È vero: sono parecchi anni che manco dal Salone del Libro. In passato però l’ho sempre frequentato con molta attenzione, saltando a piè pari gli stand dei grandi editori – tanto mi bastava passare in libreria per vedere le loro novità – e dedicandomi ai piccoli. Posso assicurarvi che in mezzo al marasma di stand che spesso con i libri non avevano nulla a che fare ci sono sempre stati editori di destra estrema, di quelli insomma che nascondono le spranghe dietro un doppiopetto e fanno mostra di essere “alternativi” e “fuori dal coro”. (Nota tecnica: stare sempre alla larga da chi dice di essere fuori dal coro. Se sei costretto ad affermarlo esplicitamente, significa che hai solo schifezze)
La settimana scorsa ho scoperto, “grazie” all’italica stampa, che c’è una nuova casa editrice che si chiama Altaforte ed è stata fondata dal casapoundista Francesco Polacchi. Insomma Altaforte pesca nello stesso ambiente di estrema destra, tanto che nel loro sito c’è una sezione “LA CASA DEGLI EDITORI” con nomi di editori a me più noti tipo Il Primato Nazionale e Bietti. Il catalogo di Altaforte mi pare dello stesso tipo di quelli degli editori destrorsi di cui sopra. Però… Però Altaforte pubblicherà in occasione del Salone del Libro un libro di Salvini. No, diciamola giusta: pubblicherà un libro con “cento domande e cento risposte” all’attuale vicepresidente del Consiglio dei ministri, ministro dell’Interno e stakanovista degli incontri elettorali, scritto da una giornalista del Giornale, con prefazione di Maurizio Belpietro dell’ossimorica Verità e a cura dell’attivista di CasaPound Vincenzo Sortino. Insomma tutta gente che a Salvini piace molto, o almeno lui ci ha fatto sempre sapere così: non escludo neppure a priori che non sia stato un gentile omaggio per interposta persona (leggi, far fare loro un po’ di soldi oltre che di pubblicità).
Però noi siamo in Italia. Avete presente qual è il valore del mercato librario. Anche ammesso che frotte di ammiratori dell’omo de panza avessero comprato il libro, la probabilità che si fossero interessati delle altre opere pubblicate da Altaforte sarebbe stata minima. Sarebbe insomma successo quello che capita sempre: un flop. E invece stavolta non è così: fioccano le disdette per il Salone da parte di chi probabilmente è sinceramente convinto che questo sia il primo anno in cui partecipa un editore fascista. Ci credo che dalle parti di CasaPound gongolino: più sdoganamento di così non ce n’è, e soprattutto riescono a non far notare le loro spranghe ma appunto a darsi una patina di vittime culturali. Continuo a pensare che forse costoro stanno facendo il gioco dei fascisti che su queste cose ci sguazzano.