Archivio mensile:Novembre 2017

tracciamenti pervasivi

Stamattina mi si è rotta la montatura degli occhiali. L’ho scritto sul mio socialino di nicchia preferito, che tra l’altro non ha nemmeno pubblicità. Dopo due minuti, Inoreader (il lettore di feed RSS) ha cominciato a mettermi pubblicità di Visionottica. (No, prima non c’era. Sto monitorando cosa mi fa vedere)
C’è qualcosa che non va, davvero.

Ultimo aggiornamento: 2020-07-09 16:42

Bikewatching

Ho scoperto (con un solo mese di ritardo) che Repubblica ha lanciato una delle sue grandi iniziative: Bikewatching, per fotografare le bici a flusso libero lasciate alla bell’e meglio, o meglio «per segnalare le situazioni più assurde o quelle che più creano disagio, le soste creative e quelle odiose. Fateci conoscere il vostro punto di vista.»
Mi chiedo perché non sia mai venuto loro in mente di fare la stessa cosa per il car sharing. I numeri dovrebbero essere minori, almeno in teoria (3000 auto contro 14000 bici, e soprattutto il fatto che una free bike può essere spostata da chiunque perché relativamente leggera e un’auto parcheggiata in divieto rischia una multa che viene ribaltata con gli interessi all’autista), ma secondo me darebbe comunque soddisfazioni. Strano, vero?

Una storia italo-franco-israeliana

Io, assieme a quasi trentamila altre persone, sono in contratto di solidarietà da due anni. (In realtà in tutto sono sei anni, ma non sottilizziamo). Stiamo a casa due giorni al mese, nei quali siamo pagati come se fossimo in cassa integrazione straordinaria, il che significa molto poco: le percentuali che vedete scritte sui giornali riguardano gli operai ai livelli più bassi, ed essendo la somma uguale per tutti potete immaginare cosa significhi anche solo per un impiegato.

L’accordo di due anni fa prevedeva la possibilità di un terzo anno di solidarietà, previo accordo tra azienda e sindacato. All’inizio della settimana c’è stato un incontro tra la Triplice (che in queste settimane si è miracolosamente compattata) e l’amministratore delegato. Quest’ultimo ha detto che siamo una squadra fortissimi, ma che per continuare a esserlo bisogna fare anche il terz’anno di solidarietà, al che i sindacalisti hanno detto che non capivano come con tutti i risultati positivi tanto decantati ci fosse ancora bisogno di solidarietà, e che comunque se ne sarebbe parlato giovedì nell’incontro con Relazioni Industriali. (Io mi chiedo anche come abbiano fatto ad accedere alla solidarietà, ma questa è un’altra storia). Oggi l’azienda comunica che l’incontro di domani è annullato (rectius: “sospeso”. Le parole contano molto in questi contesti), che sospende anche l’articolo 4 della legge Fornero (l’isopensione) e in mancanza di un’intesa successiva metterà in discussione anche l’una tantum / prestito erogato. Qua occorrono forse due parole di spiegazione. L’isopensione è un prepensionamento pagato dall’azienda, che versa stipendio e contributi: uno si chiede perché un’azienda dovrebbe farlo, e quello che si è sempre saputo in via ufficiosa è che la solidarietà nasceva per far pagare a noi lavoratori meno vecchi i soldi da dare a quelli più vecchi. Quanto all’una tantum, negli accordi di solidarietà c’era scritto in maniera contorta (per aggirare la legge) che se alla fine del periodo di solidarietà fossero stati raggiunti certi livelli non formalmente definiti di produttività allora l’azienda avrebbe elargito a chi era sopravvissuto un’una tantum equivalente alla differenza tra quanto dato dall’Inps nelle giornate di solidarietà e il 60% dello stipendio, come nelle solidarietà precedenti. Addirittura permetteva ai lavoratori di chiedere un prestito aziendale a tasso zero per questa differenza, che sarebbe stato rimborsato alla fine della solidarietà… con i soldi dell’una tantum.

Che conclusioni trarre da questa storia? Nessuna che non si sapesse già. Io non avevo certo chiesto il prestito, conoscendo i miei polli, e ieri avevo scritto al mio sindacalista dopo la notizia dell’incontro con l’AD dicendo “quindi non ci daranno l’una tantum, giusto?”. Dopo tutti questi anni conosco fin troppo bene la mia azienda, tanto che sto per comprare coi miei soldi una SODIMM per aumentare la memoria al mio PC aziendale che è sempre in swap; tanto è impossibile fare un ordine di qualche decina di euro, e non ce la faccio a reggere attese sempre più lunghe. Amen.

Ultimo aggiornamento: 2017-11-29 15:34

Insomma, queste fake news?

Questa storia dei siti di fake news pro-M5S e pro-Lega tutti sotto la stessa manina, come da articoli di BuzzFeed e del New York Times, mi sembra stia diventando più complicata di quanto sembrasse a primo acchito.

