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matematto non praticante

Speranze malriposte

Avete sicuramente sentito parlare della tragedia avvenuta a Lauderdale in Florida, con una camera iperbarica che si è incendiata ammazzando la nonna di un bimbo campano che si trovava là per una terapia sperimentale: il piccolo è gravemente ustionato. Avrete anche letto che quel modello di camera iperbarica è vietato da vent’anni in Italia perché pericoloso (immagino più ancora che quella del Galeazzi, a questo punto)
Da Paniscus scopro però altre cose: che la clinica non è poi una vera clinica, non è che queste terapie siano testate solamente lì, ma anche in Europa e in Italia, che casualmente tutti i “viaggi della speranza” arrivano dalla Campania e dalla Puglia, tutti sotto l’egida dello stesso medico generico, e che un’associazione di genitori di disabili aveva già denunciato alcuni mesi fa che si parlava tanto di queste terapie, con relative collette per i costi non certo irrisori della terapia, ma poi non si sapevano mai notizie dei risultati delle terapie stesse. Naturalmente, essendo le terapie sperimentali, nessuno pretende che i risultati ci siano sempre, e siano sempre positivi: ma la storia vista così sembra più che altro uno dei tanti sistemi per lucrare sulla speranza della gente.

Grandi rallentamenti

Mi ero sbagliato. Credevo che i grandi lavori sull’Alta Velocità Torino-Milano facessero risparmiare un quarto d’ora. Invece scopro che in questi giorni, quando uno dei Frecciarossa che percorre la tratta dovrà usare la linea storica, il ritardo sarà inferiore ai dieci minuti.

gioco della domenica: Me and the Key

Il mio pusher stavolta ha trovato una vera gemma. Me and the Key è un gioco del belga Bart Bonte, che ha composto tutto, dal gioco vero e proprio alla musica.
Ci sono vari livelli – io mi sono fermato al 15 – e in ciascuno di essi occorre prendere la chiave per andare a quello successivo. Come la si prende? Beh, il gioco consiste proprio nello scoprirlo! Ogni livello è diverso: in alcuni l’operazione da fare è immediatamente chiara, in altri no. Buon divertimento!

aggredito il Compagno Prevosto!

Adesso la notizia sul Corsera è stata corretta – d’accordo che Giovanni Cagliero ha fatto il cardinale in Argentina, ma da noi non lo si chiamava certo “Calliero” e ampliata; ma già ieri sera, quando avevo letto il primo lancio, avevo capito che si trattava del parroco di sant’Angela Merici, padre Giuseppe. Il titolo di “compagno prevosto” gliel’aveva dato la nostra amica Simona, che sosteneva che le sue idee sono troppo di sinistra… (Boh, so che adesso faranno tre incontri sulla lettura dei salmi tenuti dal dottor Moshe Levy: non so se la cosa sia di sinistra o di destra).
A parte che l’aggressione è stata fatta nel suo studio in parrocchia e non per strada come indicato, il che è ancora più preoccupante, e ringraziando il fatto che non abbia riportato fratture, resta il pensiero che probabilmente c’è ancora tanta gente che pensa che i soldi del Vaticano arrivino giù alle parrocchie di periferia.

Fiat e Chrysler

Se ho capito bene, Chrysler finirà in amministrazione controllata (il Chapter 11 della relativa legge americana: mfisk avrà sicuramente apprezzato che ieri Mario Deaglio, intervistato da radiopop, abbia gentilmente spiegato al giornalista che bankruptcy non significa affatto bancarotta); si creerà una newco con il 55% in mano al sindacato USA, il 20% alla Fiat, e il resto ai governi USA e canadese. Mentre la Fiat gioisce, i sindacati italiani sono preoccupati per le ricadute sull’occupazione in Italia.
Mah. Sicuramente al momento la Fiat ci guadagna, visto che non sborsa un euro ma solo del know-how, e si prepara per il futuro dove potrebbe forse raggiungere la maggioranza dell’azienda. Ma anche a me resta il dubbio dei sindacati italiani. Quando si fanno sinergie in genere si tolgono posti di lavoro, è una cosa ormai ben nota. Ma soprattutto se è vero che la capacità produttiva di automobili supera del 30% quella ricettiva allora è ovvio che bisogna tagliare la produzione; ma questo non lo si fa con le fusioni… a meno che i lavoratori non siano scarti della fusione stessa. Non sarebbe giusto parlare anche di queste cose?

