Dovrei eliminare un po’ di libri dalle mie librerie per fare spazio ad altri. Non ce la faccio: lasciamo stare quelli matematici che sono intoccabili, ma anche sugli altri faccio una fatica enorme a scegliere qualcuno che sicuramente non leggerò più, magari non mi è nemmeno piaciuto troppo, ma “non si sa mai”. Non credo funzionerebbe nemmeno averne una versione elettronica (anche se non ci ho provato): mi sa che sia proprio feticcismo. Capita lo stesso anche a voi?
(alla fine sono arrivato a 25 cm di roba. Un risultatone)
Archivi autore: .mau.
Quizzino della domenica: Sudoku circolare
Le regole del sudoku le conoscete tutti, immagino: c’è una griglia 9×9 da completare mettendo in ogni casella una delle cifre da 1 a 9, con il vincolo che in ciascuna riga, ciascuna colonna e ciascun quadrato 3×3 siano presenti tutte le cifre. Ma vorrete mica essere sempre così squadrati! Provate a riempire il bersaglio mostrato qui sotto con le cifre da 1 a 8, con la regola che ciascuna corona circolare e tutti e otto i settori da un quarto di cerchio contengano tutte cifre diverse.
(Problema tratto da Peter Higgins, Nets, puzzles and postmen. Un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p069.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì.)
_Mathematical Teasers_ (libro)
Nella mia caccia a libri di giochini matematici del passato mi è capitato tra le mani questo testo (Julio A. Mira, Mathematical Teasers, Barnes and Noble 1970, pag. 279, ISBN 0389002615) che dal titolo prometteva bene. È vero che la prefazione dice che i quizzini del libro «sono stati attentamente selezionati e assemblati specialmente per il piacere di chi non è necessariamente un genio matematico o anche solo un matematico», ma questo non vuol dire molto: un buon quizzino matematico non richiede l’uso di troppa matematica.
Però il risultato non è stato all’altezza delle aspettative. A parte i problemi diciamo classici, Mira gioca molto con i numeri romani, e poi nell’ultima sezione del libro raccoglie i problemi tipo le prove d’intelligenza della Settimana Enigmistica: se a voi il genere piace, nessun problema, ma io roba del genere la salto a piè pari.
La cosa che se volete è più strana è che mi sarei aspettato che un libro di questo tipo fosse degli anni ’50 e non del 1970, come in effetti è; quasi tre lustri dopo che Martin Gardner aveva iniziato a tenere la sua rubrica di giochi matematici sullo Scientific American. O forse è per questo che c’è la parola “mathematical” nel titolo: usare solo “teasers” forse al tempo non era così di moda?
Parlamentarie
Ieri è terminata la sessione di voto online per la scelta dei candidati alle prossime politiche per il MoVimento 5 Stelle, tra varie polemiche che non sto a riportare perché non sono un mio problema… anche perché dal mio punto di vista ci vuole un minimo di fiducia e quindi accettare che i voti siano gestiti internamente e non da una terza parte, esattamente come lo si fa per il centrosinistra (e non lo si fa per il centrodestra solo perché loro le primarie non le fanno). Una di queste polemiche però ha per me un certo senso, ancorché teorico – non simpatizzando per il M5S, non credo di avere voce in capitolo sulle loro scelte.
Leggete questo articolo, fate le tare necessarie (per esempio, sono anni che tra Bono e Bertola c’è un, diciamo, “intenso confronto dialettico”), e restate sul nocciolo della questione. Il principio “niente pubblicità a pagamento per i candidati” è sensato, anche se non so come possa essere applicato completamente: ma immaginiamo che si riesca a riconoscere anche i pagamenti surrettizi. Però che senso ha lamentarsi contro le “raccomandazioni” – positive o negative – degli altri esponenti, o se per questo di una qualunque altra persona? O si ritiene che i simpatizzanti siano così stupidi da seguire pedissequamente i consigli di qualcuno, oppure si è convinti che basti un video e un’autopresentazione per potersi fare un’idea su decine e decine di persone.
Naturalmente c’è anche una terza ipotesi, un po’ più cattiva: riuscire a scegliere persone assolutamente a caso, eliminando a priori chiunque dimostri iniziativa personale. Perfettamente in linea con il Pensiero Grilliano, un po’ meno con l’articolo 67 della Costituzione…
suonati
Le lettere ai giornali sono sempre uno spaccato di vita reale, oltre che residuo dell’esibizionismo dell’epoca pre-blog. Ma sicuramente il momento più divertente arriva quando si va avanti a botta e risposta…
Un paio di settimane fa nella colonna della posta milanese del Corsera è stata pubblicata la lettera di un automobilista, se non ricordo male il nome Carlo Meloni, che si diceva fiero del suo suonare il clacson per avvisare i ciclisti che lui stava arrivando da dietro. Ieri c’era la risposta di una signora che ha replicato che una cosa del genere è molto pericolosa; oggi Meloni, ritenendosi evidentemente un fine umorista, ha controbattuto che proporrà al posto dei clacson altoparlanti che diffondano musica classica in modo da avvisare i poveri ciclisti, che con le loro cuffione in testa non hanno la possibilità di udire nulla.
