Ieri Ugo mi ha mandato una simpatica notiziola. In una delle FAQ di MSDN si può leggere questo testo:
Q: What is a .WIM file?
A: According to Wikipedia, a .WIM file “is a file-based disk image format. It was developed by Microsoft to deploy its latest Windows operating system releases, Windows Vista and Windows Server 2008, which use it as part of their standard installation procedure. It works equally well with legacy versions of Windows however, and is used as part of Windows Fundamentals for Legacy PCs.”
Detto in altro modo: Microsoft ha definito un formato in uso con i suoi sistemi operativi; però preferisce usare una fonte esterna per spiegare cos’è. Non si sa mai che qualcuno non riesca a capire la documentazione interna Microsoft…
Archivi autore: .mau.
notizie alla rovescia: le pensioni si svaluteranno
Avessi trovato questo articolo sul Sole-24 Ore, non mi sarei stupito. Anche Libero / il Giornale sarebbero stati adatti, e probabilmente anche il Corriere. Invece no: sta su Repubblica.
L’articolo racconta di «un corposo studio voluto ed elaborato dal Cnel e dal Cer» – e già mi piacerebbe sapere cosa diavolo sia il Cer, ma si sa che l’italica stampa non si degna di mettere i link ai documenti che cita, non fosse mai che qualcuno smettesse di leggere i loro articoli – dal quale si evincerebbe che «chi può avvalersi a pieno del sistema retributivo va oggi in pensione con il 67 per cento dello stipendio»: considerando che si calcola la media degli ultimi dieci anni di stipendi e che in questi anni gli stipendi stessi non sono poi cresciuti più di tanto, posso immaginare che si parli di chi va in pensione con 35 anni di anzianità. Invece la percentuale dello stipendio di «chi lascerà il lavoro fra il 2040 e il 2050 [sarà] solo del 48.» Non si sa bene come sia stato calcolata questa cifra: o meglio lo si sa, perché l’articolo aggiunge che il poveretto che ha iniziato a lavorare adesso per avere la stessa percentuale di pensione dovrebbe lavorare «cinque anni e mezzo in più (che si aggiungerebbero al 61 anni considerati età minima pensionabile». Questo significa che si tiene conto del taglio delle pensioni per chi esce prima dei 65 anni.
Inutile dire che tutti questi conti sono assolutamente campati in aria, non foss’altro che perché i coefficienti di rivalutazione dei contributi dovrebbero essere aggiornati a seconda della variazione della durata della vita: la riforma pensionistica infatti parte dal banale principio che non essendoci più una crescita esponenziale del numero di lavoratori non ci si può più permettere il lusso di pagare i pensionati attuali con i soldi dei lavoratori attuali, ma sarà il singolo lavoratore che in un certo senso deve far mettere da parte i soldi per la sua pensione. Questo, volenti o nolenti, è un fatto: ma andare a intervistare il «professore di Scienza delle Finanze all’Università di Bolonga (sic)» e fargli dire che «Questo quadro nasce dalle riforme Amato e Dini» in maniera tale che il lettore disattento legga “è colpa di Amato e di Dini”. Sì, è colpa loro: ma in collaborazione col sindacato che non ha accettato di partire subito col sistema pensionistico misto per paura di perdere i consensi che tanto ha perso lo stesso.
Uno spam che forse sarebbe anche utile
Tra i messaggi di spam che gmail nasconde alla mia vista ieri ce n’è stato uno di titolo “The World’s Most Comfortable Jaw Supporter” che vendeva “Them (sic) Most Effective Anti-Snoring Product!”
Oggettivamente l’oggetto – che potete vedere qua, non garantisco su cookie vari – è praticamente una fascia che si mette intorno alla testa come nelle vignette dove uno ha il mal di denti: roba che a me non serve a nulla, visto che sono capace a russare a bocca chiusa, ma magari a qualcuno potrebbe servire. L’unica cosa che mi ha stupito è che Gmail ha deciso che il messaggio era phishing, mentre era un banale spam: l’indirizzo indicato in chiaro era effettivamente quello a cui uno veniva mandato. Bah, misteri.
BikeMi
Oggi nel tardo pomeriggio mi è capitato di attraversare Milano per andare a sentire una conferenza alla biblioteca Vigentino. Mentre sfrecciavo col mio bolide saltellando sul pavè sempre più sconnesso, mi sono accorto che le biciclette di BikeMi vengono davvero usate! Ci saranno state sette-otto persone che ci pedalavano tranquillamente; a voi sembreranno poche ma vi assicuro che per una città come Milano è un grande risultato.
