Posta prioritaria

Il 4 dicembre scorso, mia mamma mi ha spedito una lettera, con dei documenti che mi servivano.
Ieri, 17 dicembre, me la sono trovata nella buca delle lettere.
Naturalmente la lettera è stata spedita come “posta prioritaria”, visto che non c’è altro modo per farlo. Quello che non potete sapere finché non lo scrivo è che la lettera è stata spedita direttamente dall’ufficio postale di Usseglio, che due settimane fa non era isolato come in questi giorni, e che sulla busta non c’è il francobollo ma uno di quei codici a barre bidimensionali che immagino abbiano al loro interno tutto l’indirizzo (corretto, ho verificato) per un processamento più veloce.
Capisco che ci voglia ancora un anno per completare l’Alta Velocità da Torino a Milano, ma credo che anche usando un vagone postale agganciato a un treno regionale e anche essendo buonissimi e ricordandoci che lunedì 8 era festivo non ci sarebbero stati problemi a consegnare la busta il 9 dicembre (e stiamo parlando comunque di tre giorni lavorativi). Certo che se poi mi stupisco che stia aspettando dei libri spediti il 28 novembre, vuol dire che non ho proprio capito nulla dalla vita: dovrei semplicemente rassegnarmi, esattamente come mi pare stiano facendo tutti.

tempismo aziendale

Telecom Italia è sempre avanti.
A parte banalità tipo decidere che le ferie 2008 devono essere prese entro il 2008 e tentare di imporre la chiusura il 2 e il 5 gennaio 2009 con obbligo di prendere ferie 2009 – cosa che visti i chiari di luna attuali è ancora niente – stamattina scopro dal portale aziendale che continueranno a darci l’agenda 2009… con distribuzione a partire da lunedì 22, quando molti sono costretti ad essere già in ferie, ma soprattutto … «La consegna avverrà entro fine anno nelle sedi più numerose e verrà completata in tutto il Gruppo in Italia entro il 19 gennaio 2009». Magari sono riusciti ad avere uno sconto, un po’ come i calendari acquistati a febbraio.
Dopo essere stati così abbondantemente elargiti, magari non leggiamo nemmeno la «comunicazione “Legge n. 247/2007 – Erogazioni correlate ad incrementi di produttività previste dalla contrattazione di secondo livello – Regolarizzazione”» che ci dice che il 5 dicembre INPS ha comunicato a Telecom che non aveva diritto agli sgravi contributivi per il premio di risultato e quindi con la busta paga di dicembre ci toglieranno quei contributi che non avevano pagato a giugno. Mi chiedo cosa faranno con l’altra tranche che ci hanno pagato a novembre…
D’altra parte, volete mettere le cartoline di auguri con gif animata, inviabili mediante opportuna applicazione presente nel portale aziendale? noi sì che sappiamo comunicare!

le lattine di Coca-Cola

Ogni tanto pranzo dai cinesi, e prendo una lattina di Coca-Cola. Negli ultimi mesi, senza nessuna logica, mi sono visto consegnare lattine in alluminio oppure in acciaio. I due esemplari che ho qua con me – uno per tipo – sono stati entrambi prodotti a Corfinio (AQ), quindi non è un problema si stabilimento. Immagino ci sia qualche ragione pratica dietro queste scelte, ma continuo a rimanere stupito della cosa. Qualcuno ha informazioni in più?

casellanti per chilometro

[quanti casellanti per chilometro?] Massimo Morelli mi segnala un simpatico articolo di Repubblica sulla quantità abnorme di casellanti nelle autostrade siciliane – e fortuna che alcune di esse sono gratuite, se non ricordo male.
Ma qua noi siamo farfalline, e per una volta non facciamo spicciola polemica politica. Facciamo invece notare se ce ci sono cinquecento casellanti e duecentocinquanta chilometri di autostrada, il risultato finale è “due casellanti per chilometro”, non “un casellante ogni due chilometri”. Sono sicuro che in terza elementare le maestre, uniche o separate che siano, diano questi problemi e gli scolari li sappiano risolvere. A rep-punto-it probabilmente no, oppure pensano che è Natale, siamo tutti più buoni, e riducono a un quarto la forza lavoro…

