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matematto non praticante

_È l’enigmistica, bellezza!_ (libro)

[copertina]Ennio Peres è un giocologo: non provate a chiamarlo “ludologo” perché si offende. Ha scritto numerosi libri di giochi di vari tipi; questo (Ennio Peres, È l’enigmistica, bellezza!, Ponte alle Grazie 2012, pag. 297, € 13, ISBN 978-88-6220-443-9) è una specie di raccolta del meglio di quanto ha prodotto nei vari decenni. La cosa detta così però è un po’ sminuente, nel senso che il libro non solo è godibile per conto suo ma non ha affatto l’aria di essere un centone. Delle tre parti di cui è composto, “lettere”, “cifre”, “lettere e cifre” la più riuscita secondo me è la prima, che in fin dei conti è anche quella che dà il titolo al libro stesso. Peres parla di enigmistica classica in maniera niente affatto classica, il che può aiutare chi è sempre rimasto spiazzato dai giochi in versi delle riviste enigmistiche per capire esattamente di che si parla; inoltre può permettersi il lusso di inserire giochi che farebbero storcere il naso ai puristi (ma curiosamente omette per esempio il lucchetto). Nonostante sia stato insegnante di matematica, le parti sui giochi coi numeri – con o senza lettere – li ho trovati meno interessanti; ma è vero che la numerologia per me è sempre stata indigesta.
Un’ultima segnalazione: Peres scrive in maniera piacevole, ma un giorno deve aver comprato una confezione di virgole extra-large, perché ne usa il doppio di quella che per me è una dose equa…

Strane coincidenze

Silvio Berlusconi scopre che senza di lui il suo partito colerebbe a picco, e annuncia urbi et orbi che si ricandida.
Ventiquattr’ore dopo, e tra l’altro non durante il weekend come di solito si usa fare, Moody abbassa di due scalini il rating sull’Italia.
Io generalmente non sono un complottista e sicuramente non sono un filoberlusconiano, però qualcosa di strano c’è.

Popsophia e il Giardino della Scienza

Forse l’ho già detto altre volte: se qualcuno mi scrive in maniera educata e personalizzata (non basta una captatio benevolentiae) e io trovo interessante il tema, ne parlo qui sul blog. Non so se si possa tecnicamente parlare di marchetta, considerando che non ci guadagno nulla; decidetelo da soli.
Da ieri fino al 5 agosto Civitanova Marche ospita Popsophia, il “festival del contemporaneo”. Il nome non mi piace, però il programma è effettivamente interessante e ampio; da buon matematico non posso che apprezzare gli appuntamenti col Giardino della Scienza, cioè – cito dalla brochure – un «rassegna curata dal matematico Giorgio Bolondi, che unisce discipline come la matematica e la fisica alla riflessione filosofica e all’intrattenimento». Soprattutto lo sportello “La scienza ti parla
senza supponenza”, un modo per estendere i dubbi e le domande che ci assillano la mente (ooops, scusate, mi ero lasciato portar via da Edoardo Bennato… ricominciamo) dicevo, un modo per estendere i dubbi e le domande che sorgono dagli eventi del festival in una dimensione fuori linea, sulla pagina Facebook di Popsophia (nessuno è perfetto).
Non posso garantire che le promesse siano mantenute, e Civitanova è troppo lontana perché io pensi di andarci; però le premesse sono interessanti, e insomma se qualcuno è da quelle parti secondo me potrebbe andare a darci un’occhiata!

il mio secondo ebook: _Quizzini della domenica_

L’ho rifatto. Dopo il grande (?) successo di Matematica liofilizzata ho scritto un nuovo ebook, raccogliendo i problemini più o meno matematici che ho iniziato a postare la domenica sul blog. Stavolta però ho fatto le cose in grande, e ho persino creato una casa editrice inesistente, la Elettroedizioni Bipunto (logo gentilmente fornito da Luciano Blini).
Il libro è edito solamente in formato epub e mobi (niente pdf, insomma), è rilasciato sotto la licenza Creative Commons CC-BY-NC 3.0 unported, ma ha anche una versione fanware. Volete saperne di più? volete scaricarlo? Basta che andiate alla pagina (molto minimalista, ammetto. Ho perso così tanto tempo ad assemblare l’ebook che non me ne è più rimasto) delle Elettroedizioni Bipunto!

Logica da cani

Scopro da Galatea che la settimana scorsa c’è stata una interrogazione scritta in Parlamento che chiedeva tra l’altro «se il Governo intenda assumere iniziative per un sensibile ridimensionamento delle dimensioni organizzative dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia».
Io non ho sufficienti competenze per sentenziare che «i 1000 dipendenti, di cui 400 precari» siano troppi o troppo pochi o il giusto numero. D’altra parte, non sono nemmeno un parlamentare. Però qualche altra cosa la so: eppure non ero proprio riuscito a capire quale fosse la logica che a partire dall’affermazione «la missione principale dell’INGV è il monitoraggio dei fenomeni geofisici nelle due componenti fluida e solida del pianeta. All’INGV è affidata la sorveglianza della sismicità dell’intero territorio nazionale […]» (grassetto mio) avesse portato all’altra affermazione «è scientificamente comprovato che non vi è alcuna possibilità di prevedere i terremoti o le eruzioni vulcaniche», per non parlare del passaggio da quest’ultima a «i recenti eventi sismici nel nostro Paese hanno purtroppo dimostrato l’inutilità delle previsioni sui movimenti tellurici»: se monitori non stai prevedendo, e se non c’è possibilità di previsione non è che le previsioni sono inutili, è che non ci sono proprio.
Poi ho scoperto che il primo firmatario dell’interpellanza di mestiere fa(ceva) il veterinario.

Targhettizziamo

Stavo guardando un articolo su Libero per una delle mie vignette che non fanno ridere, e mi è saltato l’occhio sulla colonna di destra, “gli articoli più letti”. Li trovate qua. (Per la cronaca, l’articolo che leggevo era nella sezione “Politica”, quindi la lista era generale e non di sezione).
Han voglia a fare acute analisi politiche: la gggente ha scelto.

In che compagnia mi ritrovo!

Stasera mi sono un attimo dedicato all’egosurf e ho provato a vedere cosa succedeva a digitare il mio nome (limitando la ricerca alle pagine modificate nell’ultimo mese). È uscita fuori tra il solito rumore di fondo questa pagina, direi generata automaticamente, dove il fatto che io mi sia laureato alla Normale mi rende ipso facto “notable” insieme a gente come Enrico Fermi, Gregorio Ricci-Curbastro, Carlo Azeglio Ciampi… e Massimo D’Alema, che però a quanto ne so mica l’aveva terminata la Normale! Mi devo preoccupare?