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VeryMobile e i suoi problemi

Io ho una sim VeryMobile che ho preso un anno e mezzo fa e che non uso. La tariffa è da 4,99 euro al mese con 30 giga di dati, con addebito automatico a meno che ovviamente non ci siano soldi nel conto, e ha la solita scadenza di 11 mesi più un mese dove posso solo ricevere chiamate. Io non l’ho mai ricaricata se non una volta lo scorso luglio perché mi serviva; gli undici mesi sono scaduti a fine giugno: a inizio luglio apro l’app (di una lentezza esasperante) e scopro che non posso ricaricare, ma devo chiamare il 1929 per informazioni.

Io ci ho provato, a contattare il 1929; peccato che a un certo punto casuale, mentre navigavo a fatica attraverso il risponditore automatico, la linea cascasse. A questo punto mi sono detto “e che succede, se ricarico da sito anziché da app?” Ho messo i miei bei cinque euro, e behold! la sim si è magicamente riattivata.

Tutto è bene ciò che finisce bene? No, è anche meglio, in un certo senso. I loro sistemi si devono essere incartati, e il rinnovo è stato fatto a costo zero come vedete nell’immagine (con il bonus del famigerato messaggio di Zolva). Certo, mi direte, tanto tu non usi la sim e quindi quegli euro verranno scalati il mese prossimo. Non proprio: dovevo inviare un sms da quel numero per l’attivazione dell’account per Pi Network e quindi ora il credito è leggermente sotto i 4,99 euro…

Il tempismo di Enjoy

A maggio avevo bisogno di un’informazione su come veniva calcolata la tariffa giornaliera di Enjoy, perché da sito non è chiaro. Compilo il form, e quando dopo ventiquattr’ore vedo che non ho nessuna risposta telefono direttamente al call center per ottenere l’informazione.

Ieri (8 luglio, 64 giorni dopo) mi è arrivata la risposta di Enjoy. La chicca migliore è il titolo del messaggio, con [Suspicious email sender]. Io posso anche capire che il mio indirizzo email sia sospettoso, ma come vedete dalla schermata la mail è arrivata via form. D’accordo, un qualunque indirizzo email scritto in un form è sospettoso, ma proprio per quello un sistema un minimo furbo avrebbe scritto qualcosa tipo “unverified mail address” rimanendo sul neutrale. Enjoy no, vvuole farci sapere che loro sì che sono attenti ai mittenti!

Ultimo aggiornamento: 2023-07-09 17:00

cosa ci sarà di comune?

Se vi ricordate, l’altra settimana avevo accennato che conosco bene la collana A Very Short Introduction: in effetti in questi giorni sto leggendo il volume sulla trigonometria. Goodreads, nella sua infinita saggezza, ha deciso che potrei quindi essere interessato alla VSI sul mormonismo. Quale sia la logica mi sfugge…

Troppe giornate mondiali dei Beatles

all you need is love Domenica il mio amico Ugo mi scrive dicendo “ma oggi è la giornata mondiale dei Beatles! Lo dice Bing!” (Per la precisione, citava questo post, e il 25 giugno sarebbe stato scelto in quanto è l’anniversario della prima trasmissione in mondovisione, dove i Beatles cantarono All You Need Is Love). Io guardo Google e trovo che la Giornata mondiale dei Beatles sarebbe il 16 gennaio, ma soprattutto che «Questa data è stata approvata dall’UNESCO nel 2001». (Il 16 gennaio 1957 apriva i battenti il Cavern Club, dove però i Beatles non suonavano ancora per la banale ragione che non esistevano, oltre alla prosaica ragione che all’inizio al Cavern si faceva jazz).

La cosa mi puzzava troppo, e ho fatto un rapido controllo: ovviamente era una bufala partita nel 2012, ma l’Unesco non solo dovette smentirla su Twitter ma anche scriverne sulla sua newsletter. Ma poi perché ci vuole una giornata mondiale sui Beatles? Tutti i giorni vanno bene per ascoltarli!

Cultura in luoghi inaspettati

quantum theoryLa scorsa settimana sono andato a fare gli esami del sangue. La persona prima di me ci ha messo tredici minuti (non ho idea come mai), e quindi dopo un po’ ho cominciato a innervosirmi e camminare su e giù per il corridoio. Una giovane donna stava leggendo un libriccino che ho subito riconosciuto essere della collana della Oxford University Press “A Very Short Introduction”. A questo punto mi sono incuriosito e ho cercato di sbirciare quale volume fosse: credo che ce ne siano almeno un centinaio su tutti i temi. Alla fine ce l’ho fatta: era quello sulla fisica quantistica. Ok: c’è gente più strana di me :-)

AI e Beatles

immagine da https://openclipart.org/detail/190140/yellow-cartoon-ship

Leggo sul sito BBC che sir Paul McCartney, in un intervista a Radio4, ha detto che l’intelligenza artificiale “ha permesso di avere un’ultima canzone dei Beatles”.

Come ricorderete, quando nel 1995 uscì Anthology gli allora tre Beatles rimasti ottennero dei nastri da Yoko Ono e fecero uscire due brani: “Free as a Bird” (venuta molto bene, anche senza considerare il video da lacrimoni; ma ci hanno aggiunto dei pezzi) e “Real Love” (schifezza era e schifezza è rimasta). Si era sempre vociferato di un terzo brano, “Now and Then” che non è però mai stato pubblicato ufficialmente, facile immaginare il perché. Anche Jeff Lynne, che produsse quei brani, disse “ci abbiamo fatto su casino per un pomeriggio”; e in seguito Paul disse che George aveva definito il brano “spazzatura” e si era rifiutato di lavorarci su, lasciandolo evidentemente arrabbiato.

Solo che una frase come “We had John’s voice and a piano and he could separate them with AI. They tell the machine, ‘That’s the voice. This is a guitar. Lose the guitar'” mi suona molto strana. Non che un’AI non possa farcela; ma lo stesso risultato si poteva già ottenere nel 1995, come si sente negli altri due brani. La mia prima domanda è “qual è il problema di Paul con questo brano?”, e la seconda “e come pensa di creare una parte per George?” Insomma, più leggo l’intervista più la cosa mi puzza.

(Poi ci sono già da mo’ i brani di Paul “cantati da John sfruttando l’intelligenza artificiale”. A me fanno solo ridere, ma magari sono io a sbagliarmi)

“Consegnato a sinistra”

Consegnato a sinistra
Ora che ci capita di nuovo di essere fuori casa per lavoro, ultimamente usiamo spesso la consegna Amazon all’edicola vicino a casa, soprattutto nel caso di pacchi grandi. Per un po’ ho cercato di capire perché la consegna fosse indicata “a sinistra”: ieri mi è venuta l’illuminazione. Il pacco è stato “a sinistra”, cioè “left”. L’unica cosa che non mi è ancora chiara è perché sarebbe stato consegnato “su” (“on”), e non “a”…

Aggiornamento: Licia mi ha fatto notare che se l’articolo è inviato a un Amazon Counter, la preposizione che si usa è appunto “on” (perché si pensa al bancone)

Ultimo aggiornamento: 2023-06-13 10:04