Ma cos’è esattamente il “merito”?

In questi giorni la mia bolla Twitter si è riempita di discussioni – beh, no, diciamo di monologhi – riguardo al “merito”, partendo dal nuovo nome del ministero dell’istruzione che con il governo Meloni è diventato Ministero dell’Istruzione e Merito.

Confesso di non avere capito cosa diavolo può essere un ministero del merito. Tipicamente il ruolo di un ministero è stabilire cosa bisogna far fare nel suo campo di attività: la Difesa gestisce l’esercito, le Infrastrutture specifica quali infrastrutture lo Stato deve creare e come farlo, l’Istruzione si occupa delle scuole. Ma cosa fai con il Merito? Trovi un sistema per accrescerlo?

(Poi nessuno mi toglie dalla testa che il cambio di nome serva solo e unicamente per evitare di entrare nel merito :-) e far sì che la gente perda tempo sui dettagli)

3 pensieri su “Ma cos’è esattamente il “merito”?

  1. mestessoit

    Le cose semplici sono quelle che si fanno prima, ed i cambi simbolici (come il cambio di nome del ministero) hanno un ritorno di immagine immediato oltre che essere facili da implementare.

    Immagine != significato, ma nella ideologia di FdI (od anche per lo MSI sarebbe stato lo stesso) il “merito” è qualcosa che conquisti con una azione verso un certo obiettivo. L’obiettivo nella retorica post-facista è definito molto chiaramente, e nel caso della scuola si declina con “promozione di certi valori” che includono il valore della lingua italiana (a discapito del supporto ai figli di stranieri, per essere franchi), l’educazione civica (che include una promozione dell’italiano vs l’immigrato) e così via.

    Da un punto di vista puramente teorico, questo è una parte del significato del Ministero del Merito. Poi sappiamo tutti benissimo che fra teoria e pratica c’è molta distanza, ma le premesse sono queste.

    Segnalo inoltre un ministero eliminato, anche lui molto simbolico: quello della trasformazione digitale. Che in altri termini vuol dire che alla Meloni non interessa…

  2. Bubbo Bubboni

    Emèrito dal latino emerĭtus. Spesso si usa per dire “il tale è un emerito [INSULTO]!”.
    Boh, a me pare chiaro cosa sia un ministro emerito, ma mi sa che è come i quizzini della domenica e magari non ho capito la domanda.

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