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matematto non praticante

Referendum

Oggi tutti i quotidiani hanno parlato del risultato del referendum ungherese sull’accoglienza di 1500 migranti. Il referendum non ha raggiunto il quorum dei votanti e quindi non ha valore legale, ma il fatto che quasi il 40% dei cittadini ha disciplinatamente votato per non prendersi quei pericolosi figuri significherà con ogni probabilità che il premier Viktor Orbán, che tanto ha una maggioranza sufficiente, si limiterà a far promulgare la legge dal Parlamento anziché farla attivare via referendum. Insomma, non mi pare che ci sia molto da gioire per chi era contrario alla legge.

Non so quanti siano stati i giornali a dare lo stesso risalto al referendum colombiano, che ha bocciato il piano di pace tra governo e combattenti del FARC. Bisogna dire che sembra che le due parti l’abbiano presa bene, e quindi per il momento non ci siano grandi sommovimenti. Però non sono riuscito a capire le vere ragioni della campagna elettorale per il NO fatta dall’ex presidente Uribe, che avrebbe affermato «che l’accordo così com’era stato raggiunto aveva bisogno di correzioni di vario tipo per diventare più equo». Quali sarebbero dovute essere le correzioni? Più processi? Alla fine di una guerra civile durata mezzo secolo forse è meglio lasciar perdere. O è tutta una manovra politica per le prossime elezioni? Ecco, a me sarebbe piaciuto saperne di più su questo referendum. Chiedo troppo? Qualcuno dei miei ventun lettori ha accesso ad altre fonti?

_Eight Days a Week_ (film)

Anche se praticamente in zona Cesarini, sfruttando l’assenza dei bimbi sabato sera Anna mi ha regalato la visione del docufilm di Ron Howard sui concerti dei Beatles (dopo Please Please Me, per la cronaca). Dal mio punto di vista è stato un simpatico ricordo di cose che generalmente conoscevo già, e mi sono stupito di cosa siano riusciti a fare con il concerto allo Shea Stadium, dove le immagini sono nitide e non si sente nemmeno troppo rumore di fondo: come raccontano, per quel concerto la Vox aveva costruito apposta degli amplificatori da ben 100 Watt…
L’altra cosa che mi ha stupito è la qualità delle esecuzioni. Occhei, nel 1966 si erano scocciati e suonavano come veniva, ma nel 1965 l’esecuzione era praticamente impeccabile. A un certo punto Anna mi ha chiesto se avevano mixato la versione dell’LP, perché le sembrava assolutamente identica :-) Capisco che il film è per appassionati e non per il grande pubblico, però devo dire che è stato un buon lavoro.

Renzi a Radio Popolare

Stamattina Matteo Renzi è intervenuto al microfono aperto di Radio Popolare (occhei, tecnicamente era ospite della trasmissione Il Demone del Tardi, ma il risultato pratico è lo stesso). La cosa deve essere stata decisa all’ultimo momento, perché fino a ieri non avevano detto nulla.
Considerato l’ascoltatore tipico di Radiopop e soprattutto il telefonatore tipico, secondo voi Mattero si è cimentato in questa impresa perché è a caccia anche solo di un singolo voto in più per il SÌ al referendum, oppure l’ha fatto perché è un burlone che si diverte in queste circostanze? Vi giuro che io non so decidere.

Autovelox bastardi

Da una vita il limite di velocità su viale Cesare Battisti a Monza (quello che finisce in capo a Villa Reale) è di 70 Km/h. Ieri sera stavamo riportando a casa i settenni che erano stati per il weekend dai nonni, e mi accorgo che dopo l’incrocio della chiesa sulla destra c’è un cartello messo un po’ di sbieco con un limite a 50 all’ora; subito dopo mi accorgo di due lucine lampeggianti e noto un autovelox.
Sicuramente ieri sera non ho superato il limite inopinatamente abbassato: ma leggo che quell’autovelox è stato piazzato a giugno, e non so quante volte io ci sia passato ai 70. Per la precisione, a giugno è stata piazzata la colonnina: se l’articolo del Cittadino di Monza è corretto, il laser c’è solo ogni tanto, e quando c’è ci dovrebbe essere una pattuglia dei vigili.
Il punto è che abbassare il limite in quel pezzo di strada non ha senso, e se proprio vuoi farlo lo fai dall’inizio del viale. Posso provare a immaginare il motivo di quel nuovo limite malsegnalato?

