Archivi categoria: pipponi 2021

sdoganamenti fatti con lo stampino

Come forse sapete, dal primo luglio lo Stato ha deciso che i pacchetti che arrivavano dalla Cina devono pagare l’IVA. Anche i pacchetti spediti fino al 30 giugno ma arrivati in Europa dopo il primo luglio devono pagare l’IVA. E va bene.

Purtroppo un libro che ho ordinato prima della fatidica data negli USA è arrivato in Olanda il 7 luglio, così ieri il postino mi ha chiesto i soldi. Bene (insomma).

Poste Italiane pretende due euro per “oneri e spese di sdoganamento”, che non si sa bene cosa siano ma a me paiono tanto un pizzo. Il punto è che io ho pagato 3 euro. Certo, direte voi, c’è l’IVA al 22% sui 4 euro e 93 di valore! Ti hanno persino fatto risparmiare un centesimo e mezzo! Palle. L’oggetto in questione era un libro, si vede dal pacco, si sente dal pacco e se qualcuno alle poste italiane l’avesse davvero sdoganato avrebbe potuto aprirlo e vedere che era un libro: quindi con l’Iva al 4%, cioè 20 centesimi.

Ciliegina sulla torta: io ho pagato il postino, ma il postino non mi ha dato alcuna ricevuta. Tanto che gliene può importare a Poste Italiane? Gli “oneri e spese di sdoganamento” mica prevedono un pezzo di carta in più. Ennesima dimostrazione di come si fanno le cose in Italia.

Ultimo aggiornamento: 2021-08-12 20:41

Green Pass e controlli

Non entro nel merito della dichiarazione della ministra Lamorgese che specifica che non sta agli esercenti controllare che l’identità di chi presenta un green pass sia proprio quella indicata. Non faccio nemmeno battute sul fatto che chi compra una sim i documenti li deve presentare eccome: in quel caso c’è una legge che lo impone, mentre qui la legge – scientemente o no – richiede solo la verifica del green pass. E in fin dei conti tutta la storia del green pass funziona male, visto che io posso presentare un QRCode stampato o salvato nella galleria delle immagini anche se mi sono poi ammalato. Però…

A qualcuno è venuto in mente di far partire controlli a campione, magari cominciando con quelli che secondo la vulgata non chiedono la certificazione? Se sì, tutto ok. Altrimenti è la solita presa per i fondelli.

Ultimo aggiornamento: 2021-08-10 11:53

Poste Italiane e l’occultamento dei pacchetti


Prima o poi scriverò qualcosa su come è cambiato il mercato dei pacchetti dalla Cina dopo che dal primo luglio è obbligatorio pagare l’IVA anche per i colli sotto i 22 (o 23, non ricordo mai) euro. Per il momento la storia è un po’ diversa.

A fine giugno, quindi prima delle nuove disposizioni, ho acquistato dagli USA un libro usato. Da quelle parti c’è un interessante mercato secondario: se una biblioteca vede che un libro non è stato richiesto per un certo periodo di tempo, se ne disfa e lo cede all’equivalente statunitense dei remainders. Considerando che i miei interessi sono tipicamente di nicchia, sono decenni che sfrutto il sistema per recuperare libri a volte con un grande risparmio rispetto al prezzo di copertina (questo libro mi è costato 4,93€ comprese le spese di spedizione…) e a volte addirittura introvabili. Devo tipicamente aspettare un mesetto, ma non è chissà quale problema.

Ad ogni modo il 30 giugno parte l’ordine; l’8 luglio il libro viene spedito, come si vede dal tracking, e il 13 luglio arriva in Olanda, dove viene smistato due giorni dopo (il 15 luglio). Dopo i cinque giorni di viaggio intercontinentale, passano undici giorni prima che si riesca a fare la tratta europea; immagino che sia stato portato in bicicletta. Altri due giorni di smistamento, e arriviamo al 28 luglio, mercoledì. Bene, anzi male: dopo una settimana abbondante il libro non mi è arrivato. E non vivo in un paesino sperduto nella Barbagia, ma a Milano.

La domanda che mi faccio da anni è se quesoto è un banale problema di incapacità di gestione da parte delle poste italiane, oppure è una scelta ben specifica. La mia sensazione a pelle, corroborata da quello che succede con i pieghi di libri – un modo economico per spedire: un pacchetto fino a 2 kg costa 1,28 euro, confrontatelo con l’euro e 10 di una cartolina… – è che la risposta sia la seconda.

