Un hard disk si deteriora. L’unica speranza è che lo faccia abbastanza lentamente, e che l’utente si sia fatto un po’ di backup (su un altro hard disk, il che ci fa tornare al punto di partenza). L’hard disk del mio PC si è improvvisamente rovinato a febbraio, e il punteggio datogli da Hard Disk Sentinel è sceso da 100 a 66 praticamente di colpo. Nulla di trascendentale, mi diceva che c’erano 56 “settori deboli”, ma tant’è.
Il fatto è che ad aprile il punteggio è risalito a 71, perché i settori deboli sono scesi a 48. La domanda sorge spontanea: come ha fatto? (La seconda domanda a dire il vero è “come cavolo faccio a bloccare quei settori?”)
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Domenica delle salme
Ieri, Domenica delle Palme, in Egitto c’è stata una strage in una chiesa copta. Stamattina un quotidiano, riprendendo il titolo di una canzone di De Andrè, titola in prima pagina “Domenica delle salme” per riferirsi alla strage. Nella rassegna stampa mattutina di Radio Popolare, Luigi Ambrosio si lamenta per quel titolo.
Sarà, ma a me rimane l’idea che se il titolo fosse stato pubblicato dal Manifesto la sua reazione sarebbe stata diversa: invece stavolta è stato Libero.
Non si sceglie più lo sconto
Ieri mattina siamo andati a fare la spesa all’Esselunga :Anna va ai totem del Scegli il tuo sconto (per chi non frequenta Esselunga, si può scegliere tra una serie di prodotti e avete uno sconto ulteriore su alcuni (fino a sei) e torna subito indietro, dicendo che c’era una scritta “Il servizio Scegli il Tuo Sconto non è più disponibile per scelta aziendale”. Controllo sull’app: stessa cosa.
Ho provato a cercare in giro e non ho trovato nulla al riguardo se non l’avviso sul sito e alcuni messaggi su Facebook. Mi chiedo solo come mai questa inversione di tendenza, nonostante altri (se non sbaglio almeno la Coop) li avessero seguiti in questo tipo di offerta che Esselunga aveva introdotto quattro anni fa. Si sono accorti che lo sconto “personale” si vedeva meno, e quindi i prezzi dei prodotti scontabili erano superiori alla concorrenza? L’iniziativa era usata troppo (oppure troppo poco)? Tanto anche senza la buonanima del Bernardo Caprotti mi sa che la segretezza in questi casi sarà totale, quindi potremo solo fare supposizioni.
Quizzino della domenica: i libri più venduti
Nelle classifiche di vendita dei libri che si trovano nei quotidiani, tipicamente si assegnano 100 punti al libro più venduto, e gli altri hanno punteggi relativi a scalare: per esempio un libro che ha venduto la metà delle copie del primo in classifica avrà 50 punti. I punteggi sono sempre arrotondati all’unità: non è però dato sapere se gli arrotondamenti siano per eccesso (quindi un punteggio relativo di 69,01 è arrotondato a 70) oppure all’intero più vicino (69,49 è arrotondato a 69, 69,51 a 70, e diciamo 69,5 anche a 70).
Una settimana i primi cinque libri in classifica avevano questi punteggi: 100, 99, 98, 96, 96. Qual è il minore numero di copie che può aver venduto il primo in classifica per rendere possibile questa classifica? No, la risposta non è “100”.
(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p248.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema originale)
_Famous Puzzles of Great Mathematicians_ (libro)
Non ci crederete, ma i matematici amano giocare con la matematica e creare e risolvere problemi. Ecco la logica alla base di questo libro (Miodrag S. Petković, Famous Puzzles of Great Mathematicians, American Mathematical Society 2009, pag. 325, $38, ISBN 9780821848142): partire dai matematici più o meno noti, ciascuno dei quali ha una microbiografia al termine del testo, e dedicarsi poi ai problemi più o meno classici che si trovano per la prima volta nelle loro opere. Un vantaggio collaterale di questo approccio è sapere finalmente da dove nascono certi problemi, cosa che in matematica non è mai così scontata. I problemi sono divisi in due parti: quelli spiegati direttamente nel testo e quelli per cui bisogna andare alla fine del capitolo per trovare la soluzione (oltre a un’appendice con problemi simili a quelli trattati ma senza soluzione indicata…). In definitiva, un libro che forse non dà nulla di nuovo ma è utile come opera di riferimento.
Poveri bulli
Tempo di gite scolastiche, e tempo dei soliti bullismi e piagnistei, perché l’episodio «È stato uno scherzo. Forse pesante, ma uno scherzo. Lo sbaglio è una punizione tanto severa», così dice una signora, che continua «Parlo a nome di molte delle mamme, anche se non ho figli al liceo» (e questo secondo me la dice già lunga) e che quanto è successo è una di «quelle cose cameratesche che si fanno in caserma.» (dove evidentemente ci è stata. Non avendo io fatto il militare non ho idea di cosa si faccia).