Quizzino della domenica: fiume e truffatori

Sulla sponda di uno di quei classici fiumi da attraversare stavolta troviamo tre truffatori, ciascuno con la sua bella valigia sul cui contenuto non sindacheremo. Il trio ha a disposizione solo una barca che può contenere tre oggetti, dove per “oggetto” si intende una persona oppure una valigia. I truffatori si conoscono bene, e nessuno lascerebbe la propria valigia in balia di un suo collega; però non hanno problemi se la valigia se ne sta sola soletta – o in compagnia di altre valigie, ma senza nessuna persona. Riusciranno i nostri antieroi ad attraversare il fiume?

(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p212.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema di Alexander Shapovalov, tratto dal blog di Tanya Khovanova).

_The Chess Mysteries of Sherlock Holmes_ (libro)

9780394737577Questo vecchio libro di Raymond Smullyan, come dice il titolo (Raymond Smullyan, The Chess Mysteries of Sherlock Holmes, Random House 1979, pag. 171, ISBN 9780394737577), parla di problemi di scacchi. Ma questi problemi sono peculiari, perché le partite giocate sono tutto fuorché serie, pur rimanendo legali. I problemi sono infatti definiti di “analisi retrogada”: partendo dalla posizione mostrata occorre scoprire cosa è successo in passato, se per esempio si può fare un arrocco, oppure capire in quale di due caselle adiacenti bisogna posizionare un pedone, o così via. Essendo necessarie grandi doti di logica, è solo naturale che il protagonista sia Sherlock Holmes con il fidato dottor Watson. Secondo me dopo i primi esempi ci si stanca un po’, ma ci sono chicche tipo il matto che si può solo ottenere con la promozione di un pedone in un pezzo del colore opposto (fino a duecento anni fa non era vietato…) che vale la pena leggere.

Bernardo Caprotti

Se si fa una ricerca su Caprotti qui sul mio blog ritornano altri 21 risultati. Non si può insomma dire che non abbia mai parlato del patron di Esselunga, morto oggi a quasi 91 anni: immagino di tumore, ne parlò un anno e mezzo fa. D’altra parte era facilmente immaginabile che la notizia di alcune settimane fa sulla nomina di un advisor per vendere Esselunga fosse legata a un peggioramento delle sue condizioni, anche se non credevo così improvviso.

Il punto è che Caprotti ha avuto un solo pensiero nella vita: far funzionare i suoi punti vendita come voleva lui. Ha fatto fuori – nemmeno tanto metaforicamente, c’erano ancora cause giudiziarie in corso – i figli di primo letto, nonostante a un certo punto avesse pensato di passare la mano al primogenito Giuseppe. Le lotte contro la Coop, comprese di libro scritto all’uopo (Falce e Carrello) e di sua condanna per diffamazione alcuni mesi fa, sono ben note. I suoi buyer erano delle belve, e se qualche fornitore non era d’accordo lui non ci pensava un attimo a togliere i loro prodotti dagli scaffali. D’altra parte i prezzi di Esselunga sono sempre stati assolutamente concorrenziali e la mia impressione è anche che ai dipendenti chiedesse molto ma offrisse più di altri concorrenti. (Ah, se qualcuno si ricorda della storia della cassiera che se l’era fatta addosso perché non aveva potuto chiedere una pausa, segnalo come la storia è poi finita.) Chissà che succederà adesso ai suoi supermercati.