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matematto non praticante

La nave di Teseo

Stamattina ho letto su Repubblica il teaser che racconta di come Umberto Eco, Sandro Veronesi, Hanif Kureishi, Tahar Ben Jelloun e altri hanno deciso di seguire Elisabetta Sgarbi che ha lasciato Bompiani per fondare una nuova casa editrice, La nave di Teseo (brutto nome a mio parere perché troppo lungo, ma io queste cose le sbaglio sempre). Quello che Repubblica dice e La Stampa e Corsera per esempio tacciono è che Eco avrebbe messo due milioni di euro nel progetto. La mia prima domanda è stata “ma quanti soldi ha Eco?”. La terza, dopo aver letto gli altri articoli a riguardo, è stata “Repubblica se l’è inventato, vero?” (per sicurezza ho salvato il tutto su archive.is, anche se immagino il testo ci sia sull’edizione cartacea).

La mia seconda domanda però secondo me è più interessante. Dato atto che in questo periodo ancora più che in passato essere editori è un rischio, è davvero necessario che ci sia bisogno di tutti quei soldi di capitale “fresco” (perché se tanto mi dà tanto si arriva facilmente a dieci milioni), e soprattutto non ci sia la possibilità di avere prestiti bancari e simili? Ho però come il sospetto che non saprò mai la risposta.

Contra personam

In un mondo perfetto, Frangetta Serracchiani avrebbe perfettamente ragione ad affermare che la “norma antiBassolino” del regolamento delle primarie PD non è antiBassolino, e che è «solo un modo per dire che quando un’esperienza si è chiusa, si è chiusa per davvero». Pensateci un attimo: è stata fatta apposta una legge che vieta di candidarsi per più di due mandati consecutivi, il che dovrebbe voler dire che il legislatore aveva pensato che forse era meglio non avere un sempresindaco. Ma sono ragionevolmente certo che nessuno pensa di essere in un mondo perfetto, e che non è un caso che la norma sia nata solo dopo che l’ex sindaco di Napoli ha detto “massì, mi potrei candidare”.
Assodato che a me delle primarie in generale non importa nulla e che credo che per come le facciamo noi in Italia si dovrebbero abolire, quello che però non riesco a capire è perché il PD se la prende con gente che del PD ha la tessera. Non ti piace come si comporta un tuo maggiorente? Lo sbatti fuori dal partito, punto.

Quizzino della domenica: gemelli

– “Sapete?”, dice la mamma alle sue due gemelle Emma e Sofia. “Ho conosciuto una mamma che mi ha detto di avere quattro gemelli”.
– “Ma sono tutte femmine anche loro, come noi?”
– “No, altrimenti mi avrebbe detto quattro gemelle, non pensate? La loro mamma mi ha detto che non sono tutti dello stesso sesso, e ha precisato che sono tutti eterozigoti.”
Emma, tutta eccitata, dice a sua sorella:
– “Sofia! Io penso che il numero dei maschi è uguale a quello delle femmine. Scommettiamo?”
Sofia ci pensa un attimo e accetta la scommessa. Secondo voi ha fatto bene?

(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p187.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema classico)

Impacchettamenti

Stamattina ho preso un sacchetto di arance all’Esselunga. Sapendo che ce n’è praticamente sempre una marcia, ho controllato bene da un lato e dall’altro: tutto ok. Arrivo a casa, apro il sacchetto e scopro che quella marcia era messa all’interno. È ovvio che l’hanno impacchettata così.

