Archivi annuali: 2017

Alfredo Persivale

A volte il destino sa essere beffardo. A meno di un giorno dalla morte di Agostino De Matteis ci ha lasciato anche Alfredo Persivale, uno storico sysop della rete Fidonet (il suo nodo era Fido Milano). In questo caso la notizia era aspettata, perché sapevamo che Duccio aveva un tumore a uno stadio avanzato; la situazione è però precipitata in questi ultimi giorni.
Non posso dire di essere stato un suo amico stretto. (Ok, non è quella la scusa per cui l’anno scorso non sono andato alla sua festa di compleanno; è stato solo perché non ne ho avuto il coraggio). Però era come un amico di famiglia: chi non ha vissuto i tempi di Fidonet non può probabilmente capire le relazioni digitali che si intessevano in quegli anni, tra persone di idee diverse ma tutti accomunati da quella passione al tempo così minoritaria che non era neppure osteggiata.

Ultimo aggiornamento: 2017-04-02 13:15

Quizzino della domenica: Octopus’s Garden

In Piovrolandia ci sono polpi con sei, sette od otto tentacoli. I polpi con sette tentacoli mentono sempre, mentre quelli con sei oppure otto tentacoli dicono sempre la verità. Un giorno, quattro polpi si incontrano per strada.
Il polpo blu dice “Tutti insieme abbiamo 28 tentacoli”.
Il polpo giallo dice “Tutti insieme abbiamo 27 tentacoli”.
Il polpo verde dice “Tutti insieme abbiamo 26 tentacoli”.
Il polpo rosso dice “Tutti insieme abbiamo 25 tentacoli”.

Quanti tentacoli ha ciascun polpo?

(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p247.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da Puzzling Stack Exchange)

Ultimo aggiornamento: 2017-04-28 12:37

Agostino De Matteis

Fine anni ’80 del secolo ventesimo. Internet era ufficialmente nata da un paio d’anni, e cominciavano a spuntare timidamente i primi provider commerciali… negli USA, naturalmente. Da noi, a parte i pochissimi fortunati che potevano arrangiarsi con le connessioni universitarie, gli sparuti interessati alla connessione telematica usavano Fidonet, una rete amatoriale che funzionava a telefonate e modem a poche migliaia di bit al secondo di velocità di connessione.

Tra gli amici che mi sono fatto in quegli anni c’era Agostino De Matteis. Informatico varesino, capigliatura molto poco probabile, ma soprattutto una conoscenza enciclopedica sui temi più svariati, ai tempi in cui Wikipedia mica esisteva. Il consenso generale era che non poteva esserci un singolo Agostino, ma una serie di cloni, ciascuno specializzato in un campo specifico, che tutti insieme formavano la “Fondazione De Matteis”: da allora per tutti lui era la Fondazione. Ci si è trovati qualche volta a Milano per i Librimeeting, giro turistico delle librerie quando Amazon non esisteva e quindi bisognava arrangiarsi in modo analogico; ci si sentiva regolarmente su Facebook, soprattutto per strisce come Pearls Before Swine e Bloom County.

Ieri sera ha avuto un infarto intestinale: un’operazione d’urgenza non è servita a nulla ed è morto in nottata. Agostino era single e viveva da solo: mi diceva il nostro comune amico Alessandro che l’ospedale ha dovuto chiamare la questura per contattare i suoi parenti :-(

Ultimo aggiornamento: 2017-04-01 13:12

_Ingegni minuti_ (libro)

Gli “ingegni minuti” che danno il titolo a questo libro (Lucio Russo ed Emanuela Santoni, Ingegni minuti : una storia della scienza in Italia, Feltrinelli 2010, pag. 509, € 30, ISBN 9788807104633) sono il nome spregiativo che Giovanbattista Vico dà ai cultori della scienza italiani, in contrapposizione alla (sua) frequentazione della metafisica; la definizione è poi stata ripresa da Benedetto Croce, uno che si compiace di non sapere praticamente nulla di matematica, e che è poi stato un modello di ruolo per generazioni di italiani. Questo dovrebbe darvi un’idea del taglio di questo libro; Russo e Santoni hanno scritto un’opera monumentale, recuperando centinaia di nomi di scienziati italiani (rectius, che hanno operato in Italia) dal Duecento alla seconda metà del secolo scorso,e che mi erano per la maggior parte ignoti. Ma la parte più interessante del libro sono le tesi di storia e filosofia della scienza, che presumo essere per massima parte di Russo. Passiamo da un’esplicita negazione del concetto kuhniano di rivoluzione sciientifica, mostrando come la storiografia per incensare Galileo e Fermi tralascia scientemente il contesto in cui sono sorti, a una spietata analisi del milieu scientifico italiano, legato prima alla frammentazione nazionale e poi a una politica volutamente minimalista. In pratica la ricerca in Italia era al top nell’Umanesimo e nel Rinascimento perché per farla bastavano il mecenatismo dei signori locali; quando nel Settecento nascono gli stati unitari la produzione italiana si specializza in temi più individualisti e facili da gestire da soli; dopo la seconda guerra mondiale l’Italia ha perso ogni interesse alla ricerca applicata, pensando che costasse troppo, e ha man mano tolto fondi a quella pura, perché senza applicazioni non se ne capisce la necessità. Il libro si chiude insomma in modo davvero pessimista.