Mistero Banda Larga

Probabilmente avete sentito parlare del libro La Banda Larga (di Telecom Italia), uscito da qualche giorno per i tipi di una piccola casa editrice calabrese (Città Del Sole edizioni) e che, a quanto pare, è stato sistematicamente acquistato da una singola persona nelle varie librerie della Capitale: si vede che qualcuno aveva intenzione di fare una strenna natalizia.
Mi è venuto l’uzzolo di comprarlo, solo che non ho voglia di spendere i tre euro aggiuntivi per una consegna in contrassegno (l’unica possibile, tra l’altro) e mi fido ben poco delle italiche poste: per dirne una, sto ancora aspettando le copie di Anelli nell’io che mi spettano come traduttore e che sono state spedite il 29 novembre. Provo a vedere in giro, e scopro due cose:
– la pagina del sito con indicate le librerie nelle varie regioni è “in allestimento”
– e soprattutto, l’ISBN indicato 978-88-7351-237-X è farlocco. I vecchi ISBN, quelli a 10 cifre, potevano in effetti finire per X; ma quelli a 13 cifre no. Ho anche provato a togliere il prefisso 978, ma il risultato è sempre “ISBN non valido”.
Posso intuire certe ragioni di segretezza, come il fatto che il nome dell’autore (Joe Basilico) sia uno pseudonimo. Però qua forse si sta esagerando. Non è un qualche mio amicicio mi dà una dritta su dove trovarlo a Milano? Garantisco che non lo dico a Bernabè!

