Nella casella aziendale mi è arrivata una mail che mi invitava a “ottenere specifici contributi di idee e suggestioni sul senso di appartenenza e sullorgoglio di essere/sentirsi TI”. So già che qualcuno lì dietro il monitor sta sghignazzando, ma onestamente devo dire che è qualche mese che i colleghi di Comunicazione Interna stanno cercando di fare qualcosa di diverso, anche se mi sa che non sanno esattamente da dove partire.
Ad ogni modo, il messaggio è stato spedito a lavoratori di cinque tipologie diverse; il messaggio arrivato a me punta a un post che “è stato destinato ad un gruppo di 500 Quadri campionati con rigoroso criterio casuale”. Ma quanti quadri siamo in Telecom?
Sacro Romano Impero Liberale Cattolico ecc. ecc.
La fantasia italica, si sa, dà il meglio di sé in periodo di elezioni, quando decine e decine di simboli elettorali vengono presentati e resi visibili un tempo dai giornali e ora direttamente sull’internette.
Molti hanno commentato sulle liste del dottor Cirillo: “Italia nei malori”, “Preservativi Gratis”, “Partito Impotenti Esistenziali” (sfondo bianco), “Italiani poca cosa..?” (sfondo azzurro), “Donne insoddisfatte e incomprese” (sfondo rosa); anche il “Pari opportunità maschili” non è malaccio, in effetti, così come “Liberté égalité fraternité” con sopratitolo “Recupero Maltolto”.
Ma la migliore lista è a mio parere quella del “SACRO ROMANO IMPERO LIBERALE CATTOLICO – GIURISTI DEL SACRO ROMANO IMPERO CATTOLICO – MOVIMENTO EUROPEO LIBERAL CRISTIANO, GIUSTIZIA E LIBERTA’ – ATUTTOCAMPO, NEL TEMPO E NELLO SPAZIO”. Chissà se c’era lo spazio per scrivere tutto il nome wertmülleriano nei moduli predisposti dal ministero… e chissà se all’estero succede qualcosa di simile.
(via Luciano Giustini)
last.fm è proprio “last”
Ci è voluta qualche settimana in più, ma effettivamente oggi last.fm ha chiuso il servizio gratuito. Non appena me ne sono accorto (non guardo mai la finestra, quindi non vedevo il contatore delle trenta “canzoni libere” che scendeva e scendeva e scendeva) ho coscienziosamente eliminato il mio account. A onore di quelli di last.fm, non è possibile fare una ricerca sul mio nome: se poi abbiano cancellato effettivamente le mie preferenze, questo evidententemente non posso saperlo.
A me la vita cambia poco; a loro probabilmente pure, almeno fino a che sono solo io (ma penso anche in generale: se gli utenti italiani erano così pochi da non ricavare nemmeno i soldi per le royalty con la pubblicità, che gliene fregava del nostro ricco mercato?)
“cattolici protestanti”
Stamattina Repubblica.it ha uno scoop: Marco Ansaldo ha intervistato nientemeno che il nipote di Hitler, che si è convertito alla religione ebraica e adesso insegna il Talmud in Israele. Almeno immagino sia uno scoop, visto che l’autore dell’articolo è indicato come “il nostro inviato”; che poi si possano trovare le stesse informazioni, ahimè in inglese, su un articolo di agosto 2006 è indubbiamente irrilevante.
Ma è molto più interessante leggere la frasetta che ho evidenziato all’inizio, che cioè i genitori di questo professore “erano entrambi cattolici protestanti”. Ora, o sei cattolico o sei protestante (o non sei nessuno dei due, per pignoleria); ma non puoi essere entrambe le cose, a meno forse che tu ti chiami Silvio B. … Beh, no: Uòlter si sarebbe definito cattolico ma anche protestante. Diamo onore al merito. Assodato che il professore avrà definito i suoi genitori “Protestant” (o luterani, o evangelici: ma l’articolo inglese originale usa appunto la prima forma), perché mai qua sono diventati anche cattolici? È stata una coraggiosa stilettata contro Ratzinger e Bagnasco?
Giornata mondiale del libro 2009
Non è che abbia da aggiungere molto a quanto scrissi l’anno scorso: la Giornata mondiale del libro continua anche ad essere “del copyright”, e quest’anno sembra che non se ne parli nemmeno sull’italica stampa.
Per vedere qualcosa di nuovo e positivo, faccio allora pubblicità alla Feltrinelli che oggi fa lo sconto del 30% su tutti i libri disponibili nei suoi negozi (e online sul loro sito). Buona lettura!
TIANI DEMOCRIS
Io personalmente ho apprezzato i manifesti della nuova campagna del PD, con un gruppo di persone che spingono fuori dal cartello le parole che non vogliono come “povertà” o “disoccupazione”. Sicuramente meglio dell’acrostico di Casini (ah, com’è che l’UDC continua a usare bambini nella sua pubblicità?), ma non ci voleva molto.
Però si sa che il post-postmodernismo si basa sulla contaminazione e sulla parodia. Così sono fiorite le immagini di cartelloni taroccati, l’ottimo PaulTheWineGuy ha preparato due generatori di cartelloni (UDC e PD) in modo che chiunque, anche senza conoscenze di Photoshop, possa avere Un Diverso Cartellone, Personalmente Dedicato.
Detto questo, però, il cartellone di gran lunga migliore che abbia visto è quello della Fondazione Daje. Se proprio non avete voglia di cliccarci su, ve lo spiego a parole: i piddìni stanno spingendo via la parola “democristiani” che però appare sul lato opposto del cartellone. Potrei dire che il cartellone ha echi gattopardeschi, o se preferite che rievoca la famosa frase “moriremo democristiani”; ma in realtà quella versione del cartellone seipertré è la dimostrazione di come un’immagine valga più di mille parole. Occhei, l’immagine una parola ce l’ha, ma il rapporto è sempre vincente.
(sullo stesso tema c’è anche la versione altaniana del Dr. Pruno, per la cronaca)
il bello della diretta
Stasera al microfono aperto di Radio Popolare si parlava dei referendum elettorali e della data scelta per svolgerli. Al telefono c’era il professor Guzzetta del comitato promotore, che naturalmente si affannava a spiegare che non sarebbe cambiato nulla sulla rappresentatività anche se fosse passato il referendum: dimenticando di aggiungere che attualmente un partito in coalizione ha il quorum dimezzato. Ma si sa, ognuno tira acqua al proprio mulino.
Il momento più divertente è stato quando un ascoltatore ha telefonato, si è sincerato ci fosse Guzzetta, ha voluto sentire la sua voce e poi è partito a dirgliene quattro su come stesse cercando di affossare lo Stato e via dicendo (il tutto con parole pesanti ma senza parolacce bestemmie insulti: ho apprezzato molto lo stile). Non capita spesso, ma quando succede devo dire che mi diverto :-)
Il dizionario dell’ASCII art
L’ASCII art sapete tutti cos’è: i disegnini fatti usando i caratteri ASCII con un font monospaziato. Ad esempio, ecco un quadrifoglio, ché un po’ di fortuna fa sempre bene:
.-. .-. ( | ) .-.: | ;,-. (_ __`.|.'__ _) ( .'|`. ) `-'/ | \`-' ( ! ) `-' `-'\ \ )
Bene: se avete bisogno di un disegnino e non avete voglia di farlo – e se vi ricordate la parola inglese corrispondente al disegnino – potete andare a vedere l’ASCII Art Dictionary, da cui per la cronaca ho tratto il quadrifoglio. Andreas Freise, a giudicare dalla fatica che si è fatto, è un Vero Tedesco :-)