Cuboy (la sua prima avventura la si trova qua) è un personaggio a forma di parallelepipedo che si muove in un mondo molto squadrato. Adesso quelli di Edible Castle hanno fatto la prima avventura interattiva di Cuboy, Back To The Cubeture. Se vi piacciono le adventure e avete voglia di impratichirvi con l’inglese parlato (non è obbligatorio, non preoccupatevi) può essere una simpatica idea.
(via Passion for Puzzles)
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le pulizie wikipediane
Ieri Libero ha pubblicato questo articolo di Francesco Specchia a proposito di Wikipedia e delle “flagged revision”. Se l’articolo fosse liberamente modificabile, l’avrei potuto correggere in svariati punti: vediamone qualcuno. Ah, per la cronaca: la cosa è così tanto nuovissima che ne avevo parlato a gennaio.
– “Wikipedia ha avuto un doloroso rigurgito di democrazia.” Non capisco che cosa c’entri la democrazia con tutto quello che sta sotto; si può parlare di correttezza, di affidabilità, di tante altre cose ma non certo di democrazia.
– “La modifica delle voci dovrà ora essere approvata da un editor ufficiale esperto (loperazione è la flagged revision).” Questo varrà per (alcune particolari) voci della wikipedia in lingua inglese, come sta già funzionando per quella in lingua tedesca; in quella in lingua italiana non si prevede al momento di attivare l’opzione.
– “E ancora: lex sindaco di Firenze Dominici ha querelato il sito per informazioni elettorali tendenziose; per lidentico motivo gli editori di Libero, gli Angelucci sono ricorsi alle vie legali.” Il capolavoro. Capisco che bisogna parlare del Capo, magari tacendo che la querela su base civile chiede 20 milioni di euro di danni; ma non è stata fatta per “informazioni elettorali tendenziose” (peccato veniale) e soprattutto a che mi consti non è mai stata fatta una querela da parte di Dominici… a meno che non l’abbiano spedita a Wikipedia Italia con cui almeno io non ho nulla a che fare. Il fact checking è un po’ debole.
– “Per non dire delle decine di colleghi giornalisti – di cui per carità taciamo i nomi – che fruiscono dellenciclopedia per spacciare curricula degni di Montanelli.” In Wikipedia aggiungeremmo il tag {{cn}}, che sta per “citazione necessaria”. Detto in altre parole: “fuori i nomi”. Anche anonimamente, non è un problema: è impossibile controllare preventivamente 600000 voci, ma questo non significa che non si guardino le segnalazioni.
– “Ovviamente gli smanettoni di Internet, gli internauti fondamentalisti, i cosiddetti netizen (net citizen, cittadini della Rete) non lhanno presa molto bene.” Di nuovo, {{cn}}. A parte che non ho ancora visto nessuno spiegare correttamente il funzionamento delle flagged revision che non impediscono affatto di vedere le pagine con le modifiche non ancora approvate ma semplicemente mostrano per default quelle approvate, almeno in Italia non ho sentito nessuno lamentarsi delle flagged revision per partito preso. Il vero problema al limite è che non ci sono abbastanza utenti attivi e abili per controllare in breve tempo tutto, e che comunque il problema è solo spostato: chi controlla i controllori?
– È la teoria del collega Fabio Metitieri che nel Grande inganno del web 2.0 (Laterza), libro maledetto considerato il Necronomicon della Rete, ribalta un luogo comune oramai radicato: lattendibilità dei contenuti, dai blog ai social network, rischia di saltare senza glintermediari classici dellinformazione. In questo caso, a parte che mi piacerebbe sapere chi lo considera “il Necronomicon della Rete”, non ho nulla da eccepire contro la ricostruzione di Specchia; d’altra parte, se ha letto l’introduzione, si sarà accorto che Metitieri mi ringraziò per le chiacchiere fatte a riguardo di Wikipedia (e delle flagged revision, si). Però a me fa specie notare come non si sia nemmeno accorto che purtroppo ciaoFabio sia morto. Sì, le sue idee restano, ma io ho come la sensazione che anche in questo caso il fact checking non sia stato il massimo… si sa, la fretta gioca brutti scherzi.
In tutta questa storia (no, non l’articolo, ma la campagna generica antiwikipedia) c’è però una morale sociologica mica da ridere. Stiamo arrivando a un punto in cui Wikipedia sta assumendo lo stesso status dei grandi media: l’accettazione acritica dei suoi contenuti. Se ci pensate, è una cosa incredibile: certo, per un’enciclopedia dovrebbe essere il minimo sindacale, ma nessuno si metterebbe a credere aprioristicamente che le informazioni presenti su un sito qualunque siano vere. È vero che in questo caso il problema alla base spesso non è che ci siano informazioni false, ma che ce ne siano anche di scomode, ed è per quello che qualcuno si muove velocemente verso le procure; ma è anche vero che in pochi anni l’enciclopedia è diventata qualcosa da prendere davvero sul serio; io non me lo sarei affatto aspettato.
