Archivi annuali: 2016

#renzistaisereno

Abbiamo archiviato il referendum (avete notato tra l’altro come la percentuale dei no tra i pochi votanti all’estero sia stata maggiore di quella dei no tra i votanti in Italia? Secondo voi è l’effetto NIMBY o banalmente il minor chiasso mediatico?). Stamattina a Radio Popolare il presidente di Legambiente si beava perché tanto cinque dei quesiti referendari iniziali erano già stati accolti dalla legge; e poi era pronto a fare aprire una procedura di infrazione europea per le concessioni a durata indefinita. Io ho sentito l’intervista e mi sono semplicemente chiesto: perché diavolo si è messo anche quel quesito referendario e non si è aperta subito la richiesta di procedura? Sarebbe stato tutto molto più semplice, no? Mi stupisco solo di non aver letto nessuno gioire perché il numero di sì è stato superiore al 25% dell’elettorato e pertanto se fossero andati a votare abbastanza – ma non troppe, mi raccomando – persone contrarie allora il referendum sarebbe passato. Ma forse è perché cerco di evitare i commenti al riguardo.

Ma non è di questo che voglio parlare. Come penso vi siate accorti, il referendum era nato per uno scopo molto tecnico: poi il fronte del sì ha recuperato quelli che non vogliono le trivelle in genere (vedi Basilicata), quelli che memori del risultato sul nucleare volevano un cambio di politica energetica, e soprattutto quelli che volevano dare una spallata al governo Renzi: da Casapound alla sinistra-sinistra, passando per quel noto ecologista di Salvini che vuole sì le ruspe ma fotovoltaiche. Renzi il quale, fiutata l’aria, ha giocato d’anticipo, ha bluffato chiedendo di stare a casa, pur sapendo che questo avrebbe compattato il fronte dei sì: e direi che nell’immediato ha vinto. Adesso resterà solo il piccolo particolare di convincere undici milioni dei suoi possibili elettori a presentarsi per il referendum costituzionale, dove come è noto il quorum non c’è…

Oppure il PresConsMin farà finta di niente e confiderà nel fatto che l’opposizione si dimentichi di chiedere il referendum confermativo. Non sarebbe difficile farlo, considerando che basta un quinto dei membri di una delle Camere, ma occorre che qualcuno si svegli :-)

Ultimo aggiornamento: 2016-04-18 10:34

Un referendum politico

Stavo guardando i dati dell’affluenza alle urne a mezzogiorno, confrontandoli con quelli del 2011 (dove tra l’altro si votava in due giornate).

È interessante notare che l’affluenza è in calo quasi ovunque, in Toscana è quasi dimezzata :-), con l’unica eccezione di due regioni: Puglia (dall’8,8% al 10,9%) e Basilicata (dal 7,7% all’11,4%). In pratica queste due regioni, dove la partecipazione al voto è tipicamente più bassa che al nord, c’è stato insomma un boom: particolarmente interessante il dato lucano, quello cioè di una regione sulle cui coste non ci sono piattaforme di estrazione mentre ce ne sono tante nell’interno.

Direi che è indubbio che quel voto non è per il quesito referendario, ma è un voto politico a tutti gli effetti.

Ultimo aggiornamento: 2016-04-17 13:24

Quizzino della domenica: case gialle e case blu

Sul lungolago di Matelandia c’è un certo numero di villette a schiera, tutte su un lato della strada (dall’altro c’è il lago…) Queste villette sono tutte colorate o di giallo o di blu: inoltre se tra due villette ce ne sono esattamente dieci in mezzo (per esempio la numero 2 e la numero 13) allora le due villette sono dello stesso colore, così come se ce ne sono esattamente quindici in mezzo (per esempio la numero 2 e la numero 18). Sapendo che in effetti ci sono sia villette gialle che blu e che il numero di villette è il massimo possibile secondo tali regole, quante sono in tutto le villette?

(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p199.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da Math StackExchange).

_Ensel e Krete_ (libro)

9788862566483 Occhei. Se uno legge il titolo di questo libro (Walter Moers, Ensel e Krete [Ensel und Krete], Salani 2012 [2000], pag. 258, € 9, ISBN 9788862566483, trad. Umberto Gandini) gli viene immediatamente in mente la favola di Hansel e Gretel, e immagino che l’idea di Walter Moers fosse quella, anche se i protagonisti sono due orsetti (come? non l’avevate capito dal nome Ensel?). Ma la storia è molto più complicata. Ildebrando de’ Sventramitis, il dinosauro di Zamonia le cui opere sono tradotte da Moers, non si accontenta infatti di infilare specie senzienti dei più svariati tipi ma introduce (con una font diversa, sia mai che il lettore si confonda!) le “divagazioni sventramitiche”, considerazioni che non hanno nulla a che fare con la storia vera e propria e che parecchi lettori potranno ritenere inutili e noiose. Io, da buon matemattio divagatore, non mi sono certo fatto di questi problemi: in realtà le divagazioni, come del resto le note a piè di pagina sulle creature fantastiche di Zamonia, servono spesso per contibuire alla creazione del mondo tutto intorno, un po’ come Pratchett faceva per il Discworld. Sono come sempre solidale con Umberto Gandini che nel tradurre si è dovuto inventare non so quanti nomi: spero per lui che la struttura del tedesco, dove le parole si compongono, l’abbia aiutato un poco.

