Archivi annuali: 2017

Cattocomunisti!

Giovedì prossimo viene pubblicato un libretto che raccoglie tre discorsi di papa Francesco. Mi stupisce un po’ che l’editore non sia la LEV (quella vaticana, insomma), ma tant’è: in fin dei conti non è un’opera dogmatica, e anche le Ultime conversazioni di Benedetto XVI sono state pubblicate da editori laici.

Ma non mi aspettavo proprio che il libro potesse uscire in edicola per il manifesto ;-)

Ultimo aggiornamento: 2017-09-29 10:25

Ofo: prova su strada

A Milano ormai è più facile trovare una bicicletta che un parcheggio. Alla ormai classica BikeMi si sono infatti aggiunti due servizi “a flusso libero”, di quelli cioè simili al car sharing: si prenota una bici con la app o la si prende al volo, e poi la si lascia dove si vuole. MoBike non lo provo nemmeno: essendo io alto un metro e 93, quelle bici mi sembrano da puffi (e comunque l’app è bloccata dal mio APN aziendale, e cambiare APN è uno sbattimento). Restano le bici gialle di Ofo, anch’esse cinesi. Fino a fine mese sono usabili gratuitamente, così ieri – visto che dovevo andare in un posto scomodo con BikeMi – ho provato a prenderne una. In realtà non ci sono riuscito: è vero che non ho provato a prenotarla, ma l’app me ne indicava una in via Appiani che non ho affatto visto. La mia sensazione è che l’app non sia aggiornata in tempo reale, il che non è molto bello. Anche per rientrare a casa non sono riuscito a trovare nulla in san Babila, anche se ne venivano indicate tre; alla fine ho lasciato perdere e mi sono preso una BikeMi. Ma stamattina il destino cinico e baro mi ha dato una seconda opportunità. La stazione BikeMi di Maciachini era fuori servizio, e quella di Stelvio/Farini mi dava errore, quindi ho di nuovo tirato fuori il furbofono alla caccia di una bici. Di nuovo quella in piazza Pasolini non era pervenuta, ma andando verso la san Pio X ne ho finalmente vista una tutta sola soletta all’angolo della strada.

Per sbloccare la bici occorre avere il Bluetooth attivato. Pensavo fosse un modo per sincerarsi di non lasciare la bicicletta incustodita, ma visto che a quanto pare si può anche digitare a mano il codice della bici non è così. Mistero. La sella si può alzare un po’ più di quella di MoBike, ma non quanto vorrei; le gomme piene sono una tragedia sul pavè tipo in piazza Principessa Clotilde, e bisogna insomma abituarsi. Dal punto di vista positivo, il cambio funziona bene e il rapporto duro è davvero duro, facevo fatica a ripartire tanto che alla fine passavo alla seconda; insomma se si vuole si raggiunge una discreta velocità. Il meccanismo di blocco funziona bene anche per la chiusura; la bici sembra robusta – ma è ovviamente ancora nuova. L’app alla fine ti segnala quanto hai pagato (in questo caso zero) e quanto tempo hai usato la bici (non il percorso specifico, però); si può pagare con carta di credito o di debito. Ho notato che al momento ho un coupon di due euro che scade tra due mesi: immagino sia il regalo di primo uso.

Devo infine segnalare una povertà assoluta del sito e dell’app; è virtualmente impossibile trovare informazioni puntuali, anche su cose banali tipo “qual è l’area in cui si può usare la bici?”. Notate che ne sono state avvistate a Sesto San Giovanni e Cinisello. Spero in un miglioramento anche da questo punto di vista.

Ultimo aggiornamento: 2019-04-01 17:33

_L’ultima equazione_ (libro)

“Herr Doktor”, Albert Einstein, era alla fine riuscito a creare una teoria del tutto: ma resosi conto del suo potenziale distruttivo qualora fosse caduta nelle mani sbagliate non la pubblicò mai e ne comunicò qualche parte ai suoi assistenti degli ultimi anni. Cinquant’anni dopo, qualcuno scopre la cosa e cerca di recuperare quelle formule… Questa è la trama alla base di questo libro (Mark Alpert, L’ultima equazione [Final Theory], Tea 2010 [2008, 2009], pag. 376, € 8,90, ISBN 978-88-502-2166-0, trad. Roberta Zuppet); ma possiamo tranquillamente dire che è solo una scusa per un romanzo d’azione con colpi di scena a ogni pagina e tanto, tanto sangue. Alpert scrive per Scientific American, e il suo lavoro, come dice nei ringraziamenti, è quello di semplificare le formule matematiche per i lettori della rivista, quindi la parte scientifica è a prima vista sensata (e tradotta bene da Roberta Zuppet); ma diciamo che nessuno sta a controllarla, come nessuno si mette a verificare i buchi nella trama anche perché l’autore non lascia il tempo di pensarci su. Una bella lettura leggera, in definitiva.

