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Ma cos’è esattamente il “merito”?

In questi giorni la mia bolla Twitter si è riempita di discussioni – beh, no, diciamo di monologhi – riguardo al “merito”, partendo dal nuovo nome del ministero dell’istruzione che con il governo Meloni è diventato Ministero dell’Istruzione e Merito.

Confesso di non avere capito cosa diavolo può essere un ministero del merito. Tipicamente il ruolo di un ministero è stabilire cosa bisogna far fare nel suo campo di attività: la Difesa gestisce l’esercito, le Infrastrutture specifica quali infrastrutture lo Stato deve creare e come farlo, l’Istruzione si occupa delle scuole. Ma cosa fai con il Merito? Trovi un sistema per accrescerlo?

(Poi nessuno mi toglie dalla testa che il cambio di nome serva solo e unicamente per evitare di entrare nel merito :-) e far sì che la gente perda tempo sui dettagli)

ATS Milano si è incartata

Ricordate il risultato non pervenuto del tampone negativo? La situazione informatica è ancora peggiore di quanto pensassi.

Venerdì mi arriva il messaggio che vedete sopra. Evidentemente è il certificato di guarigione di Jacopo, che è arrivato “solo” 48 ore dopo il tampone negativo. Tutto bene… se non fosse che cliccando sul link finisco nella pagina qui sotto.

Ovviamente la certificazione di guarigione non è ancora pronta: nel frattempo ieri pomeriggio è arrivata una seconda comunicazione (stavolta per me, immagino sempre) che ovviamente non è ancora stata generata. Cos’è, ci vuole l’omino che disegni pixel per pixel il certificato, e quindi devo aspettare che inizi la nuova settimana lavorativa? O si sono scocciati, il documento di guarigione non serve più perché basta mostrare un tampone negativo, ma si sono dimenticati di eliminare questo flusso di messaggi?

Marco Cavallo

Probabilmente stavano tutti pensando alle elezioni: con una rapida guglata ho visto che la notizia dello sfratto di Marco Cavallo (vedi la voce Wikipedia al riguardo per capire di che si tratti) è di un mese fa ma Repubblica ne ha parlato solo oggi, qualche giorno dopo Il Piccolo che però ha il testo dell’articolo riservato agli abbonati.

Non mi faccio problemi a dire che non avevo mai sentito parlare di questa statua costruita dai matti dell’ospedale psichiatrico di Trieste ai tempi di Basaglia. È chiaro che non è qualcosa che può restare all’aperto, considerando la quantità di cartapesta che deve contenere. Quello che mi sarebbe però piaciuto leggere, ma non sono riuscito a trovare, è una qualsivoglia dichiarazione del sindaco di Muggia. Probabilmente la cosa più preoccupante è proprio questo silenzio.

Aggiornamento: Un rapido riassunto per chi non può leggere l’articolo di Repubblica. La scultura viene spesso prestata per vari avvenimenti in giro per l’Italia, mentre quando è “a casa” (a Muggia, dove c’era il manicomio) era tenuta in un capannone piuttosto grande, viste le sue dimensioni. A quanto pare il sindaco di Muggia ha chiesto che venga tolta da lì perché il Comune ha bisogno di quello spazio.

Ultimo aggiornamento: 2022-10-18 17:32

PosteItaliane non si smentisce mai

Giovedì scorso Anna mi dice “tu domani mattina sei a casa, vero? PosteItaliane dice che consegnerà un pacco per me.” Io rispondo “no, devo andare a fare la visita di controllo in ospedale” al che lei risponde “va bene: puoi allora modificare la data di consegna? A quanto pare hanno implementato il servizio”.

In effetti sembra possibile spostare (una sola volta, mi raccomando!) la consegna in uno dei cinque giorni lavorativi seguenti. Io scelgo il primo giorno successivo, vale a dire lunedì. Provate a indovinare chi non è passato lunedì?

a GEDI non hanno idea di cosa significa “acquista”

Le Scienze ha fatto partire una collana di libri dal titolo “Rivoluzioni matematiche – i grandi teoremi da Pitagora a Nash”. I libri di per sé mi interesserebbero, ma lo spazio fisico sulla mia libreria è oramai ridotto, quindi sono stato molto felice quando ho saputo che si potevano anche acquistare in digitale. Ok, non è il massimo, ma uno ogni tanto si deve accontentare.