Ma la cosa che mi ha davvero sconcertato è l’accusa ritorta: «E poi vi siete chiesti perché i ragazzi erano soli? Un professore all’ultimo non li ha accompagnati.» Effettivamente quello che non capisco è perché non si sia semplicemente annullata la gita…
Trump e i missili
Al momento l’unica cosa che comprendo è che Donald Trump ha dato l’ordine di lanciare una carica di missili contro la base aerea siriana di Al Shayrat, senza chiedere l’ok al Congresso.
La cosa mi preoccupa non tanto perché non saprei dire chi sono i “buoni” e chi i “cattivi” – in quel contesto mi pare che la cosa più semplice da fare sia chiamarli tutti cattivi – quanto perché non riesco affatto a capire la logica dietro tutta la successione di eventi, dall’attacco iniziale con le armi chimiche a questa risposta. La mia sensazione è che le notizie che si leggono dicono tutto e il contrario di tutto, e la cosa mi disturba: lo so che la verità non è mai da una parte sola, ma in questo caso mi pare ce ne siano troppe di verità.
È più importante l’autore o il lettore?
Riprendo la discussione iniziata nei commenti al post sulla “scrittura dall’oltretomba” con un esempio ancora più paradigmatico dei problemi che un traduttore coscienzioso si trova nel corso di una traduzione.
Sempre in Domare l’infinito di Ian Stewart, a pagina 199 si legge (permettetemi una resa rustica delle formule matematiche)
Per esempio, possiamo definire la funzione esponenziale come
e^z = 1 + z + 1/2 z^2 + 1/6 z^3 + 1/24 z^4 + 1/120 z^5 + …
dove i numeri 2, 4, 6 e così via sono fattoriali: prodotti di interi consecutivi (per esempio 120 = 1×2×3×4×5)
Un lettore appena un po’ attento, anche senza sapere cos’è un fattoriale, si accorge che c’è qualcosa che non va: i numeri 2, 4, 6 si trovano sì nella formula ma in posizioni logiche diverse. Quello che doveva esserci scritto era “i numeri 2, 6, 24 e così via”. Del resto il testo originale (non so quello dell’edizione 2015) scrive esattamente la stessa cosa: “where the numbers 2, 4, 6 and so on are factorials“. Cosa deve fare allora un traduttore? Lasciare pedissequamente il testo originale esprime un’idea di sciatteria: “come? non ti sei neppure accorto di un errore così marchiano?”. Lasciare il testo e aggiungere una NdT (nota del traduttore) che dica “i numeri non sono 2, 4, 6… ma 2, 6, 24” è francamente ridicolo, e dà l’idea che il traduttore voglia mostrare quanto sia figo. La mia scelta sarebbe stata correggere silenziosamente il testo, indicare al redattore italiano il fatto di aver corretto una svista, avvisare l’autore della svista in questione, e pensare amaramente che non solo in Italia la fase di redazione è ormai ridotta ai minimi termini.
Concludo come mia abitudine con due esempi personali. Quando io e Francesco Bianchini abbiamo tradotto Superfici ed essenze, ci siamo trovati svariati esempi “intraducibili” non nel senso che non sapevamo come tradurli, ma la cui traduzione letterale sarebbe stata inutile. A parte che la mia filosofia ritiene che le NdT siano sempre una sconfitta, perché un traduttore davvero bravo deve essere così trasparente da non apparire, in questo caso la soluzione è stata favorita dal fatto che il libro era uscito contemporaneamente in inglese e in francese, e le due versioni non erano affatto identiche, come spiegato del resto all’interno del libro (dei libri?). Così ci siamo permessi il lusso di usare ogni tanto la versione francese anziché quella inglese, e in alcuni casi in cui le due versioni erano diverse ci è anche capitato di creare una nuova versione, pensando a come l’avrebbero scritta Hofstadter e Sander se avessero pensato di pubblicare in italiano. Inutile dire che quei testi sono stati sottoposti agli autori per l’approvazione.
Dall’altra parte della barricata, dovete sapere che prima di consegnare il manoscritto di un libro io lo faccio sempre leggere non solo a qualche fidato lettore alfa per vedere se è abbastanza comprensibile, ma anche a un matematico per controllare che io non abbia scritto delle cazzate; il tutto proprio perché so che non posso fidarmi più di tanto della redazione editoriale. Un guaio dello scrivere di matematica, come dicevo sopra. Bene: in Matematica in pausa pranzo a pagina 22 trovate scritto
Siamo così dovuti passare all’analisi matematica, e affermare che la somma 1 + 1/2 + 1/4 + 1/8 + … deve essere 1, […]
come mi è stato fatto notare da alcuni lettori. Bene. Secondo voi, nell’improbabile caso che il libro venisse pubblicato in un’altra lingua, cosa dovrebbe fare il traduttore?