L’altra settimana abbiamo deciso che la nostra vecchia macchina per il caffè ormai aveva tirato gli ultimi, e così ne abbiamo cercato una nuova. Guardando in giro ne ho trovata una sulle offerte online di Unieuro con un bello sconto (Anna ha detto “per forza, è bruttissima!”, ma quella è un’altra storia). Il sito la dava anche “disponibile”. Così domenica sera ho fatto l’ordine, indicando di volerla ritirare in negozio. Ricapitoliamo: prodotto in offerta e disponibile, quindi si suppone che a magazzino ci fossero: consegna in negozio, quindi sfruttando la logistica già pronta. Risultato: lunedì pomeriggio ci dicono che la mail è stata ricevuta correttamente, martedì pomeriggio che l’ordine è stato preso in carico, venerdì pomeriggio (era sant’Ambrogio, ma a quanto pare la cosa era irrilevante) che era arrivato in negozio. A parte questa storia che tutte le mail sono spedite dopo le 17:30 (prima si faranno altri lavori…) forse c’è qualcosa che non funziona nella logistica interna. Vogliamo parlarne?
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Amazon e le spedizioni: presa per i fondelli?
Qualche giorno fa ho comprato un lettore MP3 per la palestra, visto che quello che ho usato in questi anni sembra essersi scassato (non riesco più a schiacciare la plastichina per farlo partire e fermare, si direbbe che le connessioni interne si siano spostate). No, non uso il telefonino per queste cose. Vabbè, scelgo un coso da 28,99 euro: a questo punto mi manca un centesimo per arrivare alla spedizione gratuita. Che faccio? Prendo una biro multicolore per la mia collezione. Quelle che ho scelto sono indicate come “prodotto plus”, con tanto di spiegazione «Il Programma Plus consente ad Amazon di offrire migliaia di prodotti a basso prezzo che sarebbe troppo costoso spedire singolarmente. Questi prodotti vengono spediti con ordini uguali o superiori a EUR 19,00.» Nulla di male. Ieri mattina mi arriva il messaggio “ah, per fare più in fretta ti mandiamo la penna da sola”. Non trovate ci sia qualcosa che non funzioni?
(vabbè, poi ieri sono partiti con la promozione http://www.amazon.it/ricevigratis – secondo me vogliono vedere se ridurre il casino sotto Natale)
Fatture elettroniche
Occhei, Anna è una libera professionista e quindi che esistano le fatture elettroniche lo so (come so che all’atto pratico è praticamente impossibile gestirsele da soli e quindi è nata una simpatica nicchia di aziende che vendono abbonamenti per il loro software che interagisce con l’AdE). Però mi ha lasciato abbastanza perplesso scoprire che il Garante per la privacy ha avvertito l’AdE ai sensi del GDPR che il sistema da essa preparato non garantisce la “privacy per design” come richiesto: tradotto in italiano, è stato mal progettato e quindi inerentemente poco sicuro.
Giusto per essere chiari: l’attuale governo non c’entra nulla. La valanga è partita già da un pezzo, e comunque sono due anni e mezzo che il GDPR esiste, anche se è entrato in vigore solo a maggio. La patata bollente è però loro e non so cosa penseranno di fare: un ennesimo rinvio? Un decreto attuativo che diminuisca la privacy? (difficile, ma non impossibile con loro). Più che altro mi chiedo perché un sistema di per sé giusto come quello della fatturazione elettronica sia stato implementato così male in ogni senso. Il vero guaio è quello.
Ps: mi stanno già arrivando i primi messaggi di posta elettronica con gli adempimenti che *io* (semplice cittadino) devo fare per acquistare per esempio una copia di un quotidiano online. Sarà un delirio.
Gramellinitudine
Ieri non ho parlato del rapimento di Silvia Romano, perché non avrei sapto cosa dire né riguardo a lei né all’ONG che l’ha mandata in Kenya (da sola?). Non ho nemmeno parlato del Caffè di Gramellini, perché non credo che abbia molto senso discutere di quello che in fin dei conti non è tanto diverso da un blog qualunquista se non per il numero di persone che lo leggono.
Visto che però oggi Gramellini è tornato sul luogo del delitto, posso sprecare anch’io qualche parola. Nella rassegna stampa di stamattina a Radio Popolare Gianmarco Bachi ha esplicitato quello che è anche il mio pensiero: se tu dici che ieri stavi difendendo la giovane e nessuno ti ha capito – ma neppure al Corriere, se sono stati costretti a ingaggiare il terzista per antonomasia quale è Pigi Battista per un controcanto – allora hai un problema di comunicazione. E la cosa è davvero grave: saranno quarant’anni che tu fai il giornalista, e le parole dovresti saperle usare. Per completezza, ecco qua le ultime righe del suo Caffè di ieri, quelle che non sarebbero state lette dalle “centinaia di gabbiani da tastiera”:
Silvia Romano non ruba, non picchia, non spaccia. Non appartiene alla tribù dei lamentosi e tantomeno a quella degli sdraiati. La sua unica colpa è di essere entusiasta e sognatrice. A suo modo, voleva aiutarli a casa loro. Chi in queste ore sul web la chiama «frustrata», «oca giuliva» e «disturbata mentale» non sta insultando lei, ma il fantasma della propria giovinezza.
