Rhombird è uno di quei giochi per cui occorre la mano ferma. Il rombico pennuto deve infatti raggiungere l’obiettivo svolazzando sul percorso che noi gli creiamo con il mouse, evitando i pericoli e cercando magari di raccogliere le gemme. Prima si disegna il percorso e poi lo si fa partire, quindi si può anche stare a pensare un po’ su: i nove livelli sono divisi in più scene, e ve li lascio praticamente tutti (io ho provato solo i primi due: gli ulteriori tre di bonus proprio non li ho visti!)
(via Passion for Puzzles)
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_Caro Papa, ti scrivo_ (libro)
Come argutamente commenta Amedeo Balbi, a volte sembra che Piergiorgio Odifreddi scriva i suoi libri anticattolici per avere la facoltà di pubblicare anche quelli matematici. In effetti non ho ancora avuto il tempo di leggere Più spazio per tutti, ma mi è capitata questa sua ultima fatica (Piergiorgio Odifreddi, Caro Papa, ti scrivo, Mondadori “Strade blu” 2011, pag. 196, € 17,50, ISBN 978-88-04-61007-6), visto che sono stato invitato alla presentazione ad usum blogger. Odifreddi ha affermato che questo suo libro è stato scritto non per gli atei o gli agnostici, ma per i credenti, con il dichiarato intento di convincerli a cambiare campo; in effetti la sua foto in copertina con la camicia bianca e lo sguardo leggermente verso l’alto fa chiaramente capire il suo posizionamento al riguardo.
È ovvio che scrivere al Papa prendendo un suo testo e controbattendolo punto per punto significa darsi un vantaggio competitivo, visto che si possono scegliere i controesempi preferiti senza che l’avversario possa controbattere – a meno che uno non pensi che Ratzinger si metta a replicare; ma questo non è un problema. In fin dei conti spesso si conoscono le cose da un singolo punto di vista; è sempre bello vederle da un punto di vista totalmente opposto, e almeno per quanto mi riguarda la cosa è utile.
Il problema che io – ma non solo io, a giudicare dalle domande fatte durante la presentazione – ho è banalmente metodologico: proprio come non è che un teologo possa parlare di scienza usando le categorie teologiche o filosofiche – e qui do ragione a Odifreddi – non è che uno scienziato possa parlare di metafisica o teologia usando le categorie scientifiche. Odifreddi inizia affermando questa ovvietà, ma in pratica se ne dimentica spesso. La mia sensazione è che il testo non cambierà le credenze di nessuno; poi è ben noto che le mie previsioni sono sempre errate!
Martini – Tettamanzi – Scola
Ora che il Patriarca di Venezia è stato spostato più o meno d’imperio alla guida dell’arcidiocesi di Milano sono in tanti a pensare che Angelo Scola, da buon “amico di CL”, porterà una non si sa bene quale restaurazione. Io non sono molto addentro a queste cose, checché se ne possa pensare; però ricordo che quando Tettamanzi successe a Martini ci furono grandi diatribe sul suo conservatorismo e sulla sua mania di protagonismo che era arrivata al punto di convincere GP2 a spostare un cardinale arcivescovo (prima Dionigi era a Genova), cosa che non era affatto standard in quel periodo. Poi si è visto cosa è successo, con il cardinale-imam (occhei, un giudizio di Salvini conta poco).
Insomma, io resto a vedere cosa farà, senza preconcetti (tranne quelli contro Comunione e Liberazione, scusatemi ma lì proprio non ce la faccio ad essere neutrale)
zuppa di stelle
Onori allo Scorfano, che ha conquistato la homepage del Corriere online dopo aver sgamato che il suo Capo (leggasi il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini) aveva scritto una letterina a Babbo Natal… ehm, al Corsera Giorno raccontando del suo tema alla maturità ma confondendosi tra l’autore di Piccolo Mondo Antico e Sergio “Carneade” Corazzini. Occhei, lui da professore di italiano al liceo e amante del crepuscolarismo si è subito accorto che Fogazzaro c’entrava come i cavoli a merenda, ma si è anche smazzato la ricerca tra le tracce dei temi di maturità del passato per trovare il riferimento giusto: gli onori sono quindi assolutamente dovuti.