Quello delle cuffie è l’unico punto su cui concordo col maître-à-penser meneghino. Già io non capisco come qualcuno abbia il coraggio di pedalare in città senza sentire cosa succede in giro: ma ad ogni buon conto in quel caso c’è un isolamento acustico tale da rendere il suono di un clacson simile a quello che uno può ascoltare mentre è in auto. Peccato che io in bicicletta pedali ovviamente a orecchie libere, e garantisco che una strombazzata dietro di me mi fa rischiare di perdere l’equilibrio oppure scartare verso il centro della strada: esattamente l’opposto del risultato che quell’intelligentone del signor Meloni vorrebbe ottenere. Ovviamente l’idea (a) di guidare più lentamente e (b) di lasciare nel sorpasso uno spazio tale da avere un margine di sicurezza – quello insomma che faccio io quando sono in macchina e supero una bicicletta – dev’essere un’idea al di fuori della sua sfera concettuale, ma non si può pretendere che lui distolga preziosi neuroni dalle funzioni di compilatore di lettere ai giornali, no?
ben mi sta
striscioni
Non so se avete seguito la polemica sullo striscione esposto sabato scorso dalla curva bianconera durante il derby Juventus-Torino, col testo “Noi di Torino orgoglio e vanto, voi solo uno schianto”.
Io di calcio non ne capisco nulla e di stadi neppure, però qualche domanda me la faccio. (non sono domande retoriche: se preferite, sono come io ingenuamente farei le cose)
(a) È possibile entrare in uno stadio con uno striscione senza che questo venga controllato prima di entrare? Il Delle Alpi è tra l’altro stato rifatto da zero l’anno scorso, quindi immagino che non sia banale intrufolarsi con quel lenzuolone.
(b) L’arbitro non ha il potere di fermare una partita finché non venga tolto lo striscione?
(c) La dirigenza juventina non poteva fare la stessa cosa? (col rischio di vedersi dare una sconfitta a tavolino, lo so, ma con un ritorno di immagine favoloso)
Boh. Mi sa che queste domande confermino la mia ignoranza in proposito.
Quaqquaraquà
Ora che sono finite le primarie del centrosinistra, posso lamentarmi ad alta voce per la figura da cioccolatai che hanno fatto con tutta la storia del regolamento e delle millanta circolari di interpretazione.
Premessa: non esiste un diritto di voto per le primarie, a differenza delle elezioni nelle quali basta avere l’età e non aver perso i diritti civili. Nulla di strano pertanto che ci siano dei paletti, non tanto i due euro per votare quanto la firma all’Appello di Sottoscrizione e l’iscrizione alla lista degli elettori. E visto che c’erano tre settimane per preiscriversi, oltre a poterlo fare contestualmente alla votazione, non c’era nulla da aggiungere. Una votazione a doppio turno è un’unica votazione: il corpo elettorale non può cambiare da un turno all’altro. (Esempio pratico: le elezioni comunali. Se guardate qui, si può leggere che «Sono elettori tutti i cittadini italiani che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età entro il primo
giorno della elezione.» Chi i diciott’anni li compie tra l’elezione e il ballottaggio aspetta un turno.
Dunque, se il regolamento si fosse limitato all’articolo 3, comma 3: Per esercitare il diritto di voto il/la cittadino/a deve sottoscrivere il pubblico Appello di sostegno alla Coalizione di centro sinistra Italia Bene Comune e quindi iscriversi allAlbo delle elettrici e degli elettori, a partire dal ventunesimo giorno precedente il giorno delle elezioni – ossia dal 4 al 25 novembre 2012 – nelle sedi stabilite dal Coordinamento provinciale, versando a copertura delle spese organizzative un contributo di almeno due euro. non ci sarebbe stato nulla di male. Avrebbero potuto votare al secondo turno solo coloro che si erano iscritti entro il 25 novembre, che avessero o no votato al primo turno. Invece no: l’articolo 14 comma 4 recita «Possono altresì partecipare al voto [del ballottaggio, Nd.mau.] coloro che dichiarino di essersi trovati, per cause indipendenti dalla loro volontà, nellimpossibilità di registrarsi allAlbo degli elettori entro la data del 25 novembre, e che, in due giorni compresi tra il 27/11 e il 01/12, stabiliti con delibera dal Coordinamento nazionale, sottoscrivano lAppello pubblico in sostegno della Coalizione di centro sinistra Italia Bene Comune e quindi si iscrivano allAlbo degli elettori».
Praticamente c’è il principio “teniamoci da parte una gabola”: principio che poteva avere senso se non ci fosse stata la preiscrizione, ma che perde di ogni validità viste le tre settimane di finestra temporale possibile. È chiaro che se lasci una fessura c’è subito chi è pronto a cercare di scassinare l’ingresso; e la risposta al tentativo di scasso è stata una sequela di circolari e controcircolari che per quanto mi riguarda significa una sola cosa. Abbiamo avuto non so quanti anni di incompetenti nemmeno capaci di scrivere leggi chiare e comprensibili; rischiamo di avere altri incompetenti nemmeno capaci di scrivere leggi chiare e comprensibili. Allegria.