Ultimo aggiornamento: 2017-04-01 12:26

Funerali e domenica

Stamattina ho sentito della diatriba sull’ordinanza della sindaca Appendino per la domenica senz’auto, ordinanza che non avrebbe permesso di far girare i carri funebri. Il mio primo pensiero è stato “ma di domenica mica si fanno funerali!” al che Anna mi ha subito zittito rammentandomi che non si fanno funerali cattolici, ma per un musulmano la cosa può essere diversa: e in effetti se non ricordo male il funerale per un islamico dovrebbe essere tenuto entro 24 ore dalla morte. Non so come funzionino effettivamente le cose, ma sicuramente ho peccato di pregiudizio.

Detto questo, l’articolo della Busiarda dice qualcosa di diverso, però. Ecco la citazione (grassetto nell’originale):

«Una querelle si è aperta ieri a proposito dei mezzi in dotazione alle imprese di pompe funebri, che chiedevano di estendere la deroga valida per i carri funebri anche agli altri mezzi di loro proprietà. Questo perché di domenica non si celebrano funerali (dunque niente carri) ma il personale delle onoranze funebri si deve muovere per trasportare attrezzature a casa dei defunti o nelle camere mortuarie degli ospedali.»

Le cose insomma sono ben diverse da quello che avevo sentito per radio. Quello che invece non cambia da una giunta all’altra è che l’opposizione si lamenta sempre a prescindere: stavolta è il capogruppo PD a cavalcare l’onda della protesta…

Ultimo aggiornamento: 2017-03-31 10:26

Scrivere dall’oltretomba

Grazie ai buoni uffici di MediaLibraryOnLine, sto leggendo Domare l’infinito di Ian Stewart. A un certo punto mi sono trovato questa frase:

In seguito, Fermat intraprese le sue ricerche; le mise per iscritto nel 1629 ma le pubblicò soltanto cinquant’anni dopo, con il titolo di Ad locos planos et solidos isagoge.

Tutto molto bello, se non fosse per il fatto che cinquant’anni dopo il 1629 siamo nel 1679 e Fermat morì nel 1665. Ora, al giorno d’oggi non è strano pubblicare da morti, e anche tornando indietro nel tempo non ricordo per quanti anni dopo la sua morte vennero pubblicati articoli di Eulero. Però spero che voi concordiate con me che un conto è avere pubblicata una propria opera, altra cosa è pubblicarla

Detto questo, mi affretto ad aggiungere che il testo originale recita

Having done this, Fermat embarked upon his own investigations, writing them up in 1629 but not publishing them until 50 years later, as Introduction to Plane and Solid Loci.

e quindi quello che ha scritto per primo la castroneria è stato Stewart. Ma è anche vero che io, nel caso avessi tradotto il libro, avrei silenziosamente corretto la frase in “furono pubblicate”. Un traduttore ha degli obblighi morali nei confronti dei suoi lettori. In fin dei conti il titolo del libro era già stato giustamente riportato alla lingua originale di pubblicazione…

Ultimo aggiornamento: 2017-03-30 09:53

TAP e ulivi

Lunedì scorso il Consiglio di Stato ha sentenziato che la valutazione di impatto ambientale sul gasdotto TAP è stata fatta correttamente. La notizia è stata accolta con la consueta alzata di spalle da attivisti no-TAP e governatore Emiliano, e immagino che si ricomincerà la Grande Lotta Popolare per evitare l’espianto dei 231 (duecentotrentuno) ulivi secolari sul percorso del gasdotto.

Anche ammesso che gli ulivi non potranno essere ripiantati (in loco o altrove), mi pare di ricordare che quelli infestati dalla xylella siano molti, molti di più: aggià, ma quelli infatti non sono stati tolti, perché basterà eliminare le scie chimiche e risorgeranno più belli che pria. La mia impressione è però che la diatriba non sia tanto ambientalista quanto politica, esattamente come per il referendum dello scorso anno voluto dalle regioni per forzare la mano contro lo stato.

Ultimo aggiornamento: 2017-03-31 12:11

In difesa del ministro Poletti

Tra i ministri del governo Renzi-Gentiloni, Poletti non è forse tra i migliori. Beh, diciamo che l’applicazione del metodo Cencelli a una coalizione un po’ raffazzonata in un tempo storico in cui si privilegia l’apparire al fare non ha dato risultati eclatanti. Ma a parte le litoti, Poletti assurge spesso agli onori della cronaca per le sue uscite, e ieri è successo di nuovo: tutti a lamentarsi su Facebook per il suggerimento del ministro di giocare a calcetto (con le persone giuste) per trovare lavoro anziché studiare. Sarebbe stata la rovina per quelli come me che odiano il calcio: mi veniva quasi da chiedere se potevo almeno passare alla pallacanestro.

Poi stamattina a Radio Popolare ho sentito esattamente cosa ha detto, e non è esattamente così. Poletti ha rimarcato una cosa che è ovvia non solo in Italia ma anche all’estero: più che i curricula, il “rapporto di fiducia” che è alla base del rapporto di lavoro lo si trova giocando a calcetto. Come vedete, lo studiare non entra proprio nel discorso, e immagino sia dato per scontato. D’altra parte tutti coloro che si lamentano delle frasi di Poletti non hanno che da andare a fare e vincere un concorso, dove non contano né il calcetto né i curricula.

Alla fine del servizio radiofonico, però, ho forse capito la ragione di tanto odio. Nel campo politico si solo lamentati i transfughi PD (che hanno trovato lavoro cominciando a fare i portaborse) e i pentastellati (che l’hanno trovato scrivendo a beppegrillo™). Nemmeno loro giocavano a calcetto.

Ultimo aggiornamento: 2017-03-28 09:22