Ultimo aggiornamento: 2017-11-19 18:01

incoerenze

Nei supermercati si trovano spesso sacchetti di plastica molto leggera che servono per frutta e verdura. Non ho bene capito come siano considerati legalmente, ci sono scritte tipo “non per asporto” che immagino siano dovute alla legge che impone sacchetti per la spesa biodegradabili, e comunque sono troppo leggeri per essere usati nella spesa.
Bene: ieri all’Esselunga fighetta di Porta Nuova ho visto che quei sacchetti erano fatti in MaterBi e quindi con la certificazione “si può gettare nell’umido” (sono sempre fragilissimi, tranquilli). Tutto bene? beh, non troppo. Finché il tagliandino con il prezzo non sarà biodegradabile, bisogna comunque staccarlo via prima di buttare il sacchetto. Ufficio complicazione affari semplici :-)

eresie e luteranesimo

Aggiungo una postilla al post precedente: stamattina mi sono dimenticato di aggiungere. C’è un paragrafo che mi ha davvero incuriosito. Non è quello che pilatescamente afferma «I firmatari non si azzardano a giudicare il grado di consapevolezza con il quale Papa Francesco ha propagato le 7 eresie elencate»: dal mio punto di vista è persino peggiore dell’affermare esplicitamente che il papa è eretico, ma tant’è. Né naturalmente è quello sul modernismo, che è l’equivalente veterovaticano dei “poteri forti” che sono sempre contro tutto. No, il paragrafo è questo:

«La seconda causa della crisi è l’apparente influenza delle idee di Martin Lutero su Papa Francesco. La lettera mostra come Lutero, il fondatore del Protestantesimo, abbia idee su matrimonio, divorzio, perdono e legge divina che corrispondono a quelle che il papa ha promosso mediante parole, atti e omissioni. Si mette in evidenza anche la lode esplicita e senza precedenti attribuita da Papa Francesco all’eresiarca tedesco.»

Lutero è un eresiarca, almeno dal punto di vista cattolico (e ortodosso): su questo non ci piove. Non mi pare che sia mai stata tolta la sua scomunica. Detto questo, se fosse stato portato avanti di mezzo millennio e avesse visto cosa succede oggi, secondo me penserebbe che la Chiesa da lui pensata fosse la cattolica e non la luterana (per non dire degli altri evangelici). Il punto è sempre il solito: quando c’è uno strappo (le 95 tesi) le due parti tendono ad allontanarsi il più possibile per rimarcare le differenze. Solo che nei secoli successivi i cattolici hanno riconosciuto che alcune delle istanze iniziali di Lutero erano sensate e le hanno in un certo senso accolte, mentre i luterani si sono spostati sempre più verso un modello diverso.

Nel merito, indubbiamente il matrimonio luterano non è un sacramento; ma il divorzio luterano non è almeno in teoria troppo diverso dallo scoprire che mancavano i presupposti per il matrimonio. Per il perdono e la legge divina mi limito a segnalare la Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione firmata ad Augusta nel 1999… che naturalmente è aborrita dai tradizionalisti, come si può leggere per esempio qui. Ma come dicevo stamattina, il fedele tipico di tutte queste cose non si preoccupa affatto :-)

Ultimo aggiornamento: 2017-09-26 20:18

eresie papali

Forse avete sentito parlare della “correzione formale” contro quanto scritto da papa Francesco nella sua esortazione Amoris Laetitia, firmata inizialmente da quaranta (al momento le firme sono salite a 79) tra prelati, teologi e “persone informate sui fatti”: se volete potete leggerla nel sito appositamente messo su e finanche aggiungere la vostra firma, proprio come su change.org. In pratica questi signori, anche se si professano devoti cattolici, stanno dicendo che le affermazioni papali sono eretiche.

