(se non si muore in parete, chiaro!)
Oggi è morto Achille Compagnoni (classe 1914), che scalò per primo il K2 con Lino Lacedelli (classe 1925), nella spedizione guidata da Ardito Desio (morto a 104 anni). In tale spedizione fu fregato il giovane Walter Bonatti (classe 1930), che iniziò una diatriba durata una cinquantina d’anni.
Pensavo che fossero solo i matematici ad essere molto longevi, ma evidentemente mi sbaglio.
Archivi autore: .mau.
Hanno pagato il biglietto
Il PresConsMin sentenzia: gli immigrati che vengono in Italia sui barconi «sono persone che hanno pagato un biglietto».
Quando Anna e io siamo stati a Salonicco, abbiamo visitato il museo della presenza ebraica. Tra i documenti presenti, ce n’era uno con le informazioni necessarie alla rilocazione della popolazione ebrea ad Auschwitz e Bergen-Belsen. I deportandi hanno dovuto pagare il biglietto per il viaggio.
tante sinistre, tanti quotidiani
Leggo che oggi esce il primo numero del nuovo giornale di Piero Sansonetti, “L’altro”. Sansonetti era stato defenestrato dalla guida di Liberazione, il giornale di Rifondazione Comunista, perché era vicino alle posizioni del trozkista Vendola (e perché il giornale non lo comprava nessuno). Adesso parte alla grande, con una tiratura di 90-100mila copie e una distribuzione curata da Mondadori.
Contemporaneamente leggo che Antonio Padellaro, ex direttore dell’Unità, a settembre dovrebbe tornare alla guida di un nuovo quotidiano, nome provvisorio Il Fatto. Obiettivi più limitati, diecimila copie, e strategia completamente diversa: cercare uno zoccolo duro di abbonati, lasciando immagino perdere la distribuzione in edicola se non in posti limitati.
Si potrebbero fare mille battute al riguardo, ma mi limito a una constatazione. In Italia si leggono pochi giornali: com’è che a sinistra non solo ci si divide a ogni piè sospinto ma ognuno vuole crearsi il proprio quotidiano? Stanno cercando di avere un’audience media minore di un blog? (e chi glieli dà i soldi, tra l’altro, che al momento non dovrebbero poter avere nemmeno le prebende statali, non essendo la sinistra rappresentata in Parlamento?)
La macchina deve fare brum brum!
Leggo su Repubblica che l Unione Europea sta pensando di varare una norma per cui le auto elettriche dovrebbero essere obbligate a “fare rumore”, simulando il suono di un motore. La norma è nata perché essendo troppo silenziose possono piombare addosso alla gente (soprattutto ciechi e ipovedenti) senza che questi se ne accorgano.
Comprendo la logica dietro la legge, ma a me sono venute in mente due cose: quando cento e più anni fa le automobili dovevano essere precedute da una persona (a piedi…) che avvisasse del loro arrivo, e soprattutto del cartoncino legato con una molletta ai raggi della ruota posteriore della propria biciclettina, per fare finta di essere su una rombante moto. Sono proprio dei bambinoni!
niente Votantonio
Bisogna dire che nelle votazioni RSU ho toccato davvero il fondo. Ho infatti preso 1 (un) voto. Per la cronaca, io non mi sono votato, non lo faccio mai per abitudine, quindi perlomeno c’è stata una persona che ha avuto fiducia nel sottoscritto. Visto che c’è stato anche un candidato con zero voti, non sono nemmeno stato l’ultimo!
Stykz
Ricordate i “fumetti” che si disegnavano sui margini di un libro, con le figurine che si spostavano poco a poco da una pagina all’altra in modo che quando le pagine venivano fatte scorrere velocemente appariva un’immagine in movimento? Bene. Se siete dei nostalgici del tema, probabilmente Stykz fa al caso vostro.
L’applicazione, che gira come public beta su Windows e Mac OsX (la versione per Linux è in preparazione), permette di creare una serie di frame con personaggi “stick” (un po’ come quelli di xkcd), verificando che la transizione tra un frame e il successivo sia abbastanza leggera da dare l’idea di un movimento continuo.
Non è roba per me, ma non si sa mai, forse a qualcuno interesserà!
(via Free Download a Day)
notizie matematiche che non lo sono
Occhei, Slashdot come fonte non è poi così meglio di Repubblica o del Corsera. Il guaio però è che anche l’articolo vero e proprio è tutto meno una notizia matematica.
I due ricercatori spagnoli affermano infatti che «we show that a generalization of the well known first-digit Benford’s law, which addresses the rate of appearance of a given leading digit d in data sets, describes with astonishing precision the statistical distribution of leading digits in the prime numbers sequence.», che insomma le cifre iniziali dei numeri primi rispettano una generalizzazione della legge di Benford (non ve la ricordate? ne avevo parlato a suo tempo, con più e meno matematica). Peccato che questa cosa la si sappia dal 1896… Se il rapporto tra i numeri primi e i numeri interi va come n/log(n) si ha una distribuzione del tipo notato da Benford.
Può darsi che la seconda affermazione dei due ispanici, che cioè anche gli zeri non banali della funzione zeta di Riemann seguono una legge simile, sia vera; ma a questo punto non ci giurerei più di tanto. La cosa più interessante sarà credo vedere se qualche rappresentante dell’italica stampa tirerà fuori questa “notizia”!