Ma guardiamo l’altra faccia della medaglia, cioè il ministro MaryStar. Io capisco che a distanza di quasi vent’anni uno possa avere dei vuoti di memoria. Il tema che io scelsi, dieci anni prima di lei, era quello storico, e sono ragionevolmente certo che parlasse delle rivoluzioni del 1848. (Sono del tutto certo che feci una pessima sbrodolata: d’altra parte ero abituato a scrivere quattro pagine di quaderno fitte in un’ora e un quarto, massimo un’ora e mezzo, e trovarmi di colpo con sei ore a disposizione mi fece compiere un peccato di grafomania, affastellando nozioni su nozioni). Però un conto è scriverlo qua per i miei ventun lettori; un altro conto sarebbe farmelo pubblicare sul primo quotidiano nazionale, anche senza contare la zoppicante prosa che non fa certo fare una figura così bella al ministro. Ma mi sa che il pressapochismo sia così di moda che la Gelmini non ci ha nemmeno pensato su…
(ah, ricordavo bene)
Poesia dell’universo (libro)
L’appunto principale che mi sento di fare a questo libro (Robert Osserman, Poesia dell’universo [Poetry of the Universe], Longanesi 2010 [1995, 1996], pag. 205, € 17, ISBN 978-88-304-2772-3, trad. Libero Sosio) è che il titolo è assolutamente fuorviante. Sì, è lo stesso dell’edizione originale, e il motivo è spiegato nella quarta di copertina: secondo Osserman la matematica che serve per spiegare la fisica è spesso bella di suo e quindi poetica. Io non sono d’accordo con l’affermazione, ma il libro è davvero bello: solo che avrei preferito fosse intitolato come il sottotitolo, L’esplorazione matematica del cosmo. L’opera tratta proprio di questo tema, e lo fa con un percorso poco standard visto che parte dalla cartografia terrestre, il che ha senso perché è un ottimo modo per spiegare con un’analogia come si può rappresentare un’ipersfera nello spazio quadridimensionale. Forse la parte finale è un po’ datata (il testo originale è del 1995), ma in ogni caso il libro merita la lettura. In un paio di punti anche il grande Libero Sosio ha dormicchiato durante la traduzione, che nel complesso è però come sempre ottima.
BOH TAV
Premessa: costruire tutta quella roba in Valsusa per fare passare quattro-cinque coppie di treni superveloci al giorno è una perfetta idiozia.
Premessa 2: a quanto ne so, anche quando avranno finito i lavori in corso per allargare le gallerie della linea storica non è che si possano far passare tanti treni, visto che non è certo una linea ben separata da case e strade (d’altra parte la Valsusa è stretta, più di tanto non si può fare)
Premessa 3: però spostare il trasloco merci dalla strada al ferro sarebbe una cosa buona e giusta.
Perché allora – mi chiedo – non possiamo avere un progetto che non faccia andare i treni a 300 all’ora ma solo a 200 (il che significa poi metterci venti minuti in più da Torino a Lione), ma in cui possano passare tutti i treni merci liberando così la linea storica da usare solo per treni passeggeri cadenzati? A questo punto il problema si sposta molto più a valle (le gallerie non danno fastidio, ma prima o poi qualcuno li vorrà anche scaricare, quei treni), ma mi pare che della gronda torinese si parli molto meno che del tratto valsusino.
Detto tutto questo, ribadisco che non ho dati sufficienti per farmi un’opinione completa.
[p.s.: Boh-TAV è creazione di 7th Guest]
Regie poste
L’ufficio postale di via Varanini a Milano ha due sedi a pochi metri di distanza l’una dall’altra. Quella principale ha gli sportelli per le operazioni finanziarie standard, dal conto corrente in giù, quella a fianco ha tre sportelli unicamente per “Spedizione di lettere e pacchi”, lo si legge anche sulla macchinetta distributrice di numeri.
È la seconda volta di fila che arrivo e c’è gente che fa operazioni di tutti i tipi (mentre sto scrivendo c’è una signora che deve cambiare indirizzo per il suo conto Bancoposta e continua a chiedere le informazioni piu banali), uno sportello aperto su tre – e questo lo capirei anche – e gente che passa dietro gli sportelli non si sa bene a che titolo, compie operazioni inconcepibili per noi volgo, e si dematerializza dopo un po’. Notate che io sono qua per spedire lettere (fuori standard), e che l’ultima volta che sono passato l’impiegato è riuscito a perdere cinque minuti con la mia raccomandata perché pesava troppo poco e non era capace a selezionare l’opzione “invio fuori norma” per passare alla tariffa successiva. Per la cronaca, alla fine ha tolto il francobollo che aveva appiccicato, lo ha riappiccicato su un foglio immagino per la quadratura dei conti, e ha rimesso la busta con su una biro per appesantirla.
Forse che alle Poste non ci siano solo problemi informatici?
monnezza
Oggi raccontano come a Napoli la spazzatura che si stima trovarsi per strada sia scesa a sole 1720 tonnellate, dalle quasi 2000 dei giorni scorsi. Un calo di più del 10%. Ma io a dire il vero vorrei fare dei conti (spannometrici, come sempre) un po’ diversi.
Napoli ha circa un milione di abitanti, quindi 2000 tonnellate significa 2 kg a testa. Quanto tempo ci vuole per produrli? Beh, il dossier rifiuti 2008 dice che cinque anni fa la media procapite di rifiuti urbani è stata di 550 kg/anno, cioè di circa 1,5 kg/giorno. Dunque la spazzatura sulle strade napoletane è poco più di quella che viene prodotta in un singolo giorno. Immagino che i roghi siano serviti ad abbassarne la quantità, oltre che ad alzare la probabilità di malattie, ma in ogni caso non si direbbero una gran cosa da un punto di vista relativo: avrebbero ragione sia Berlusconi prima che De Magistris ora a dire che con uno sforzo straordinario si potrebbe ritornare in pari.
E allora perché questo sforzo non c’è? Lo so, qui si esce dalla matematica, quindi non posso dare risposta :-)