Terne pitagoriche

[un triangolo pitagorico]Non so se a voi sia mai capitata la stessa cosa, ma il pensiero che se costruiamo un triangolo di lati 3, 4 e 5 unità tale triangolo è rettangolo è sempre sembrato qualcosa di magico. Nulla farebbe immaginare a priori una relazione così semplice, e si può perfettamente capire come per più di due millenni si sia stati convinti che la geometria euclidea fosse quella “vera”, visto che dava un risultato così bello e semplice. (Nelle geometrie di Lobacevskij e Riemann le cose non sono così semplici, perché c’è sempre un fattore correttivo… ma questa è un’altra storia). Il teorema di Pitagora è stato dimostrato in centinaia di modi diversi, persino da un futuro presidente degli Stati Uniti d’America: Garfield, che però fu assassinato pochi mesi dopo l’elezione il che potrebbe dare ragione a chi pensa che la matematica faccia male. Il triangolo di lati 3, 4 e 5 era però già noto agli egizi, e forse è il primo esempio pratico di geometria noto all’umanità.
Quasi la stessa magia, almeno per me, è stato scoprire che ce n’erano infiniti, di triangoli rettangoli con i lati interi: a parte quelli ovvi di lati multipli della terna (3,4,5) ci sono ad esempio quelli definiti da (5,12,13), (7,24,25), (8,15,17). La cosa è abbastanza inverosimile, se si pensa che l’ultimo teorema di Fermat afferma che con i cubi o le potenze di ordine maggiore non si riesce mai ad avere una cosa del genere, a meno di scrivere 0n + 1n = 1n. Da buon matematico, a questo punto, la prima domanda che mi faccio è “Ma c’è una formula per ricavare tutte le terne pitagoriche, come vengono detti i numeri che formano i lati di un triangolo rettangolo?” Per le prime tre terne è abbastanza facile ricavare una formula generale che le rappresenti: il cateto più corto è un numero dispari, diciamo 2n+1; il cateto più lungo è n(2n+1)+n; l’ipotenusa è uno in più del cateto piu lungo. Ma il quarto triangolo è fuori da questo schema, e ci vuole una formula diversa; e chissà quanti altri triangoli “sostanzialmente diversi” ci sono!
A dire il vero, esiste una formula che permette di ottenere tutte le terne pitagoriche, e tale formula è nota da secoli, e sapevo dell’esistenza di tale formula. Quello che non sapevo è che per ricavarla non occorre affatto chissà quale abilità matematica; se uno sa qual è il trucco giusto, ci arriva con le conoscenze della terza media. Rubo così la dimostrazione da Algebra ricreativa di Yakov Perelman (libro che consiglio, tra l’altro), sperando che vi possa interessare.
Iniziamo a dire che a noi interessa trovare le terne pitagoriche “base”, cioè di numeri senza alcun fattor comune: a partire da quelle non ci sono problemi a moltiplicare i tre valori per un qualsiasi intero e ottenerne un’altra. Questo significa che se (a,b,c) è la nostra terna, dove a e b sono i cateti e c l’ipotenusa, allora possiamo assumere che i tre numeri non sono tutti pari. Limitandoci ad a e b, non possono essere entrambi pari, visto che in questo caso lo sarebbe anche c; ma non possono nemmeno essere entrambi dispari. Se infatti a=2h+1 e b=2k+1, allora c2 = a2+b2 = 4(h2 + k2 + hk) + 2. Peccato che questo valore non sia multiplo di 4, mentre il quadrato di un numero pari lo è. Insomma, in una terna pitagorica base ipotenusa e un cateto sono dispari, mentre l’altro cateto è pari: per fissare le idee, supponiamo che quest’ultimo cateto sia b.
Adesso arriva il colpo di genio. Invece che scrivere a2 + b2 = c2, scriviamo a2 = c2 – b2 = (c+b)(c-b). I due numeri c+b e c-b sono necessariamente primi tra loro! Se infatti avessero un fattore comune k, questo sarebbe un fattore comune alla loro somma 2c, alla loro differenza 2b e al loro prodotto a2. Però k non può essere multiplo di 2 (ricordo che a è dispari) e non può essere nessun altro valore, perché altrimenti potremmo dividere a, b e c per k contro l’ipotesi di avere una terna pitagorica base.
Ma se (c+b)(c-b) è un quadrato e (c+b) e (c-b) sono dispari e primi tra loro, devono essere entrambi dei quadrati di numeri dispari. Diciamo che (c+b)=m2 e (c-b)=n2. Risolvendo per b, c ed a otteniamo
a = mn
b = (m2 – n2)/2
c = (m2 + n2)/2
Fine del nostro lavoro. Ciascuna terna così ottenuta è pitagorica; e scegliendo a nostro piacere i valori di m ed n (purché entrambi dispari, primi tra loro e con m>n) possiamo ottenere tutte le terne pitagoriche base. Per la cronaca, la mia formula iniziale si ottiene da quella generica quando n=1.
Un’ultima cosa. Dopo questa bella dimostrazione, Perelman afferma – senza provarlo – che nelle terne pitagoriche c’è sempre un cateto multiplo di 3, uno multiplo di 4, e un lato (cateto o ipotenusa) multiplo di 5. Le dimostrazioni non sono difficili: almeno io le ho fatte a mente mentre sollevavo pesi in palestra, il che la dice lunga su quanto mi alleni con scrupolo e coscienza. Se qualcuno di voi vuole cimentarsi per conto proprio, ha una settimana di tempo prima che posti le dimostrazioni relative: non rovini però la vita agli altri scrivendo la soluzione, ma al limite metta un aiutino. Posso solo dire che anche in questo caso le conoscenze necessarie non superano quelle della scuola media, e che un liceale dovrebbe farcela a trovarle. Buon divertimento :-)

Sarà falso? sarà vero?

