Salvini e i vocabolari

«Siamo alla follia – aggiunge Salvini – si perseguono gli italiani e i vocaboli usati. Io sono andato a controllare sulla Treccani il termine, onde evitare fraintendimenti… Basta leggere un dizionario della lingua italiana». Così dice il leader della Lega Nord, almeno secondo Il Secolo d’Italia.

In effetti se uno va sul dizionario Treccani trova scritto «immigrato clandestino, che entra in un paese illegalmente (anche sostantivato: le stime dei clandestini in Italia). Se però andiamo a vedere la legge sul’immigrazione (quella che nacque come Martelli, fu modificata con la Turco-Napolitano e la Bossi-Fini, e alla quale fu poi tolto il reato di immigrazione clandestina) scopre che l’articolo 11, comma 6, non parla di clandestini ma di “stranieri che intendano presentare domanda di asilo”. D’altra parte, il lemma che Salvini afferma di aver controllato comincia con le parole «Che è fatto di nascosto, e si dice per lo più di cose fatte senza l’approvazione o contro il divieto delle autorità» (sì, è sempre la stessa accezione. C’è anche una seconda accezione, «2. In botanica, detto di fiore che resta chiuso e nel quale avviene l’autoimpollinazione; sinon. di cleistogamo.», ma direi che non è il nostro caso), e il De Mauro aggiunge che clandestinità è «. condizione di chi si trova in una situazione di illegalità ed è costretto a vivere nascosto, celando la propria identità». Ora immagino che siate tutti d’accordo che non è banale avere una domanda di asilo e al contempo vivere nascosti e celare la propria identità, e che se è il prefetto che ti manda da qualche parte – com’era nel caso in questione – è difficile dire che si stia andando contro il divieto delle autorità. La domanda che resta sospesa è: ma Salvini parte dal principio che i suoi elettori il vocabolario non lo leggano?

Ultimo aggiornamento: 2017-04-18 10:01

5 pensieri su “Salvini e i vocabolari

  1. Licia

    Nell’ordinanza si legge:

    Il termine “clandestino”, alla luce dei rilievi che verranno di seguito svolti, ha una valenza denigratoria e viene utilizzato come emblema di negatività. Infatti: il termine “clandestino” contraddistingue il comportamento delittuoso (punito con una contravvenzione) di chi fa ingresso o si trattiene nel territorio dello Stato, in violazione delle disposizioni del T.U. sull’immigrazione; con l’epiteto di “clandestino” si fa chiaramente riferimento ad un soggetto abusivamente presente sul territorio nazionale ed è idoneo a creare un clima intimidatorio (implicitamente avallando l’idea che i “clandestini”, non regolarmente soggiornanti in Italia, devono allontanarsi).

    Prima di leggere l’ordinanza avevo immaginato che clandestino fosse un termine legale (lessico specialistico) e quindi avesse un significato giuridico specifico, con tutte le implicazioni del caso, e che invece i leghisti l’avessero usato come parola (lessico generico). Ma, come hai già evidenziato, non se ne trova traccia nelle leggi citate e l’ordinanza non mi ha chiarito i dubbi, anzi, da persona che non ha competenze giuridiche l’ho trovata piuttosto nebulosa anche dove vengono fatte osservazioni linguistiche.

    1. .mau. Autore articolo

      infatti la legge parla di immigrazione clandestina, non di clandestini (uffa, tra l’altro il link è scaduto, devo cercare tutti i dati di nuovo e correggere); e i richiedenti asilo sono messi comunque come eccezioni.

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