Parziale libertà di stampa

[libertà di stampa] Immagino abbiate letto (occhei, non l’ho visto sul Giornale o su TGCOM, ma magari oggi è festa e le redazioni online sono ridotto) il rapporto di Freedom House che declassa l’Italia – insieme a Hong Kong e Israele – da “paese a stampa libera” a “paese a stampa parzialmente libera”. Per la precisione siamo al 73.mo posto, a pari merito con Tonga. Il comunicato stampa afferma che l’Italia è ridiscesa tra le nazioni parzialmente libere (lo era già nel 2004) perché la libertà di espressione è limitata dai tribunali e dalle leggi sulla diffamazione e dall’aumentata intimidazione dei giornalisti da parte del crimine organizzato e dei gruppi di estrema destra; c’è inoltre preoccupazione sulla concentrazione della proprietà dei media.
Giusto per mettere le cose in chiaro: nel 1984 ad essere solo parzialmente libera era la Francia. Quello che però mi preoccupa è che nel 2009 la situazione peggiorerà ancora: non solo continueranno ad esserci le intimidazioni di cui sopra, ma si aggiungerà la crisi che toglierà soldi e farà sì che chi farà ancora pubblicità avrà ancora più potere. E non venitemi a dire “ma ci saranno i blogh a tenere alta la bandiera della libertà di stampa”: non ridiamo, dai.

Non firmo, ma voglio esserci lo stesso

Tra le notizie che mi sa non siano passate troppo sui giornali, c’è quella dell’intesa per riforma del modello contrattuale nella pubblica amministrazione, firmata ieri chez Brunetta da tanti sindacati, ma non dalla CGIL; la quale, nella persona del segretario confederale Guglielmo Epifani, si lamenta con un comunicato stampa denunciando la “grave violazione delle regole democratiche”.
Sarà. Ma da quanto ho capito io, questa è semplicemente la ratifica dell’accordo del 22 gennaio, accordo che la CGIL ha deciso di non firmare. Non entro nel merito della validità o meno della scelta. Mi limito a notare che la CGIL non ha cambiato idea e continua ad essere contraria a tale accordo; quindi non aveva certo senso invitarla giusto per salutare il mininistro e chiederle di scattare le foto di rito ai firmatari. Epifani aveva ragione di arrabbiarsi per non essere stato invitato lo scorso novembre alla cena di palazzo Grazioli; tecnicamente quello sarà stato un incontro privato, ma sicuramente aveva un significato ben preciso. Ma non ha ragione di lamentarsi per non essere stato invitato a una cosa che tanto non avrebbe fatto.

troppi gradi di libertà

Come forse ricordate, la legge attuativa del dettato costituzionale sui referendum prevede che essi siano svolti tra il 15 aprile e il 15 giugno. Naturalmente la scelta del 7 giugno non è stata approvata, e nessuno credeva davvero che si potesse votare il 14. Prima non se ne parla nemmeno, quindi si è detto a Camera e Senato di fare una leggina ad horas, come direbbe il PresConsMin.
Bene, la legge c’è stata. Solo che non hanno detto “per l’anno 2009 i referendum si terranno il 21 giugno”, cosa che sarebbe stata troppo semplice. No. «I referendum previsti dall’articolo 75 della Costituzione da tenersi nell’anno 2009 sono indetti per una domenica compresa tra il 15 aprile e il 30 giugno del medesimo anno.» Che il 19 e il 26 aprile siano già passati, non importa. Che comunque ci siano dei tempi tecnici, nemmeno. Ma a questo punto non sarebbe stato più semplice dire che i referendum si terranno in una domenica compresa tra il 15 e il 27 giugno?
P.S.: mentre per le europee si vota in due giorni, sabato pomeriggio e domenica, il secondo turno delle amministrative e il referendum si svolgerà solo la domenica. Vediamo quanto spesso ce lo ricorderanno.