Ieri finalmente è apparsa la pagina, e io mi sono subito fiondato ad acquistare il primo volume (che confesso di aver comprato anche in cartaceo: lo spirito è forte ma la carne è debole). Scopro che per farlo devo dare i miei dati personali “per poter commentare sui siti GEDI”: vabbè. Quando però arrivo alla pagina dove finalizzare il pagamento scopro che l'”ACQUISTA” indicato inizialmente è diventato “Completa l’attivazione per poter sfogliare per 1 anno”.

Già il concetto di non poter avere una copia elettronica (con un eventuale DRM) non mi piace affatto. Tanto per dire, ho un abbonamento carta+digitale a Prisma e posso tranquillamente scaricarmi la copia digitale. Ma scoprire che posso sfogliare per un solo anno il libro è troppo. Non stiamo parlando di un romanzetto leggero, che una volta letto posso anche buttare via fisicamente o elettronicamente che dir si voglia; un testo di saggistica nasce per essere eventualmente consultato in seguito, e lo voglio avere per tutto il tempo necessario. Lasciamo il “noleggio a lungo termine” a Netflix]. Certo, nelle condizioni particolari di vendita c’è scritto

acquistare la copia digitale singola di una Testata o di altro prodotto editoriale, consultabile attraverso modalità sfoglio per la durata indicata nell’Offerta. In taluni casi, potrà essere consentito il download del PDF della copia digitale (il c.d. “Prodotto editoriale in copia singola”);

e almeno in teoria potrebbe darsi che nella loro ineffabile bontà quelli di GEDI mi permetteranno di scaricarmi la copia. Ma non lo credo proprio, altrimenti l’avrebbero scritto direttamente nella pagina. Vi assicuro però che non ho nessuna voglia di dargli 3 euro e 99 centesimi per scoprirlo, e non penso nemmeno che a questo punto comprerò altri volumi anche in formato cartaceo. Gesto inutile? Può darsi. Ma io sono una persona di principî.

basta col silenzio elettorale

A ogni elezione Repubblica s’indigna perché la destra viola il silenzio elettorale. Passare da De Benedetti ad Elkann non ha mutato la situazione.

Vorrei sommessamente consigliare loro di lasciar perdere una buona volta. Innanzitutto il silenzio elettorale non vale sui social, quindi è già dimezzato di suo; inoltre era stato pensato quando non si viveva 24/7 con un bombardamento di notizie, e quindi evitare gli annunci dell’ultimo minuto aveva un senso. Per dire, oggi ho scoperto per caso che Berlusconi ha promesso il raddoppio del reddito si cittadinanza; immagino che qualunque frase i politici dicano non cambi di una virgola il risultato. Eliminiamo, insomma, e vivremo con un articolo di giornale in meno.

Ultimo aggiornamento: 2022-09-25 19:58

4 miliardi di persone?

A Canale 5 hanno detto più volte (ieri e oggi) che quattro miliardi di persone hanno seguito i funerali di Elisabetta II. In effetti anche Ansa conferma.
Mah, anche immaginando che tantissimi indiani si siano fatti una levataccia, mi pare esagerato che una persona su due fosse davanti alla TV. Però volete mettere i grandi numeri da snocciolare? O magari contano anche quelli come me che a un certo punto sono passati davanti a una TV accesa…

Ultimo aggiornamento: 2022-09-20 08:48

il “vocabolario inclusivo” Treccani

Se volete sapere il mio pensiero, quella del nuovo vocabolario Treccani 2023, che mette in ordine alfabetico le varianti femminile e maschile all’interno del lemma, è stata un’ottima trovata di marketing, visto quanto se ne è parlato in questi giorni. Non che mi sia molto chiaro perché dovrei comprare proprio il vocabolario Treccani, quando ce ne sono parecchi altri più blasonati: ma questa è un’altra storia.

Quello che però mi infastidisce è la scelta di usare parole femminilizzate a forza. Non ce l’ho con “architetta”, che fa tanto ridere Giovanni Sallusti (figlio di?, no, nipote) ma che il quotidiano dove lui scrive usa regolarmente. Ma perché inventarsi “soldata”, che non è mai entrata nell’uso nonostante vari tentativi e sicuramente non c’era nella vecchia edizione del vocabolario Treccani?

Vabbè, io penso come sempre male; ma mi sa che – oltre alla pubblicità che, si sa, non fa mai male – ci sia qualcuno che spera ci si dimentichi della attuale definizione di “cagna”, che l’anno scorso assurse agli onori della cronaca… Ma forse saremo ancora più fortunati, e la nuova edizione del vocabolario registrerà il lemma “cana, -e”! (E non ditemi che la forma “cana” non sia usatissima, vocabolario o no)