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matematto non praticante

Problema della domenica: Alla ricerca del tempo guadagnato

Tutte le sere prendo la metropolitana per tornare a casa: scendo al livello dei binari, aspetto il treno, salgo, faccio le mie cinque fermate, scendo e risalgo verso casa. Ieri però il treno mi ha chiuso le porte proprio davanti, e ho dovuto prendere quello successivo, che per fortuna è passato dopo novanta secondi (ah, la nuova segnalazione della Rossa!). Eppure ci ho messo esattamente lo stesso tempo per arrivare a casa. Come è possibile? Ho camminato alla mia solita (lenta) velocità, e non ci sono stati ostacoli come semafori o grumi osmotici di persone.
(un aiutino lo trovate qui; la risposta verrà postata mercoledì, a partire da quel link)

_Giochi matematici_ (libro)

[copertina] Questo libro (Nando Geronimi (ed.), Giochi matematici, Centro Pristem 2009, pag. 134, € 12, ISBN 978-88-96181-02-7) è la raccolta dei problemi apparsi nei vari giochi matematici organizzati dalla Bocconi negli anni 2001 e 2002. Chi conosce i giochi sa che sono rivolti ai ragazzi dagli 11 ai 99 anni, anche se penso gli ultracentenari verrebbero comunque accettati: come si può immaginare, quindi, ci sono vari gradi di difficoltà. I problemi più interessanti, ma anche i piu complicati da risolvere, sono gli ultimi; le prime due parti sono invece alla portata di tutti, naturalmente con carta e penna per fare le prove e trovare il risultato o i risultati corretti… e se non ci si riesce, basta voltare pagina per trovare la soluzione spiegata in modo esauriente. Carine poi le “curiosità”, generalizzazioni dei problemi che permettono di capire come si può sempre provare a fare qualcosa di nuovo.

ricontestualizziamo!

A margine della morte di Giancarlo Bigazzi, oggi il Corsera cartaceo ospita un coccodrillo di Mario Luzzatto Fegiz, che mi è capitato sotto gli occhi mentre cercavo di svegliarmi con un cappuccino. Una frase mi ha colpito particolarmente:

«”Ti amo”, un testo apparentemente banale che ripete fino all’ossessione le due parole del titolo, ma ricontestualizzate in continui cambi di accordo»

A me delle critiche positive o negative importa poco. Però pensare che i “continui cambi di accordo” sono in pratica un giro di do (praticamente la seconda cosa che ti insegnano quando strimpelli la chitarra, la prima è La canzone del sole che di accordi ne ha tre invece che quattro) e metterci assieme una ricontestualizzazione fa venire in mente almeno a me una cosa sola: che si era preso MLF prima di scrivere?
(ps: sì, lo so che Bigazzi ne scrisse solo il testo e non la musica. Ma perché infierire?)
(pps: corretti i cognomi del critico)

Sii grassetto!

In questi giorni ha circolato per la rete una foto che mostra la prima e l’ultima pagina del Gazzettino di domenica scorsa. I titoloni in prima pagina parlavano del naufragio della Concordia: la pubblicità in ultima pagina ci invita a vincere… una crociera. L’immagine è vera, non un fotomontaggio: il direttore del Gazzettino si è scusato pubblicamente, spiegando che in effetti c’è un controllo che blocca le pubblicità “inopportune”, ma in questo caso il committente della pubblicità era un produttore di confetti (la crociera è semplicemente il primo premio del concorso), e i giornalisti in redazione sanno solo chi è il committente. Il sottinteso è che gli unici che avrebbero potuto accorgersi del problema sarebbero stati il committente e i tipografi: ma essendo capitato di sabato probabilmente non c’era nessuno nell’agenzia del committente, e questo non è certo lavoro per i tipografi.
Ci ho pensato un po’ su, e mi è venuto in mente uno dei concetti chiave di Wikipedia: il “be bold!”, che letteralmente dovremmo tradurre come “osa!” ma in maniera ufficiosa è reso iperletteralmente come “sii grassetto”. Sarà la mia abitudine a lavorare dal basso, ma mi sarebbe sembrato naturale che l’impaginatore notasse la pubblicità non proprio adatta al momento e cercasse qualcuno in redazione perché prendesse una rapida decisione.
Poi ci ho pensato ancora un po’, e ho capito che la cosa non poteva funzionare. Tralasciamo la considerazione banale “ma gli impaginatori ce l’hanno un numero di telefono per le emergenze?”, e vediamo cosa sarebbe successo se fosse effettivamente successa una cosa simile. Il giornale sarebbe uscito con un’altra pubblicità, il committente magari sarebbe stato più felice (non è detto, visto che comunque il primo premio del concorso resta quello, ma immaginiamo di sì), ci sarebbero state meno polemiche… Sì, ma. Il “ma” è che nessuno si sarebbe accorto di nulla, quindi il tutto non sarebbe esistito. E allora, chi gliel’avrebbe fatto fare agli impaginatori?
Un titolo che avevo pensato per questo post era “la banalità del meglio”: su queste cose sono un inguaribile utopico, ma credo davvero che sia appunto questa banalità del meglio che ci sta mancando per riuscire a tirarci su. Voi che ne pensate?

