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matematto non praticante

scrivi scrivi, che nessuno ti leggerà

La cosa che mi ha molto colpito in questo decalogo sulle tristi verità del mercato editoriale è che nel 2009 negli USA sono stati pubblicati più di un milione di libri, più del triplo del 2005. E di questi libri, due terzi sono autoprodotti.
Passiamo ora all’Italia. Il numero di libri pubblicati è piuttosto costante, intorno ai 55000. Se ci pensate un attimo, 55000 libri per l’Italia non è poi tanto diverso da 300000 libri per gli USA, calcolando sulla popolazione. Considerando il cronico italico ritardo rispetto agli States, questo significa che dovremmo aspettarci tra qualche anno di sfiorare i 200000 libri pubblicati? E chi li leggerà, visto che i lettori forti sono sempre gli stessi? Andrà a finire come per me, che compro compro compro libri che non so quando riuscirò a leggere?
(via g.g.)

_Cos’è la Sintropia_ (libro)

[copertina] Il gruppo Facebook “La mucca di Schrödinger” è dedicato ai libri scientifici; creato da alcune case editrici italiane, mette periodicamente in palio alcune copie di un libro per chi voglia leggerle e recensirle. Questa volta (Luigi Fantappié, Cos’è la Sintropia, Di Renzo 2011, pag. 288, € 20, ISBN 978-88-83232-58-9) è toccato a me. Ma che cos’è in effetti la “sintropia”? Il sottotitolo del libro recita “Principi di una teoria unitaria del mondo fisico e biologico e conferenze scelte”. Il punto di partenza della teoria – più filosofica che fisico-matematica, almeno in questo testo – è dato dalle soluzioni delle equazioni che descrivono la teoria della relatività e la meccanica quantistica. Queste soluzioni sono fondamentalmente di due tipi: onde generate da un punto nello spazio-tempo e onde che convergono verso un punto. Questa seconda classe di soluzioni è generalmente eliminata perché “non ha senso fisico”; Fantappié invece le tratta come esistenti, pur notando che per definizione tali fenomeni non possono essere studiati con il metodo scientifico; mostra come sono opposti all’entropia andando verso una complicazione e non una semplificazione, e li chiama per l’appunto sintropici. Da lì si giunge poi a una teoria degli universi possibili che vengono definiti a partire dai gruppi di trasformazioni dello spazio n-dimensionale e a un argomento ontologico per l’esistenza di Dio (Fantappié era cattolico).
Prima di buttar via tutto come stupidaggini pesudoscientifiche è meglio ricordarsi che uno come Feynman, insomma non esattamente l’ultimo arrivato, postulò che nell’universo ci fosse un singolo elettrone che andando avanti e indietro nel tempo ci facesse credere di essersi moltiplicato; e d’altra parte tutte le millanta teorie dell’unificazione della fisica partono proprio da gruppi di trasformazioni che “sarebbero” le particelle elementari. Anche la sua teoria della Relatività Finale, in cui le leggi fisiche non varrebbero a distanze spaziotemporali enormi, è interessante, così come la sua critica al positivismo scientifico che parte dalla considerazione che dalla metà del XIX secolo la matematica è diventata tutto tranne una scienza basata sulle percezioni sensoriali. Resto però molto scettico sulla possibilità di studiare seriamente eventuali fenomeni sintropici; in definitiva il libro mi pare più un esercizio filosofico che una teoria verificabile, nonostante l’artificio dualistico escogitato da Fantappié che studia gli eventi invertendo il senso del tempo.
Peccato infine per i numerosi refusi, probabilmente legati alla scansione OCR dei testi originali.

fuffa autoreferenziale

La storia della moschea abusiva del quartiere Sucate, di cui avevo raccontato ieri, ha smosso l’angusto stagno dell’italica internette ancora più dei Pisapia Facts nati dopo la falsa accusa della Moratti a Pisapia di essere stato condannato in gioventù per un furto d’auto: mi limito a segnalare il video con le immagini dell’Intervallo RAI.
Però c’è chi si lamenta: Mantellini, che scrive «ecco che allora si delinea il quadro perfetto del nostro imbecillismo digitale. Sucate forse scalda il cuore ai detrattori di Letizia Moratti ma non sposta un voto, esattamente come non ne sposta l’attivismo degli spin doctor del Sindaco uscente», suscitando un ampio dibbbattito su FriendFeed.
Ora io non sono un talebano della rete come Gilioli che inneggia alla «Morale della favola: la Rete non è la tivù e almeno per ora non si può comprare. Maneggiarla è molto complicato, anche con tantissimi soldi e ottimi consulenti.», e concordo con Mantellini che tutta questa cosa non sposterà un voto né da una parte né dall’altra. Ma è l’unica cosa con cui concordo. Io non sarei mai riuscito a porre una domanda del genere: ma vista la risposta mi sono piegato in due dalle risate. E sono ragionevolmente certo che tutti quelli che hanno portato avanti il meme #sucate siano assolutamente convinti che non è certo così che le elezioni si vinceranno: ma allo stesso tempo sono convinti che ogni tanto si può ridere. C’è un tempo per la serietà e un tempo per le battute: domenica e lunedì si vota, ieri e oggi no.
Detto tutto questo, se proprio uno vuole lamentarsi di qualcosa potrebbe iniziare a parlare per l’ennesima volta dell’autoreferenzialità dell’angusto stagno dell’italica internette, a partire da questo mio post che come dice il titolo è assolutamente fuffa: se volete, possiamo discutere (autoreferenziatamente…) di questo :-P

