«Siamo alla follia – aggiunge Salvini – si perseguono gli italiani e i vocaboli usati. Io sono andato a controllare sulla Treccani il termine, onde evitare fraintendimenti… Basta leggere un dizionario della lingua italiana». Così dice il leader della Lega Nord, almeno secondo Il Secolo d’Italia.
In effetti se uno va sul dizionario Treccani trova scritto «immigrato clandestino, che entra in un paese illegalmente (anche sostantivato: le stime dei clandestini in Italia). Se però andiamo a vedere la legge sul’immigrazione (quella che nacque come Martelli, fu modificata con la Turco-Napolitano e la Bossi-Fini, e alla quale fu poi tolto il reato di immigrazione clandestina) scopre che l’articolo 11, comma 6, non parla di clandestini ma di “stranieri che intendano presentare domanda di asilo”. D’altra parte, il lemma che Salvini afferma di aver controllato comincia con le parole «Che è fatto di nascosto, e si dice per lo più di cose fatte senza l’approvazione o contro il divieto delle autorità» (sì, è sempre la stessa accezione. C’è anche una seconda accezione, «2. In botanica, detto di fiore che resta chiuso e nel quale avviene l’autoimpollinazione; sinon. di cleistogamo.», ma direi che non è il nostro caso), e il De Mauro aggiunge che clandestinità è «. condizione di chi si trova in una situazione di illegalità ed è costretto a vivere nascosto, celando la propria identità». Ora immagino che siate tutti d’accordo che non è banale avere una domanda di asilo e al contempo vivere nascosti e celare la propria identità, e che se è il prefetto che ti manda da qualche parte – com’era nel caso in questione – è difficile dire che si stia andando contro il divieto delle autorità. La domanda che resta sospesa è: ma Salvini parte dal principio che i suoi elettori il vocabolario non lo leggano?
Ultimo aggiornamento: 2017-04-18 10:01