Giancarlo Bigazzi

Io ero convinto che Bigazzi fosse solo un (grande) paroliere. Gli potevo anche perdonare le collaborazioni con Marco Masini. Purtroppo è dovuto morire perché io potessi scoprire che era il leader degli Squallor, e soprattutto che non è solo stato un paroliere ma ha anche composto musica. Diciamolo: avrei preferito scoprirlo tra vent’anni.

i polli del Messaggero

<img src="http://xmau.com/notiziole/thumb/pollo.PNG" alt="[polli]" La tragedia della Concordia, e le italiane farse al contorno, sono arrivate sulle pagine dei quotidiani di tutto il mondo: soprattutto l'audio della telefonata tra De Falco e Schettino è diventata un hit internazionale. Così per esempio il New York Post ha sbattuto in prima pagina il "Torni subito a bordo, c*zz*!" (diventato "Get back on board for f*** sake!") denominando il capitano della nave da crociera "Chicken of the sea".
Ma non sono solo i blogh che si parlano addosso: anche la stampa spesso indulge a tali pratiche. Così il Messaggero nella sua versione online riporta la foto della prima pagina del New York Post spiegando all’italico lettore che all’estero Schettino è diventato “il pollo dei mari”. In effetti, se uno apre un qualunque vocabolario e cerca il lemma “chicken”, la prima parola che trova è “pollo”. Su questo non ci sono dubbi. Peccato però che una lingua non sia semplicemente un assemblaggio di parole: non per nulla i traduttori automatici sono spesso usati per fare quattro risate alla vista della “traduzione”. Ecco: il concetto inglese di “chicken” come persona paurosa è reso in italiano non da “pollo” bensì da “coniglio”, come credo tutti i miei ventun lettori sanno perfettamente, e come del resto sanno anche alcuni giornalisti del Messaggero: cliccando sul collegamento interno presente nell’articolo si arriva a un altro articolo dove il titolo inglese viene correttamente reso come “coniglio dei mari”.
È vero che un pollo non sa nuotare, ed è anche vero che questa figuraccia probabilmente non supererà le acque territoriali italiane: ma non sarebbe bello avere un minimo di controllo su quanto si scrive?

Patente o cara

Sabato mi scade la patente. Il mio tesserino plastificato è in uno stato tale che ho deciso di investire 30 euro in un duplicato, e di andare in motorizzazione civile per fare appunto il duplicato. La coda non era poi così tragica, è vero; però ho scoperto che non bastava portare una fotocopia della patente vecchia e della carta d’identità, ma occorre anche quella del codice fiscale (e qualcuno mi spiegherà sicuramente l’attinenza con la patente), oltre a una fotocopia del foglio con la visita medica, fotoccopia che è stata debitamente autenticata e dovrebbe permettermi di girare con la patente scaduta, sempre che mi ricordi di avere con me anche la copia a ricalco della domanda di duplicato (e forse anche la patente scaduta, non ho capito). Il tutto per gli almeno quaranta giorni (“ma può venire anche dopo cinquanta, basta che siano almeno quaranta”) necessari perché venga creata dal nulla la nuova tesserina. L’idea di fornire un codice che permetta di verificare online se la patente è pronta non è venuta a nessuno: a dire il vero mi è stato chiesto un recapito telefonico ma solo “se c’è qualcosa che non va”. Comincio a capire perché continuano a beccare Fabrizio Corona a guidare senza patente:le pratiche necessarie sono troppo per lui.
PS: il bar tabacchi interno alla motorizzazione civile (con fotocopiatrice) ha una rendita di posizione invidiabile.

ma esattamente che fanno le poste?

Devo rifare la patente. “Rifare” significa anche rifare da capo la tesserina stile bancomat, perché la mia è praticamente illeggibile. Questo significa che devo andare in motorizzazione civile (non basta l’Asl) e fare due diversi bollettini, uno di nove euro come tutti e uno di 29,24 euro per stampare la tesserina. Questi bollettini sono su due conti correnti diversi, naturalmente, perché sono due cose diverse.
Dopo che ieri pomeriggio i due uffici postali che ho provato avevano code di 30-40 persone, oggi in pausa pranzo sono tornato alla carica. Il primo ufficio era vuoto: peccato che non avessero uno dei due bollettini, e che a quanto pare non posso usarne uno in bianco mettendo il conto corrente postale. Ho cambiato ufficio, ho trovato il secondo bollettino ma c’era una coda che non si smuoveva, così sono tornato nel primo ufficio dove si era formata una coda piccola, e infine ho pagato.
Tra l’altro, qualcuno mi spiega perché sono costretto a pagare per posta e avere una tassa di 1.80 euro a bollettino? È forse lo stesso principio per cui si paga l’Iva sulle accise (cioè sulle tasse) sulla benzina?