Che poi io non abbia fatto l’abbonamento è un altro conto :-)
Perché i lavoratori non votano più a sinistra?
Magari qualcuno si chiede come sia possibile che tra gli operai, secondo questo sondaggio del Sole-24 Ore, il PdL avrebbe il doppio delle intenzioni di voto del PD. A parte che io mi stupisco che tra i laureati il PD abbia il 28,2% contro il 27,2 del PDL, e che i primi dati del sondaggio non dicono quanti tra gli operai votino davvero a sinistra e non al centro, la mia sensazione è che la cosa non è così strana.
Faccio un esempio molto personale: in questi giorni si stanno svolgendo in Telecom le elezioni delle RSU. Ho visto soltanto un sindacato fare volantinaggio: l’UGL, insomma il sindacato azzurro. CGIL e CISL si sono limitati a mandare un po’ di volantini, la UIL (e stranamente i Cobas, ma forse la mia sede è un po’ fuori dagli standard) nemmeno quello. La forza del PCI erano le sezioni, e i volontari che andavano a fare proselitismo implicito con il loro esempio: adesso al più forse vanno a fare i volontari agli stand gastronomici delle feste dell’Unità, e il loro posto sul territorio è stato preso da altri. Ora, già la gente in genere preferisce chi dà loro ragione: ma soprattutto preferisce coloro con i quali riesce a parlare, e non per nulla la Lega sta crescendo a livelli ancora maggiori del 1994.
La diffusione del contagio
Dalle undici ad ora (quindi in sei ore e mezzo) sono arrivate sul queste notiziole 214 richieste con la stringa “influenza suina”.
Considerando che il numero di infettati in queste due settimane in tutto il mondo è ben minore dei morti in incidenti stradali nello stesso periodo, è chiaro che il vero contagio lo si ha per via internet.
_Donna o tigre?_ (libro)
 Altra ristampa di uno dei tanti libri di Smullyan, anche questo (Raymond M. Smullyan, Donna o tigre? [The Lady or the Tiger? and other logic puzzles], RBA Italia 2009 [1948, 1992], pag. 184, € 9,99, trad. Stefano Evangelisti) parte con una serie di problemini da risolvere con la logica, valutando i vari indizi che sono forniti e arrivando a volte ai metaindovinelli, quelli cioè che si possono risolvere senza sapere la risposta a una domanda specifica, ma sapendo che – se la si sapesse – allora lo si potrebbe risolvere. Un po’ contorto, ma la logica a volte lo è. La seconda parte del libro tratta invece di uno dei cavalli di battaglia di Smullyan, il teorema di Gödel: come già in altri suoi libri, vengono fatti alcuni esempi che man mano portano a un teorema di tipo Gödel in un ambiente ridotto, legati alla costruzione di macchine che seguano una certa logica. In questo caso si fa notare la differenza tra teorema vero e teorema dimostrabile, e si arriva anche al problema dell’halting. Come già negli altri casi, un libro per gli amanti della logica, anche se non facilissimo da seguire. Nota: all’interno del libro il nome del traduttore (che ho ricavato dall’edizione originale Zanichelli) non è indicato, e questo non è bello. La traduzione di Stefano Evangelisti in sé è comunque buona, anche se un po’ datata; c’è uno svarione con le figure a pagina 12 e 16 invertite, ma non penso sia colpa sua.
VotAntonio versione 2009
Sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico. Ma io sono diabolico: così, dopo la trombatura di tre anni fa, anche quest’anno mi candido per le RSU Telecom (unità produttive di Milano), nelle elezioni che si terranno domani e giovedì.
Anche stavolta sono nelle liste FISTel-CISL, nonostante Anna mi continui a chiedere come faccia a stare nello stesso sindacato di Bonanni. Onestamente me lo chiedo anch’io; è anche vero che su queste cose io guardo con una prospettiva davvero di basso livello, vale a dire quello che accade vicino a me, e continuo a trovarmi meglio con un approccio più morbido come quello appunto della Cisl. Per il resto so che a parte il pacchetto dei miei colleghi qui in ufficio non mi conosce nessuno, e non ho certo fatto campagna elettorale; la mia presenza in lista è più che altro una questione di principio, per dire “io non me ne frego”.