Estrema Sinistra

In questi giorni Silvio Berlusconi, visto che per il suo ruolo istituzionale non può fare pernacchie ma al massimo cucù, e visto che la parola “comunisti”, con le sue estensioni “ex-comunisti” e “post-comunisti” si è oramai sciolta come una saponetta troppo usata, il mantra attuale è diventato “l’estrema sinistra”, che sono immagino se non tutti la maggior parte di coloro che non concepiscono come Unico Candidato Naturale l’attuale sindaco meneghino.
C’è però qualcosa che non mi torna. Fabrizio Montuori, candidato sindaco per il Partito Comunista dei Lavoratori, domenica scorsa ha ottenuto 405 (quattrocentocinque) voti. E Berlusconi si preoccupa di un gruppetto così sparuto di persone?

via Giandomenico Puppa

Dopo il primo turno elettorale, l’attuale sindaco di Milano si è ricordata dell’esistenza dei social network e si è lanciata a testa bassa a mostrare la propria presenza anche su Facebook (è facile, basta rinominare e accorpare qualche pagina preparata alla bisogna e subito decine di migliaia di fan si materializzano) e su Twitter. Occhei, nessuno crede davvero che dietro il nome letiziamoratti – come del resto dietro i nomi degli altri politici – ci siano proprio loro: gli stagisti sono nati apposta per questo tipo di operazioni a basso contenuto informativo.
Solo che ho il sospetto che più che uno stagista lo staff morattiano abbia assoldato un software di intelligenza artificiale tipo ELIZA. Non si spiegherebbe altrimenti come alla domanda di tal utente “Orghl” (un noto cyaltrone che frequenta il socialcoso dei fighetti che ha scritto «Il quartiere Sucate dice no alla moschea abusiva in via Giandomenico Puppa! Sindaco rispondi!!» e ha ricevuto risposta «@orghl nessuna tolleranza per le moschee abusive. I luoghi di culto si potranno realizzare secondo le regole previste dal nuovo Pgt» senza accorgersi della presa per i fondelli del nome del quartiere e della via. Diciamo che a volte sarebbe meglio pensare un attimo prima di dare una risposta precotta e premasticata.
D’altra parte a volte la realtà è più incredibile della fantasia: proprio oggi sul sito ufficiale del Sindaco è apparsa la notizia che il vincitore del concorso per il logo di Expo 2015 è tal Andrea… Puppa.

gioco della domenica: The Maze Game 2

The Maze Game 2 (di StormyGames) è un gioco in pochissimi livelli, tanto che sono riuscito a terminarlo persino io. Bisogna raggiungere il quadratino obiettivo muovendo il cursore con il mouse, stando però attenti a non uscire dal percorso e a evitare gli ostacoli mobili.
Niente di trascendentale, giusto un modo per vedere se uno ha la mano abbastanza ferma…
(via Passion for Puzzles)

Esercizi di stile (libro)

[copertina] Questo libro (Silvia Ferraris, Marco Maiocchi, Maximiliano Romero, Esercizi di stile, Libreria Clup 2007, pag. 221, € 13, ISBN 978-88-7090-921-0) è una specie di instant book; nato da un workshop di una settimana al corso di laurea in design industriale, raccoglie gli elaborati degli studenti.
Il titolo dovrebbe far ricordare all’inclito lettore quello dell’omonima opera di Queneau: anche in questo caso abbiamo un tema – uno spot pubblicitario di una barretta energetica al cioccolato – che viene rivisto e rivisitato seguendo svariati stili tra quelli proposti dai docenti e quelli tirati fuori dagli studenti stessi. Il guaio sta nell’estrema disomogeneità dei risultati, presentati così come consegnati senza un commento critico; nella stragrande maggioranza dei casi gli studenti si sono limitati a mettere in pratica la scena clou, ma in maniera non certo olistica quanto distaccata, proprio da compitino a casa.
Menzione onorevole però per lo studente che ha scelto come stile “etichette di birra” e ha detto di aver girato Milano per comprare birre di tutti i tipi: lui si è sicuramente divertito.