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matematto non praticante

gioco del sabato: Cost Cutter

Siete pronti a tagliare i budget? Excel è il vostro pane quotidiano? Cost Cutter è della scuola “Bubble Breaker”, cioè occorre eliminare i gruppi di caselle contigui dello stesso colore. Però la parte divertente è che il gioco assomiglia appunto a uno spreadsheet Excel.
Purtroppo non c’è la possibilità di salvarsi propri record, e garantisco non è banale diventare il “dipendente del mese”.
(via Passion for Puzzles)

digital divide

Ieri ho telefonato all’agenzia assicurativa dove ho una (micro)polizza per avvisarli che avevo cambiato indirizzo; già che c’ero ho chiesto se potevano inviarmi per email la posizione attuale. Un istante di silenzio, e poi l’impiegata mi fa “non è che avrebbe un fax?”
(per onestà devo dire che l’anno scorso la posizione mi era stata inviata per email, si vede che l’impiegata era nuova)

Math Hysteria (libro)

[copertina] La prolificità come autore di Ian Stewart non raggiunge quella di Martin Gardner, ma sicuramente è difficile non imbattersi in un suo libro se si amano le ricreazioni matematiche, anzi i giochi matematici come lui si affretta a ribadire nell’introduzione. Questo libro (Ian Stewart, Math Hysteria, Oxford University Press 2004, pag. 235, Lst. 9,99, ISBN 978-0-19-861336-7) è una raccolta delle rubriche di giochi matematici apparsi sullo Scientific American alla fine degli anni 1990.
Per fortuna stavolta i pessimi giochi di parole di Stewart sono limitati, con il peggio che si trova nel capitolo “Domino Theories”; tra gli altri capitoli, a parte la teoria del Monopoli che vi spiegherà perché non vale troppo la pena di dannarsi per Parco della Vittoria, ho trovato più interessanti gli utlimi capitoli, con un’analisi del numero di persone necessarie per costruire le piramidi, quello che dà i rudimenti per giocare a dots-and-boxes – e non crediate la cosa sia semplice! – e l’analisi della suddivisione di un tesoretto tra un gruppo di pirati che viene portata ben oltre le estreme conseguenze. Come chiosa Stewart, “solo i miti (forse) erediteranno”…

no, non è spam

L’altro giorno Gabriele mi ha mandato copia di un messaggio che ha ricevuto.
Titolo: Raggiungimento soglia di erosione Bundle
Testo: In allegato l’elenco delle linee, con relativo codice contratto, che nell’ultima rilevazione decadale hanno raggiunto la soglia di erosione prevista per il singolo bundle attivo sull’utenza.
Concordo con lui: è difficile distinguerlo da un normale messaggio di spam, il significato semantico è molto simile :-)

educazione civica

Leggo sul Corsera che il sindaco di Mogliano Veneto, comune un tempo noto perché nel suo territorio si trova il casello iniziale dell’autostrada Venezia-Vittorio Veneto prima che fosse inaugurato il passante di Mestre, ha sentenziato che per il 25 aprile la banda comunale non dovrà intonare Bella Ciao ma bensì la Canzone del Piave, visto che «La banda deve eseguire brani istituzionali e Bella Ciao non lo è, non rientra tra gli inni nazionali.»
Non mi stupisce la capacità di trovare una scusa per tutto, riuscendo ad arrivare al ridicolo di suonare per il ricordo della fine della seconda guerra mondiale un inno composto per la prima guerra mondiale; però mi piacerebbe scoprire quando la Canzone del Piave è tornata ad essere un inno nazionale. Lo chiederei anche al sindaco, ma purtroppo pur essendo per metà di origine trevisanofona non so parlarlo né scriverlo…

Mozilla add-on blocklist

Beh, prima o poi doveva capitare: ieri mattina Firefox ha aperto una finestra di avviso, dicendo che avrebbe bloccato una versione del Java Deployment Toolkit che manco sapevo di avere installato, consigliandomi molto caldamente di far ripartire il browser senza quell’estensione e suggerendomi di dare un’occhiata a questa pagina.
In effetti l’idea delle estensioni è molto utile, perché permette di avere una versione di base del browser snella (occhei, non è il caso di Firefox) mentre ciascun utente può aggiungere quello che gli serve, un po’ come nelle pizze. Però in questo modo la probabilità di un malfunzionamento complessivo aumenta esponenzialmente, viste anche tutte le interazioni tra i vari add-on; e la colpa rimane sempre imputata al browser. Questo potrebbe essere l’inizio di un’inversione di tendenza.

La sovrana lettrice (libro)

[copertina] Uno si può lamentare per spendere 12 euro per 95 pagine (lorde, il racconto inizia a pagina 9 e l’ultima pagina ha tre righe). Ma non può certo lamentarsi per la storia… Il titolo originale del libro (Alan Bennett, La sovrana lettrice [The Uncommon Reader], Adelphi 2007 [2007], pag. 95, € 12, ISBN 978-88-459-2209-1, trad. Monica Pavani), “The Uncommon Reader”, era davvero intraducibile, essendo un gioco di parole tipicamente britannico: la “lettrice non plebea” non è nient’altro che la regina Elisabetta II, che trovandosi per caso dietro le Reali Cucine il furgone della biblioteca circolante entra, prende in prestito un libro… e diventa un’accanita lettrice. Leggendo il libro, si avverte chiaramente l’origine teatrale di Bennett; sembra quasi di vedersi davanti le varie scene, soprattutto quelle comiche. Ma naturalmente, proprio come in una rappresentazione teatrale, ci sono anche considerazioni diverse; da quelle sull’utilità della letteratura forse alla fine un po’ stucchevoli alla visione del governo e delle incombenze regali da parte di Sua Maestà. Ottima traduzione, che permette di mantenere il ritmo anche nel caso di lettura ad alta voce.