Ragazzi, è un trucco retorico vecchio come il cucco. Stai formalmente difendendola, dicendo che la vera colpa è nostra che rimpiangiamo la nostra giovinezza, ma in realtà insinui il dubbio che un po’ “oca giuliva” lo sia davvero. Controprova: i miei ventun lettori sono tipicamente un po’ più giovani del pubblico medio del Corriere, ma non proprio teneri virgulti. Avete rimpianti per non essere andati voi da giovani in missione? Il problema insomma non è tanto l’incapacità di pensare figlia dei socialcosi, quanto l’incapacità di scrivere in modo che anche i socialcosisti capiscano, tipo con l’altro trucco retorico vecchio come il cucco di scrivere tutto il testo contro la cooperante e terminare con “O no?”. Prima di parlare di “dittatura dell’impulso”, insomma, forse Gramellini dovrebbe provare a ripensare a come ha scritto il pezzetto di ieri. “Cosa” ha scritto è una sua scelta che io non sindaco, ma sul come se ne può parlare eccome.
Ultimo aggiornamento: 2018-11-23 12:17
Donazione volontaria obbligatoria
Io sono un donatore di sangue (attualmente sospeso causa distacco retina, ma magari la prossima estate potrò riprendere). Credo che sia una delle pochissime cose, assieme al sesso anagrafico, che ho in comune con Matteo Salvini; poi non so se lui prima di fare le sue fotografatissime donazioni consegni un foglio in cui ingiunge di non dare i suoi globuli rossi a qualche negher-o-assimilato.
A parte le battute, l’idea di obbligare gli studenti (maggiorenni, quindi nemmeno tanti) a donare il sangue è una cosa che mi fa rabbrividire. Capisco che dulce et decor est pro patria sanguinem dare, ma un obbligo imposto è il modo migliore per far sì che questi ragazzi in futuro staranno ben lontani dalle autoemoteche.
Ma probabilmente sono io che come al solito non ho capito. A Salvini non gliene frega un tubo della cosa, gli basta avere avuto anche ieri i titoloni sui giornali.
posti prioritari
Qualcuno mi sa spiegare perché su un treno (Italo) dove si sale praticamente solo con prenotazione esistano “posti prioritari”, che del resto nel mio caso sono stati assegnati in fase di prenotazione senza che nessuno mi chiedesse se appartengo a una categoria protetta?
Ultimo aggiornamento: 2018-11-17 14:29
I 370 gradi di Barbara Lezzi
Ammesso che il ministro Barbara Lezzi abbia davvero detto «Vogliamo un’informazione scientifica a 370°», e ammesso che non fosse una battuta (occhei, qui direi che possiamo andare sul sicuro), non riesco a capire perché così tanta gente si concentri su quella frase per fare i suoi pipponi e non sul resto dell’intervista (tra l’altro al ministro per il Sud, che non si sa bene a che titolo parli di TV, scienza e divulgazione). Non arrivo a dire che certe uscite siano preparate a tavolino, ma sicuramente ottengono il risultato migliore per chi è al governo.
Ultimo aggiornamento: 2018-11-10 11:25
welfare difficile
L’anno scorso siamo miracolosamente riusciti a guadagnarci un premio di risultato, e così ad aprile ci è stato dato… l’accesso al Piano Welfare di Edenred (quelli di Ticket Restaurant, per intenderci), dove avremmo potuto spenderlo in millanta bellissimi modi per noi, con un guadagno pratico del 10%: quello che non pagheremo in tasse. Va bene, dico, vediamo che succede: tanto alla peggio a fine anno mi daranno i soldi non spesi, giusto tassati un pochino. Certo, virgola, certo.
La scorsa settimana, all’approssimarsi della fine del periodo di scelta, ho cominciato a recuperare documenti. Per come sono messo, la cosa più semplice era tirare fuori i pagamenti per i gemelli; ho cominciato con quello del centro estivo aziendale, che mi sembrava il più semplice. In fin dei conti c’era persino scritto che i GrEst erano validi… Tiro fuori le fatture e le spedisco. Il giorno dopo mi arriva una mail in cui mi si dice che la domanda è stata rifiutata. Chiedo informazioni, e mi dicono che occorre dimostrare che ho effettivamente pagato quei soldi. Ora, quando avevo fatto le domande avevo anche spuntato la casella dove affermavo che non erano stati chiesti altri rimborsi per quelle fatture e che le avevo pagate effettivamente io, ma a quanto pare non basta. Rispondo dicendo “ma guardate che nella fattura è esplicitamente scritto che i soldi mi sono stati trattenuti dal cedolino aziendale!” Replica: “Deve mandarci copia del cedolino”. Bontà loro, mi è permesso di oscurare le altre voci. Il fatto che avrei potuto creare un PDF farlocco con quei dati a quanto pare non è stato considerato.
Ieri sono passato alla fase due: le ricevute della mensa. Mi è stato detto che posso scaricarle per cassa e non per competenza, e fin qui nulla di male. Recupero le due ricevute di febbraio: posto la prima… e si blocca tutto. In questo momento quando entro nel sito mi si dice che non c’è nessun piano associato a mio nome. Ah: ci sarebbe anche un Sito Tutto Nuovo, che da quanto leggo nella home page del sito vecchio è accessibile con le stesse credenziali: io ci ho provato e non sono riuscito a entrare. Siamo proprio sicuri che tutto questo giro sia stato fatto per dare i soldi a noi lavoratori?