Un punto di partenza per avere sott’occhio tutti i dati è sicuramente Valigia Blu, che riprende la storia dall’inizio e segnala tutti i legami che si sono trovati. Tra l’altro, a differenza loro io non mi preoccupo più di tanto del fatto che Facebook (un’entità privata) abbia bloccato al suo interno le pagine di DirettaNews e iNews24 secondo sue regole segrete: magari prima o poi gli utonti impareranno a non stare ad abbeverarsi da un’unica fonte. Letto tutto questo faldone, la mia ipotesi personale è che i suddetti siti siano effettivamente tutti sotto la stessa manina (di Marco Mignogna), che ha scelto quei temi semplicemente perché sono quelli che ricevono più clic e quindi gli permettevano di monetizzare di più. Evidentemente tra l’elettorato pentastellato e leghista è più facile trovare gonzi che credono a quelle notizie, oppure tra l’elettorato PD è più facile trovare gente che si crede furba e va a leggere le idiozie che si suppongono arrivare da quei partiti in modo da divertirsi. Non credo insomma a un complotto dietro le quinte; ma allo stesso tempo sono certo che i vertici dei due movimenti politici sono solo felici di avere quei siti come compagni di strada, perché fanno fare loro meno fatica.

Quello che però mi preoccupa di più è che il PD ha subito colto la palla al balzo e si è messo a tuonare contro le fake news, tanto che a quanto pare è già pronta una leggina da fare approvare al volo. Ecco, questo sì che è grave. Non solo io non credo che sia così semplice definire quali sono le notizie false (esattamente come le loro sorelle fomentanti l’odio, lo “hate speech” che viene spesso messo insieme) ma ritengo un progetto del genere altamente illiberale e pericoloso, dando la possibilità di bloccare del tutto – e non solo nel magma Facebook – voci dissenzienti. Se questo è l’inizio della prossima campagna elettorale, siamo messi davvero male.

Ho uno stalker?

Ieri pomeriggio su una delle caselle email che non uso più è arrivato un messaggio dal titolo Il tredueotto …unocinquecinque è ancora il tuo numero? e testo

Buonasera Maurizio,
ho provato a chiamarti al 328.xxxx155 ma mi dice che il numero è inesistente.
Ho pensato di scriverti una mail, ma avrei bisogno di parlarti.
Dove posso farlo senza disturbarti?
Saluti Giulio

Quel numero (qui oscurato, ma era corretto) è stato effettivamente mio fino a una quindicina di anni fa. Immagino che l’unico posto in cui sia ancora presente è qualche record di registrazione dominio, dove mi sono guardato bene dal cambiarlo come non ho cambiato il mio indirizzo cartaceo (tanto c’è il technical contact, se hanno bisogno di qualcosa).

Facendo un po’ di conti, potrei fare un’ipotesi su chi è stato a scrivere quella mail, vista una chiamata che è arrivata al mio numero attuale per una cosa riguardo a Wikipedia dove io non posso fare nulla (e tanto meno posso farla se mi arrivano richieste fuori da Wikipedia, per ovvie ragioni di trasparenza: messaggi esterni sono alterazione di consenso nel gergo wikipediano). Se poi vi chiedete come sia arrivato al mio telefono, la risposta è stata “chiamando la casa editrice e dicendo che voleva intervistarmi”. (La persona in questione non si chiama Giulio, però). Se non è così, mi sa che devo cominciare a preoccuparmi.

Ultimo aggiornamento: 2017-11-28 12:54

Lo sciopero di Amazon

Come sapete, venerdì scorso in occasione del Black Friday c’è stato uno sciopero dei dipendenti della logistica di Amazon. Com’è, come non è, stamattina ho fatto un ordine e la “consegna in un giorno” garantisce l’arrivo mercoledì e non domani. Insomma, qualcosa è successo :-)

Ultimo aggiornamento: 2017-11-27 12:15

non troppo porno

Vicino a casa mia c’era un negozio di elettricità+gadget che ha da poco chiuso. Io me ne sarò accorto con qualche settimana di ritardo, nonostante ci passassi davanti spesso, il che dice quanto lo frequentassi; e me ne sono accorto perché l’agenzia immobiliare a fianco si è allargata con una delle sue vetrine.
Ma in realtà all’inizio quel negozio aveva tre vetrine: un paio di anni fa ne aveva già eliminata una per fare uno di quei posti con distributori di cibo e bevande che qualche anno fa erano improvvisamente diventati di moda a Milano per poi avvizzire e chiudere. Il negozio era stato sostituito qualche mese fa da un sexy shop, compreso di disegno sulla saracinesca. Però a quanto pare il sexy shop era troppo forte per la sonnacchiosa periferia milanese, e la scorsa settimana sono arrivati i volantini che pubblicizzavano la sua trasformazione… in un negozio di intimo.

Ultimo aggiornamento: 2017-11-27 11:57

Quizzino della domenica: triangolo isoscele

Immaginate un triangolo isoscele, come quello in figura qui sotto, i cui lati uguali sono fissati. Variando l’angolo tra questi lati, l’area del triangolo parte da zero (quando l’angolo è nullo), cresce al crescere dell’angolo, poi decresce fino a tornare a zero (quando l’angolo è piatto). Per quale valore dell’angolo l’area è massima?

(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p284.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema di Martin Gardner, da Wheels, Life and Other Mathematical Amusements)