E la Pace sia con Obama
Barack Obama sarà tanto bravo e farà chissà quali cose; e i Nobel per la pace si sa che sono spesso stati dati per ragioni che non hanno esattamente a che fare con la pace – si veda Arafat, Rabin e Peres nel 1994, Kissinger e Le DucTho nel 1973,
Ma Alfred Nobel scrisse che il premio sarebbe dovuto andare “alla persona che avrà fatto di più o meglio per la fraternità tra le nazioni, per l’abolizione o la riduzione delle armate in campo, e per l’indizione e la promozione dei congressi di pace”. Diamo per buono il primo punto; sul terzo non mi pare abbia fatto alcunché; sul secondo è persino in controtendenza. Non è che ci sia qualcosa che non va?
(vedi anche S.: «Certo che ora appare nella massima assurdità che il Premio Nobel per la Pace 2009 rifiuti di incontrare il Premio Nobel per la Pace 1989.»)
Un Presidente sempre presente
Scusate se torno ancora sulla questione del Porta a Porta di mercoledì. Non mi ero ricordato di una cosa importante, nell’economia della trasmissione: che cioè Porta a Porta non è in diretta, ma viene registrato nel pomeriggio. Questo significa che c’è qualcuno che se ne sta a sentire tutto quello che si dice nel salotto vespiano e se serve va ad avvisare il Capo, in modo che possa prendere i provvedimenti del caso – in questo caso una semplice telefonata, perché Lui ha tante altre cose da fare.
Immagino che l’attenzione non sia limitata a Bruno Vespa; un bel controllo sull’informazione, vero?
Termodinamica politica
Si sono accorti in tanti dell’anisotropia che riguarda Silvio Berlusconi. Da un lato una percentuale variabile tra il 60 e l’80% degli italiani lo considera positivamente, secondo i suoi sondaggi; e ad ogni buon conto sono quindici anni che la coalizione da lui guidata prende dal 45 al 55% dei voti degli italiani, e si questo non ci piove. D’altro canto è circondato dalla sinistra. I giudici della Consulta, i magistrati, i giornali, il Quirinale, Gianfranco Fini (no, forse lui è solo traviato dalle cattive compagnie, non esageriamo), il tipo che ha attraversato la strada costringendo la sua auto blu a rallentare… sono tutti di sinistra e fanno parte del Complottone contro di Lui.
La mia anima matematica ha tentato di ribellarsi, tirando fuori tutta una serie di teoremoni che mostrano come sia statisticamente impossibile questo addensarsi dei sinistri nei dintorni del luogo dove Silvio man mano si trova durante lo scorrere del tempo. È un po’ come nella termodinamica, sentivo una vocina dentro di me: è sì possibile in linea teorica che tutte le molecole di un gas si spostino improvvisamente da un lato della stanza e io dall’altra parte soffochi per mancanza d’aria, ma la probabilità è talmente infinitesima che la posso considerare nulla ad ogni effetto pratico.
Poi però ho avuto l’Illuminazione: B. è un catalizzatore per la sinistra. La sua esistenza stessa crea un campo politico all’interno del quale si formano spontaneamente le particelle C (come comunisti). Che siano particelle è indubbio, basta di nuovo vedere i risultati elettorali dove è più semplice trovare il sodio nell’acqua che i comunisti nelle preferenze; la generazione di un uguale e opposto avviene nello stesso modo in cui una persona fortunata come lui porti una sfiga incredibile a chi gli sta vicino, come ci siamo accorti più volte in passato.
Forse è venuto il momento in cui Berlusconi lasci la politica e si metta ad analizzare il suo influsso sul resto dell’universo. Forse il Nobel per la pace non glielo daranno mai; ma quello per la fisica non glielo toglierà nessuno!
più bella che intelligente
In parecchi hanno parlato dell’ultima piazzata notturna del PresConsMin: con i toni misurati che lo contraddistinguono sempre, ha inveito contro Rosy Bindi usando quello che probabilmente per lui è l’insulto principe: “lei è più bella che intelligente”. Parecchi hanno anche notato come quella battuta sia stata fatta inizialmente da Vittorio Sgarbi, e che quindi Sìlvio non sia nemmeno riuscito a trovare qualcosa di nuovo: ma qui lo si capisce, ha tante cose da fare. Non mi interessa chiedermi cosa sarebbe successo a parti invertite, cioè se qualcuno gli avesse detto “lei è più alto che intelligente”, e noto solo en passant che quando si passa agli attacchi personali è chiaro che non si ha nulla da dire nel merito; questo lo si immaginava in molti.