Ultimo aggiornamento: 2016-05-05 14:28

“stimati con precisione”

Stavo riguardando il post sul blog di Facebook su qual è il nostro grado di separazione con gli altri iscritti al sito. Per la cronaca il mio è 3,27, persino sotto la moda e non solo sotto la media che è 3,57, nonostante il mio numero di amici sulla piattaforma zuccherberghiana non sia così elevato. Evidentemente i miei amici hanno più amici di me :-)
Stavolta però mi sono accorto dell’ultima frase: «Calculating this number across billions of people and hundreds of billions of friendship connections is challenging; we use statistical techniques described below to precisely estimate distance based on de-identified, aggregate data.» Non mi lamento dello split infinitive (“to precisely estimate” anziché “to estimate precisely”): ci sono linguisti che affermano che la cosa si può fare, e la mia conoscenza della grammatica inglese non è certo perfetta. Non mi lamento che quel numerello sia una stima: tra l’altro spero di trovare il tempo di studiare l’algoritmo di Flajolet-Martin, che deve essere simpatico. Quello di cui mi lamento è il concetto di una stima precisa. Una stima può essere al più accurata, ma non precisa: sennò non è una stima. Non trovate?

Ultimo aggiornamento: 2016-04-15 14:31

Il menu Carlo Cracco

craccoMercoledì sera, tornando da Roma col Frecciarossa, mi è stato consegnato un volantino con il menu “Easy Gourmet”. Sono decenni che mi capita di vedere cibo e prezzi delle carrozze ristoranti, quindi sono abbastanza preparato: ma il “menu Carlo Cracco” del mese di aprile mi ha lasciato basito. Per 18 euro ti vengono dati un calice di vino, una bottiglietta d’acqua (da 25 cc, se non ho visto male dal vicino che ha preso un altro menu: sicuramente meno di mezzo litro), un caffè, un dolce (“by Carlo Cracco”) e poi il piatto forte: un Club Sandwich con maionese al Parmigiano Reggiano DOP, broccolo, mela e roast beef (sempre “by Carlo Cracco”), accompagnato da… patatine (San Carlo, qui si fanno le sinergie).
D’accordo che Carlo Cracco fa anche la pubblicità dei bagni (Scavolini), ma qui mi pare che si stia oltrepassando un bel po’ di limiti…

Astensioni referendarie

Premetto: non votare è pienamente lecito, persino alle elezioni politiche, figuriamoci ai referendum. Se uno non vuole votare, è una sua scelta legittima. Quello che però penso io è che l’unico motivo serio per cui non voterei a un referendum è perché ritengo il quesito così irrilevante che non vale la pena di rispondere. (Poi probabilmente andrei e annullerei la scheda perché ritengo un mio dovere votare, ma quella è una mania mia). Il quorum indica insomma l’indifferenza, non un no surrettizio… anche perché sennò si potrebbero schedare i votanti, e non sarebbe una bella cosa.
Quindi, in questo come negli altri referendum, chi chiede di non votare non per l’inutilità del quesito ma perché non gli piace può farlo ma è disonesto.

Ultimo aggiornamento: 2016-04-14 19:47

Notizie che non lo erano: la moneta tedesca da 5 euro

Stamattina mi è rimbalzata su Facebook una notizia di TGCom secondo cui la Bundesbank avrebbe coniato “una moneta da cinque euro, che potrà essere usata solo in Germania”; e subito i commentatori hanno cominciato a dire “sono i primi tentativi per uscire dall’euro”, “chissà che sarebbe accaduto se l’avessero fatto i greci” e via discorrendo.
Ora, la notizia è verissima, come può vedere chiunque sul sito della Bundesbank. Quello che non sembra essere stato compreso è che quelle sono monete da collezione, coniate dalle varie nazioni europee – per l’Italia dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato – e che appunto avrebbero valore legale solo nella nazione emittente, anche se in realtà nessuno le usa davvero. Per dire, l’anno scorso c’è stata una diatriba tra Francia e Belgio su una commemorazione della battaglia di Waterloo: la Francia si è lamentata perché non voleva che il Belgio facesse una moneta commemorativa da due euro (che invece può circolare su tutta la zona euro) e quelli hanno replicato con una moneta da 2,5 euro. Al limite mi stupisce che ne coniino due milioni di esemplari: ma visto che le monete in oro da 20 euro le coniano in 200.000 esemplari per anno, magari la cosa ci può stare.
Io non sono un esperto numismatico, ma queste nozioni sono abbastanza note. Solo su Facebook (e su TGCom) si perdono…

Ultimo aggiornamento: 2016-04-14 15:13