Di per sé sono abbastanza certo che da qualche parte nel diritto ecclesiastico sia contemplata la possibilità di dichiarare eretico il papa. Ma sono anche abbastanza certo che per arrivare a quel punto ci voglia una maggioranza qualificata del collegio episcopale. Chi ha firmato quella lettera? Nessun cardinale, nessun vescovo in comunione con Roma: c’è solo Bernard Fellay, il superiore della Fraternità San Pio X cioè dei lefebvriani. Troviamo poi il banchiere Ettore Gotti Tedeschi, ex presidente dello IOR dal quale è stato defenestrato nel 2012 (regnante Benedetto XVI, mica Francesco) e l’ex vicepresidente CNR Roberto de Mattei (avevo già raccontato di lui qualche anno fa). Insomma, è come se in una protesta dei professori universitari ci fossero solo firme di cultori della materia e qualche ricercatore non ancora confermato. Certo, nella lettera è indicato che i firmatari «rappresentano anche altri che però non hanno la necessaria libertà di parlare», il che da un lato indica pavidità da parte di costoro e dall’altra cozza contro la pubblicità dei “dubia” firmati l’anno scorso da quattro cardinali. La cosa più divertente, vista dall’esterno, è che questi prima scrivono al papa che non risponde e allora vanno a piangere sui media laici che come è intuibile in queste cose ci guazzano: il tutto mi sa nel ttoale disinteresse della stragrande maggioranza dei fedeli.

Io non sono un teologo e non ho neppure letto tutta Amoris Laetitia. Quello che però mi pare di aver compreso è che l’esortazione segue il tipico comportamento della chiesa in salsa gesuitica (ma non solo, vedi Giovanni XXIII). In pratica, vengono ribaditi i dogmi fondamentali della religione, cioè quello che si può e quello che non si può fare, e poi si ricorda che il singolo caso può e deve essere considerato nella sua interezza: come diceva il catechismo di san Pio X, per incorrere in un peccato mortale occorrono materia grave, piena avvertenza e deliberato consenso, e dunque a differenza della legge italiana l’ignoranza è una scusante. Ma per questi firmatari ciò che conta è il legalismo spinto…

Ultimo aggiornamento: 2017-09-26 10:01

Truffa? Quale truffa?

Se andate sul sito della Stampa trovate questo articolo di Carlo Bogliotti dall’inquietante titolo “La grande truffa dei porcini, attenti a quelli che vengono dall’Est”. Non so voi, ma se io leggo un titolo come quello mi immagino che i funghi dell’Est contengano chissà quali sostanze nocive alla salute. E invece no: anch’essi «sono buoni». Però, visto che costano di meno, sarebbero spesso mischiati con i porcini nostrani.

Se il titolo fosse stato “La grande truffa dei porcini, attenti a quelli spacciati per nostrani” non avrei avuto nulla da ridire: è giusto che uno sappia la provenienza di quello che compra e prenda una decisione informata Ma questo non è il titolo che è uscito, appunto. E la colpa non è del titolista, almeno stavolta: perché all’interno dell’articolo c’è proprio scritto «dobbiamo purtroppo segnalare che come ogni anno in questa stagione ricomincia la “grande truffa”. Tutti possono mentire sulla loro origine.» Il povero titolista fa quel che può. Ma vi pare il caso?

Ultimo aggiornamento: 2017-09-25 16:20

Itinerari alternativi

Sabato eravamo a Trieste a un matrimonio. Ieri mattina, sotto la pioggia, abbiamo preso la macchina per rientrare a Milano: arrivati a Miramare siamo stati bloccati perché la Strada Costiera era chiusa tutto il giorno per lavori. Risultato: siamo dovuti ritornare a Trieste e raggiungere Opicina, da dove abbiamo preso il raccordo autostradale.

Ora, in parte è indubbiamente colpa mia che venerdì avevo visto i cartelli autostradali che indicavano la chiusura e non mi sono preoccupato di chiedere informazioni all’albergo. Però non è possibile che (a) non ci fosse nessun avviso sulla strada, e soprattutto (b) che non fossero stati predisposti cartelli con il percorso alternativo. Guardando la mappa sul navigatore mi sono trovato a passare in una serie di strade larghe automobile + epsilon a doppio senso, il tutto perché non c’era nemmeno un cartello “normale” per indicare la direzione di Opicina. Non mi sembra una grande idea.