Ci sono due cose che però mi hanno turbato nella storia. La prima è che nessuno degli uomini lì presenti ha ribattuto alcunché. Non che uno se lo aspettasse da Angiolino Alfano, Roberto Castelli o dallo stesso Bruno Vespa; in fin dei conti era il giorno prima che si parlava dei miracoli di Lourdes. Ma credo che il silenzio di Pier Ferdinando Casini e soprattutto quello di Riccardo “Jena” Barenghi siano peggio degli insulti del premier. L’altra cosa – mi perdonino le mie lettrici se cambio argomento – è molto più politica. Se il virgolettato di repubblica.it è veritiero, Berlusconi avrebbe affermato che «Il presidente della Repubblica aveva garantito con la sua firma che la legge sarebbe stata approvata dalla Consulta, posta la sua nota influenza sui giudici di sinistra della Corte». Ammesso che il PresConsMin non sia del tutto impazzito, credendo davvero che la firma del PresRep su una legge implichi automaticamente la sua costituzionalità [*], significa che sta affermando l’esistenza di una pastetta istituzionale: vera o falsa che sia, la cosa è ugualmente gravissima. E il fatto che non se ne parli nemmeno a fatica è ugualmente grave.
[*] Il Presidente della Repubblica può non approvare una legge quando ravvisa la sua manifesta incostituzionalità, il che è una cosa ben diversa. Supponiamo di voler impedire l’ingresso ai minori di diciott’anni; se vediamo un bambino che ne dimostra dieci lo mandiamo via senza nemmeno scomodarci a chiedergli la carta d’identità, cosa che invece facciamo con un ragazzo che ne dimostra più o meno diciotto.
Effetti della privazione del sonno
A fine settembre, dopo che dimisero Cecilia, mi dissero di prenotare una visita oculistica entro un paio di settimane. Lo feci, e scoprii che bisognava aspettare almeno un mese. Nota: è tutto nella stessa fondazione ospedaliera, tanto che non ho nemmeno dovuto dare dati ulteriori oltre a nome e data di nascita.
Adesso ho dovuto fare la stessa cosa con Jacopo: non che mi sia venuto in mente di prenotarla subito insieme, e dire che ai tempi dormivo ancora. Ma il bello è stato che stamattina, dopo aver scoperto che prima dell’11 novembre non c’era posto, pensate che mi sia venuto in mente di dire “beh, allora spostate all’11 anche Cecilia”, che tanto se sono due gemelli e quella è una visita di controllo (a) non ho voglia di doverci andare due volte e (b) non ha nemmeno senso farla in momenti diversi?
(ho telefonato venti minuti dopo, per la cronaca)
Non l’odo più
Continuo a non essere un fine costituzionalista, ma mi pare che la sentenza di bocciatura del lodo Alfano (che poi lodo non è, ma semplice legge) è stata davvero pesante, e la Corte Costituzionale, sia pure a maggioranza, ha calato i carichi.
La bocciatura dell’articolo 1 in toto (a questo punto gli altri articoli diventano irrilevanti, visto che l’insieme delle persone cui si può applicare la legge è l’insieme vuoto) è già un punto forte: io mi sarei ad esempio aspettato che ci si concentrasse sulla frase «La sospensione si applica anche ai processi penali per fatti antecedenti lassunzione della carica o della funzione.». Ma soprattutto sono stati citati due articoli non certo facili: il 138 che dice che quelle cose devono essere fatte con legge costituzionale (quindi in pratica quattro letture e rischio di referendum) e soprattutto il 3, nonostante gatto Pecorella e volpe Ghedini si fossero affannati a spiegare come Silvio B sia super pares.
Da come leggo io le cose, il PdL si era messo a studiare bene i motivi della bocciatura del lodo Schifani, e aveva costruito il lodo Alfano proprio per ovviare ai rilievi della Suprema Corte; il fatto stesso che sia stato reiterato che la legge comunque lede il principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge sta a significare un “non riprovateci più”.
Adesso vediamo cosa succederà: non credo alle “manine ammmericane” evocate dal miglior comico della famiglia Guzzanti, e ho dei forti dubbi sulla volontà della destra di fare una Grande Manifestazione Popolare, il cosiddetto “Corruption Day“. Più facile non succeda nulla, e si lasci finire il processo Mills in prescrizione con qualche nuovo trucchetto. Agli italiani va bene così. (No, non è un caso che non abbia parlato del sedicente centrosinistra)