_Il museo dei numeri_ (libro)

9788858675700Parlare dell’uso dei singoli numeri nel mondo reale (nel senso di “dove si usa il tre?”) è un tema abbastanza comune nella saggistica soprattutto in lingua inglese; ma il campo è abbastanza ampio da permettere di scrivere ancora al riguardo. Devo però dire di essere rimasto abbastanza deluso da questo libro (Piergiorgio Odifreddi, Il museo dei numeri : Da zero verso l’infinito, storie dal mondo della matematica, Rizzoli 2014, pag. 428, € 22, ISBN 9788858675700). A parte i capitoli per così dire generalisti dove si parla di sistemi di numerazione e della nascita dei numeri, il corpo principale del testo è almeno a mio parere una semplice raccolta di fattoidi sui numeri, senza un vero filo conduttore ma al massimo con una raccolta fatta per grandi temi, a volte anche tirando parecchio per i capelli gli esempi. Qualcosa più vicino a un giochino a quiz che a una trattazione, o se preferite rimanere sulla metafora del titolo un museo secondo la concezione ottocentesca di raccolta di reperti anziché quella contemporanea di racconto di una o più storie. Paradossalmente la lettura diventa più interessante andando più avanti e trovando i numeri “grandi”, perché di proprietà tipicamente ne hanno una sola e quindi Odifreddi può dilungarsi un po’ di più. Sono davvero belle le tantissime immagini a corredo del testo, anche se chi come me ha preso la versione elettronica via MLOL si è così ritrovato con 123 megabyte di file…

Secoli di calcoli e ragionamenti molto complessi

Su Radio Popolare continua a girare una pubblicità di Fineco (su YouTube c’è una versione televisiva) in cui lo speaker dice «Oggi mio figlio mi ha chiesto come è fatta la Terra, e io gli ho risposto: è rotonda. Per scoprirlo ci sono voluti secoli di calcoli e ragionamenti molto complessi…» e poi giù a spiegare che da loro si danno risposte semplici a domande complesse, bla bla. Il comunicato stampa racconta di come sono stati bravi a inventarsi questo storytelling.

Perdonatemi. “Com’è fatta la Terra” non è una domanda complessa. Al limite quello che potrebbe essere complesso è il modo per trovare la risposta: peccato che gli antichi greci la risposta l’avessero trovata senza fare ragionamenti complessi, e non è che ci vogliano calcoli così complessi per dimostrarlo. (I calcoli servono per ottenere la lunghezza di un arco di meridiano, e per misurare la longitudine ci vogliono strumenti molto precisi, ma stiamo andando fuori tema). Se tanto mi dà tanto, non è che mi fiderei molto dei loro consulenti finanziari :-)

Procedure aziendali

Nella mia sede c’è una porta tagliafuoco (dal vano ascensori alle scale) che è sempre spalancata. Non è poi una cosa così strana, come mi sono accorto ieri mattina quando scendendo le scale l’ho trovata chiusa: la serratura è bloccata e quindi la maniglia non si schiaccia (il maniglione antipanico sì, per fortuna). Sono così risalito le scale, ho chiamato l’ascensore per scendere e aprire la porta. Nell’ascensore c’era anche il tecnico della società di manutenzione, gli ho fatto notare la cosa e lui mi ha risposto “non sono io a gestire quelle porte, devi scrivere a XXX”.

Apro la mail e scrivo a XXX. Risposta: “Come da procedura aziendale le richieste di intervento devono essere veicolate tramite il sistema informatico Crm Facility”. Nessun link al sito, ma io sono un bimbo intelligente e non ci metto troppo a trovarlo. Entro, inserisco debitamente username e password di posta elettronica come indicato, e mi esce un popup: “UserID inesistente”. Eh, sì: il CRM aziendale è destinato a pochi eletti, gli unici che possono fare richieste.

Non so voi, ma a me pare che ci sia qualcosa di fondamentalmente sbagliato se per segnalare quello che in fin dei conti è un problema di sicurezza occorre prima scoprire chi può segnalarlo.

Aggiornamento: (15:30) La richiesta fatta ieri dalla mia collega è stata rifiutata perché di competenza del servizio antincendio e non del fabbro. Continua a sfuggirmi la logica per cui non sia possibile inoltrare una richiesta a un altro servizio.

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