Una chat di qualche minuto fa con un mio ex-collega di quando ero giovane e torinese:
A. – Una domanda velocissima: Luca luciani e’ quel dirigente tim che pensava che napoleone aveva vinto a waterloo?
.mau. – yup! che ha fatto di bello stavolta?
A. – L’hanno mandato in brasile (dove adesso lavoro btw)
Vi avverto subito: sono andato a controllare sull’organigramma Telecom aggiornato all’11 dicembre, e non vedo nulla del genere. Nel caso sia vero, però, potrete dire di avere avuto lo scoop :-)
Aggiornamento: (12:00) mi fanno notare via FriendFeed che potrebbe essere vero. Come dice Beneforti, è davvero “l’eroe dei due mondi!”

elezioni abruzzesi

Se siete qua a leggere l’analisi del voto alle regionali 2008 in Abruzzo, i casi sono due: siete finiti qua via un motore di ricerca (e allora andate avanti a vostro rischio e pericolo) oppure mi conoscete e sapete che le cose le guardo da un punto di vista un po’ diverso da quello dei media, basandomi più che altro sui numeri e facendoli mentire come piace a me :-)
♦ Innanzitutto, fa ridere l’affermazione del neogovernatore Chiodi: “Ha vinto la maggioranza silenziosa”. O meglio, in effetti ha fatto vincere davvero la destra, ma per sottrazione e non per addizione. Controllate pure: nel 2005 FI e AN facevano 199000 voti, adesso il PdL ne ha 191000. È vero che ci sono i 40000 della lista civica, ma è anche vero che l’UDC che quest’anno è fuori dalla coalizione ne perde 31000. Insomma, il totale dei voti in quel bacino resta costante; considerando che si può ben immaginare che un elettore di simpatie per il centro-destra abbia colto l’occasione per dare una spallata, direi che l’astensione è praticamente tutta a sinistra (il famoso “effetto vomito”).
♦ Non è che Tonino Di Pietro abbia preso il 15% perché giocava (quasi) in casa. Tre anni fa l’Italia dei Valori aveva preso il 2.4%. In numero assoluto di voti, è passato da meno di 18000 a più di 81000, non so se rendo l’idea. Né immagino che importi poi molto che il candidato governatore fosse IdV. Da questo punto di vista, è vero che Di Pietro sottrae voti a sinistra (ammesso che si possa parlare di sinistra per il PD), e non certo dalla destra. Ma mi sa che se non ci fosse stato lui, molti dei suoi elettori non sarebbero nemmeno andati al seggio.
♦ Dalla sinistra vera, solo conferme. Due partiti che si sono presentati da soli, di cui non ho mai capito la differenza ideologica, e che hanno entrambi preso percentuali da prefisso telefonico: la sinistra “classica” che conferma di essere più che dimezzata. Io non piango, ve lo dico subito.
♦ Il PD ha preso meno voti di quelli che tre anni fa andarono ai DS oppure alla Margherita (non alla somma, si badi bene). Qualcuno se ne accorgerà, da quelle parti, o si limiterà a lamentarsi del fedele alleaten Di Pietren? Io scommetto per la seconda.
♦ Quindici punti percentuali di calo dell’affluenza sono un segnale pesante. Molto pesante. E questo soprattutto per la sinistra: non solo perché, come dicevo sopra, chi è stato a casa proviene probabilmente dai loro (ex-)simpatizzanti, ma anche perché sono convinto che nel ventesimo secolo la sinistra aveva come uno dei suoi scopi il creare una cultura politica di partecipazione, ed è chiaro che ha abdicato a questo scopo.
Rimane poi da commentare la notizia dell’arresto del sindaco di Pescara. Beh, se la cosa vi giunge improvvisa è solo colpa vostra, visto che il Marziano a Pescara parlava da mesi delle “attività” di Luciano D’Alfonso. Al limite ci si può stupire del tempismo: ma mi sa che questa non è solo una cosa italiana.
Aggiornamento: (11:15) Vedo ora, e aggiungo per completezza, l’analisi di Sandro Brusco da noiseFromAmerika, su posizioni leggermente diverse dalle mie.