Ultimo aggiornamento: 2021-08-06 11:46

Green Pass e musei

Non solo i ristoranti vedono una fronda contro l’obbligo di presentare il Green Pass per potere entrare. Come potete leggere su Facebook, l’annuncio del Museo Egizio che richiederà il Green Pass ha suscitato un vespaio, con le ormai ubique tifoserie che si insultano tra di loro, lamentandosi contestualmente di essere insultate.

Sono curioso di sapere quanti di coloro che fanno sprezzantemente sapere urbi et orbi che loro non metteranno più piede al museo (non che potrebbero farlo…) ci fossero andati negli ultimi anni. Ma soprattutto mi chiedo perché mai ci siano persone che si lamentino con il Museo Egizio che si limita ad applicare una legge senza aggiungere nessun commento. Avrei capito un’invettiva contro un governo Mengele che impedisce alla gente di acculturarsi se non accetta di diventare cavia di un esperimento genico (sic), ma così mi viene solo da sorridere tristemente.

Figli di papà

Stranamente la polemica su Marco Travaglio che ha dato del “figlio di papà” a Mario Draghi non si è ancora spenta sui social. Evidentemente non c’è molto altro di interessante su cui parlare.

Ora, il dizionario registra che figlio di papà è “giovane favorito dalla ricchezza e dalla posizione sociale della famiglia”. Vabbè, Draghi non è giovane ma diciamo che lo è stato. Sappiamo anche che suo padre è morto quando aveva 15 anni, ma questo non è necessariamente rilevante nell’essere o no figlio di papà.

Ma la vera domanda è “Supponiamo pure che Draghi sia / sia stato un figlio di papà. E allora?” Quello che fa ora non funziona perché ha avuto una partenza avvantaggiata?

Consumatori di toner

L’altro giorno Anna è andata con i ragazzi in piscina, e per sicurezza ha prenotato il biglietto. Per ciascuno di loro la ricevuta – da presentare in piscina – era di una pagina intera; e oltre ai dati la pagina conteneva l’immagine che vedete qui a fianco.

Non ho nulla in contrario che in questa paginata ci siano i loghi degli sponsor, che tra l’altro sono in grigino chiaro e non danno molto fastidio. Ma vi rendete conto della quantità di toner che si spreca per stampare quell’inutile disegno? E non venitemi a dire “ma tanto te lo porti sul telefono”. Anna per scelta non ha dati sul telefono, e comunque l’aveva lasciato a casa perché non le serviva. Quello che è successo in pratica è che ho editato il PDF per togliere le figure; già che c’ero ho leggermente compattato il tutto, facendo stare i biglietti in due pagine. Avessi avuto più tempo, probabilmente ce l’avrei fatta con una sola…

Sconti a chi abita vicino

ingresso ridotto L’altro giorno la newsletter su Milano del Post – Colonne – ha raccontato di ADI Design Museum, che offre l’ingresso scontato a chi abita in un raggio di 15 minuti a piedi o in bicicletta dalla sua sede.

Capisco la trovata pubblicitaria; ma a me personalmente la cosa pare stupida per due motivi. Il primo è che banalmente non è dato sapere se io sono arrivato al museo in bicicletta o in automobile, quindi la logica di dire “promuoviamo una città più vivibile localmente” è fallace. Il secondo è che se vuoi fidelizzare chi abita vicino sarebbe meglio pensare ad abbonamenti annuali molto scontati per queste persone. Non essendoci ancora andato, non ho idea se in quel caso abbia senso visitare il museo più volte, a differenza per esempio del Museo della Scienza e Tecnologia che però li fa a chiunque; però se si dice di voler fare qualcosa di nuovo che lo si faccia davvero.

(Per amor di cronaca: il CAP dove vivo è uno di quelli che dà lo sconto, ma tanto Anna e io siamo abbonati annuali ATM e quindi l’avremmo lo stesso)

“divisa impropria”

Avevo letto qualcosa su Facebook, ma come spesso capita la notizia era stata riportata in modo così confuso da essere inusabile. Ora ne parla la BBC: la nazionale norvegese di beach handball che giocava gli europei è stata multata per avere indossato una divisa impropria: pantaloncini anziché la parte inferiore del bikini.

A parte che fino alla settimana scorsa non sapevo dell’esistenza del beach handball e fino a cinque minuti fa non sapevo che era stato inventato in Italia, e ancora adesso mi chiedo che cosa abbia esattamente a fare con la pallamano dove dai ricordi scolastici qualche palleggio lo potevi anche fare, la multa conferma la mia ipotesi, che cioè almeno per il lato femminile la parte atletica è in secondo piano. O mi volete dire che gli shorts danno vantaggi competitivi?

Ultimo aggiornamento: 2021-07-21 15:58