il “vocabolario inclusivo” Treccani

Se volete sapere il mio pensiero, quella del nuovo vocabolario Treccani 2023, che mette in ordine alfabetico le varianti femminile e maschile all’interno del lemma, è stata un’ottima trovata di marketing, visto quanto se ne è parlato in questi giorni. Non che mi sia molto chiaro perché dovrei comprare proprio il vocabolario Treccani, quando ce ne sono parecchi altri più blasonati: ma questa è un’altra storia.

Quello che però mi infastidisce è la scelta di usare parole femminilizzate a forza. Non ce l’ho con “architetta”, che fa tanto ridere Giovanni Sallusti (figlio di?, no, nipote) ma che il quotidiano dove lui scrive usa regolarmente. Ma perché inventarsi “soldata”, che non è mai entrata nell’uso nonostante vari tentativi e sicuramente non c’era nella vecchia edizione del vocabolario Treccani?

Vabbè, io penso come sempre male; ma mi sa che – oltre alla pubblicità che, si sa, non fa mai male – ci sia qualcuno che spera ci si dimentichi della attuale definizione di “cagna”, che l’anno scorso assurse agli onori della cronaca… Ma forse saremo ancora più fortunati, e la nuova edizione del vocabolario registrerà il lemma “cana, -e”! (E non ditemi che la forma “cana” non sia usatissima, vocabolario o no)

Un pensiero su “il “vocabolario inclusivo” Treccani

  1. Licia

    Se fai una ricerca per notizie nel periodo precedente all’annuncio di Treccani troverai molti esempi di soldata / soldate. Può darsi che l’uso nei media inizialmente fosse dovuto al famigerato terrore delle ripetizioni, per non dover usare di nuovo soldatessa, e poi sia diventato più comune. Se prima delle polemiche sulla novità di Treccani non ci avevi mai fatto caso, probabilmente è proprio perché è una parola formata correttamente.

    In ogni caso il Vocabolario Treccani è un ottimo dizionario, qualsiasi sia la propria opinione sulla novità di formattazione.

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