che scommetto non saranno nemmeno colti dalla stragrande maggioranza dei lettori: il tutto naturalmente senza mai derogare dalla resa del significato. Certo però che sono stati mesi e mesi in cui uscivo dal lavoro e mi attaccavo al PC a tradurre: Anna mi ha ingiunto di non provare a tradurre null’altro per i prossimi dieci anni!

cambiovalute online

Beh, no, non è che mettete gli euro nella fessura del CD ed escono fuori i dollari: non siamo ancora arrivati a questo. Ma se avete bisogno di sapere quanto valgono oggi più o meno 1000 dollari, il sistema più semplice è usare Google e digitare come ricerca 1000 USD in EUR (le virgolette per una volta non servono).
Non credo che le pizze de fango del Camerun siano presenti nella base dati di Google, ma le valute più note vengono convertite. Per la cronaca, ecco le sigle di alcune valute:
EUR euro
USD dollaro USA
GBP sterlina inglese
JPY yen
RUB rublo
CAD dollaro canadese
AUD dollaro australiano
NZD dollaro neozelandese

scioperi Alitalia

Sento al GR, e poi leggo sul giornale, che i piloti Alitalia hanno deciso autonomamente di scioperare senza appoggio dei sindacati, e quindi sono stati automaticamente precettati (non perché non c’è l’appoggio sindacale, ma perché non c’è stato il preavviso sufficiente, immagino)
Mentre i miei neuroni si stanno lentamente mettendo in funzione, mi sono accorto che il primo mio pensiero era completamente sbagliato e probabilmente i piloti hanno ragione. Come sapete, la mia stima verso Alitalia – ma AirOne non è meglio – è virtualmente nulla, quindi faccio comunque fatica a mettermi nei loro panni. All’inizio però pensavo “perché non hanno continuato con il loro sciopero bianco, che in un ambiente come quello degli aeroporti fa praticamente gli stessi blocchi e non può essere sanzionato?” Poi mi sono reso conto che uno sciopero bianco peggiora l’opinione dei passeggeri, che non vedono nulla di formalmente strano epperò si trovano davanti a ritardi ben superiori alla ormai classica mezz’ora… il tutto senza che ci sia pubblicità della cosa. Uno sciopero bianco può essere utile dopo il passaggio a CAI, ma in questo momento è deleterio. Invece in questo modo i piloti sono riusciti a riprendersi le prime pagine dei giornali, e intanto possono tranquillamente continuare con le tattiche di sciopero bianco: il tutto senza formalmente intaccare i loro sindacati autonomi che possono sempre dire “noi avevamo annunciato gli scioperi con il corretto anticipo. Che possiamo fare?”.
Insomma, se guardiamo le cose dal loro punto di vista in effetti c’è un netto vantaggio in un comportamento simile. Complimenti a chi ha avuto l’idea.

I quiz ai tempi della rete

[proprio come in TV!]
Come ho già accennato, la palestra dove vado ha deciso di mettere un enorme video ad uso di chi cammina sui tapis roulant, e il video si direbbe generalmente sintonizzato su Canale 5. Io non uso i tapis roulant, ma lascio la scheda con gli esercizi da fare proprio sotto il video, quindi ho visto il faccione di Gerry Scotti e la domanda “su cosa erano d’accordo tutti i governi italiani dal 1949 al 1965?”
Sono tornato a casa, e tra le ricerche che sono finite sulle Notiziole e sono state loggate da lloogg c’era quella che vedete qui in cima. In effetti, bisogna dire che sono passati quasi cinquant’anni da Campanile sera, i mezzi tecnici sono diversi, ma per il resto non è cambiato nulla!
(ah, immagino che la risposta fosse “non volevano l’ora legale”, ma non sono stato ad aspettare che la dicessero. Inutile dire che sul blog non hanno trovato nulla)